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Abruzzo. Screening oncologici, più che raddoppiate le adesioni

Per il tumore alla mammella la copertura è passata dal 20,01% del 2014 al 51,37 del 2015, e le stime parlano di superare il 57% nel 2016. Per la cervice si va dal 28,43% del 2014 a una stima del 55% per il 2016. Per lo screening del tumore al colon si stima una crescita dall’8,43 del 2014 al 25% del 2016. Paolucci: “Soglie ancora inferiori agli standard, ma la strada è quella giusta”

05 LUG - In 2 anni e mezzo è raddoppiato, e in alcuni casi addirittura triplicato, il trend di adesione degli abruzzesi ai programmi di screening oncologico attivati dalla Regione Abruzzo. Ad evidenziarlo sono i dati diffusi dalla Regione stessa su 3 percorsi attivi: mammografico, cervicale e colorettale.

I dati diffusi dalla Regione sullo screening del tumore alla mammella evidenziano, ad esempio, che al 31 dicembre 2014 la percentuale di copertura era pari al 20,1 per cento. Un anno dopo era salita al 51,37, mentre al 31 maggio scorso la soglia si attestava già al 22,4 per cento, “consentendo di prevedere, dunque, che al prossimo 31 dicembre si possa superare il 57 per cento”, spiega la REgione. Per la cervice, invece, a fine 2014 la percentuale si attestava al 28,43 e l’ultimo dato al 31 maggio riporta il 22,4 per cento, “dato che consente di prevedere che a fine anno ci si attesterà al 55 per cento”. “Ancora più evidente – spiega la Regione – l’incremento dello screening del tumore al colon, che dall’8,43 del 2014, ha raggiunto nei soli primi cinque mesi il 9.5 per cento di copertura, con la stima per l’intero 2016 che raggiunge il 25 per cento”.

“Nel progetto di riqualificazione del sistema sanitario regionale che stiamo portando avanti – commenta l’assessore alla programmazione sanitaria dell'Abruzzo Silvio Paolucci - la prevenzione riveste un ruolo strategico, con precisi obiettivi inseriti nel piano quadriennale approvato nel maggio dello scorso anno. E tra questi c’è proprio l’impegno ad aumentare le percentuali di copertura degli screening. Nonostante gli sforzi profusi dalle Asl (che dal 2011 gestiscono direttamente gli screening, in quanto prestazioni comprese nei Lea, i livelli essenziali di assistenza), infatti, a oggi le soglie sono ancora inferiori agli standard fissati dal Ministero. Ma – conclude Paolucci - gli ultimi dati ci indicano che la strada intrapresa per recuperare questo gap è quella giusta”.

05 luglio 2016
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