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Carenza di personale nella Asl abruzzesi. Per Cgil, Uil e Ugl “il nodo sta nelle risorse da aumentare”

Secondo le stime dei sindacati, nella Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila mancherebbero almeno 630 lavoratori, nella Asl Lanciano-Chieti-Vasto 627, nella Asl di Teramo 515 e in quella di Pescara 311. “Chiediamo alla Giunta di aumentare in modo significativo, nella Programmazione 2018-2020, i finanziamenti destinati all'assunzione di nuovo personale e alla stabilizzazione dei precari”.

21 NOV - “È stato certamente un momento utile di confronto” ma “è stato soltanto un primo passo, tuttavia, perché il punto che resta ancora da chiarire per evitare di perdere centinaia di posti di lavoro riguarda la sostanza stessa del problema: quali saranno le risorse economiche che la Regione metterà a disposizione per assumere il personale che serve? Quanti lavoratori nel 2018 e negli anni successivi andranno a riempire i clamorosi vuoti di organico delle aziende sanitarie?”. Così Cgil Sanità, Fp-Cgil, Uil Fpl e Ugl Abruzzo commentano in una nota il confronto avvenuto ieri con la Commissione regionale alla Sanità sulle gravi carenze di personale nelle quattro Asl abruzzesi.

I sindacati stimano alla Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila una carenza di almeno 630 lavoratori, nella Asl Lanciano-Chieti-Vasto di 627, nella Asl di Teramo di 515 e in quella di Pescara di 311.

Nella nota diramata a termine dell’incontro il sindacati ribadiscono che “è un problema, la quantità delle risorse economiche che la Regione destina al personale e ai servizi della sanità pubblica, che la Cgil abruzzese ha posto e porrà ancora nei tavoli di confronto. Lo farà perché le Aziende sanitarie regionali da tempo hanno superato il limite di guardia nell'organizzazione del lavoro, ovvero hanno utilizzato un numero di dipendenti molto al di sotto del minimo necessario. D'altra parte se non sarà posto rimedio alla carenza cronica di personale le nostre Asl non potranno continuare a garantire livelli accettabili di assistenza, e neppure potranno continuare a chiedere ai dipendenti (come accade da tempo) di rinunciare alle ferie o ai turni di riposo. Difficile continuare in questo modo, quando ogni anno vanno in pensione centinaia di operatori della sanità che non vengono sostituiti”.

Alla Giunta regionale i sindacati chiedono dunque di “aumentare in modo significativo, nella Programmazione 2018-2020, i finanziamenti destinati all'assunzione di nuovo personale e alla stabilizzazione dei precari. Chiediamo di rendere possibile l'ingresso di un numero più alto di lavoratori, quelli che servono alla sanità pubblica per garantire livelli di assistenza adeguati a un servizio universale che deve assicurare a tutti, a cominciare dai più deboli, un adeguato standard di cure e assistenza”.

21 novembre 2017
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