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Chieti. Comitato Cittadino porta all’attenzione del Comune il rischio di depotenziamento dell’ospedale

Il Comitato civico di “Salute Pubblica” di Chieti aveva già scritto ai ministri Lorenzin e Padoan per chiedere di salvaguardare l’ospedale Clinicizzato di Chieti “dal pericolo di un declassamento legato al riordino della rete ospedaliera abruzzese nel rispetto di quanto previsto dal Decreto Ministeriale n° 70 del 02.04.2015”. La questione ora all’attenzione del sindaco, degli assessori e del Consiglio Comunale. LA LETTERA

13 DIC - Dopo avere scritto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al ministro dell’Economia, Pier Paolo Padoan, il Comitato Civico di Salute Pubblica di Chieti pone all’attenzione del sindaco, degli assessori e del Consiglio Comunale il rischio di depotenziamento dell’ospedale cittadino nell’ambito della riorganizzazione sanitaria in atto nella Regione e che prevederebbe l’integrazione tra i due presidi, Chieti-Pescara, per il Dea di II livello.

Ma, denuncia il Comitato nella lettera rivolta al sindacato, agli assessori e ai consiglieri comunali, “al momento, purtroppo, si è assistito a richieste ed azioni unilaterali di rafforzamento del Presidio di Pescara, confortate e, purtroppo, rafforzate dall’Atto Aziendale della Asl di Chieti, con la logica conseguenza che se passasse un piano simile si avrebbe un depotenziamento definitivo per l’Ospedale di Chieti e conseguentemente per tutta  la città di Chieti”.  

Eppure, per il Comitato, “è del tutto evidente che un polo per le Emergenze Cardiologiche di secondo livello è nei fatti notevolmente depotenziato e impoverito assistenzialmente senza la “restituzione” delle Unità Operative Complesse di Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica e Pneumologia Interventistica, che sono altamente qualificanti e strettamente complementari e aggreganti per un approccio completo al trattamento di patologie complesse cardiochirurgiche”.
 
Per il Comitato, dunque, “si appalesa la necessità di sottoporre all’attenzione di tutti lo squilibrio
evidente creatosi tra i Presidi di Chieti e Pescara, ancor più aggravato dalla non rispondenza tra i contenuti del DM 70, del DCA 79/2016, del DCA 78/2017 , della DGR 271/2017, della DGR 402/2017 e dell’Atto Aziendale della Asl di Chieti”.

13 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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