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Atti aziendali. L’Intersindacale Sanitaria dichiara lo stato di agitazione

Chiedono la convocazione “urgente” da parte della Regione di un incontro propedeutico a programmare un percorso di disamina, ed eventuale modifica, degli atti aziendali e di altri provvedimenti che ritienuti difformi dalla normativa in materia e preoccupanti per la sanità regionale. Lo stato di agitazione a seguito del mancato riscontro alle note inviate il 27 novembre, il 9 dicembre 2017 e il 18 dicembre. LA LETTERA DI PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE

08 GEN - Tra le criticità evidenziate dall’Interindacale, su cui si chiede di aprire il confronto, quelle riguardanti le criticità esistenti per permettere l’integrazione funzionale fra le Ausl così da realizzare gli ospedali di 2° livello fra Chieti-Pescara e fra L’Aquila-Teramo già tracciate dalla delibera di Giunta Regionale n° 271 del 23.05.2017. “Soluzioni – spiega l’Intersindacale - che ci vedono d’accordo e che vanno sostenuti con forza nei prossimi incontri nazionali programmati a livello di tavolo di monitoraggio in attesa della costruzione ex novo di una struttura ospedaliera nell’area metropolitana Chieti e Pescara”.

L’intersindacale punta poi il dito contro “la proliferazione di unità Uoc, Uosd e Uos non supportate da una programmazione che dovrebbe essere rapportata a criteri riferibili al Decreto ministeriale 70 dell’aprile 2015 e all’Accordo in data 26.03.2012 del Comitato Permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse”. Una valutazione di quanto programmato “necessaria – a detta dell’Intersindacale - a scongiurare l’impressione di ‘contentini’ a professionisti ‘vicini’ a questa o a quella parte politica in contrasto con la necessità di una razionalizzazione che dovrebbe evitare anche conflittualità di competenze all’interno della articolazione funzionale dei distretti sanitari che vedono la Uoc riferita alla Direzione distrettuale convivere con la programmazione di una UOC per l’assistenza intermedia (es. atto aziendale della Ausl Avezzano-SulmonaL’Aquila)”.

Tra i temi al contro della protesta, “la realizzazione di nuove Aree distrettuali sanitarie al posto dei Distretti sanitari previsti dalla legge regionale n° 5 del 20.03.2008 tuttora vigente (Piano Sanitario vigente 20082010) dimenticando che, per attuare tale riassetto, dovrebbe essere necessario riformulare un nuovo Piano Sanitario Regionale approvato con una legge regionale e non una delibera di Giunta Regionale normativamente di rango inferiore rispetto a una legge regionale”.

E poi “la costituzione di una Uosd di Osservazione breve a sé stante, per il momento solo nell’Ospedale di Chieti, non collegata funzionalmente alla Uoc di Pronto Soccorso ed Accettazione determinando ripercussioni sulla funzionalità operativa dello stesso che non trova giustificazioni esaurienti per la sua costituzione tanto da essere considerata dagli operatori di settore come una scelta ad personam”. Per l’Intersindacale, infatti, “tale autonomia dal Pronto Soccorso, contrasta con il principio di garantire un’azione unitaria, flessibile e razionale e contrasta con una gestione efficiente delle risorse produttive disponibili all’interno della rete ospedaliera rendendo più difficile il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale del paziente. Tale autonomia, non presente e non prevista sia dalla programmazione sanitaria nazionale quanto dalla programmazione regionale, comporta forti irregolarità nella gestione dei flussi Emur in quanto dovrà prevedere modalità di dimissione o di ricovero dei pazienti dal Pronto Soccorso o dalla Uosd di Osservazione breve, in aperto contrasto con la normativa vigente”.

L’intersindacale contesta, poi, “la mancata attribuzione di ruoli e competenze alle Uoc, Uosd e Uos individuate al punto che ci sono assegnazioni di strutture al territorio che nulla hanno a che vedere con le attività dello stesso (es. la genetica medica nella AUSL di Chieti che dovrebbe essere istituita, in realtà solo in presenza di un bacino di utenza variabile da 2 a 4 milioni, solo a livello ospedaliero) trovando giustificazioni solo nel cercare una “scappatoia” per non superare il numero delle UOC ospedaliere assegnate dal Decreto n° 79/2016”.

Così come “il mancato raccordo fra di loro a livello territoriale aziendale dei Centri diabetici, delle Unità operative ospedaliere e territoriali per le patologie croniche e rare; la cancellazione/l’accorpamento dei Servizi di Psicologia sotto altre Uoc e Uosd negli Ospedali e nei Distretti Sanitari togliendo a questi la specificità di disciplina a sé stante non solo nei Sert ma anche nei Distretti sanitari e nei Consultori familiari”.

E ancora, “l’assunzione discriminatoria di regolamenti, come quello della delibera della Ausl di Teramo n° 1447 del 9 settembre 2017, per la graduazione delle funzioni dirigenziali solo per l’area della Dirigenza medico-veterinaria” e la “mancata rivisitazione della attuale rete dell’Emergenza-Urgenza in funzione della costruzione dei Dea di 2° livello stabilendo le nuove dotazioni organiche, strumentali (rete informatica, attrezzature per ecografie e per esami cardiologici, etc.) e la realizzazione di una o di due Centrali operative per il 118 da raccordare on il numero unico 116117 della Continuità Assistenziale”.

Senza dimenticare “la mancata attivazione di un unico sistema informatico da parte di tuttii Pronto Soccorso della rete ospedaliera regionale rimasta in sospeso nonostante l’espletamento della relativa gara di appalto regionale”.

“Vista la indifferenza riservataci dall’Amministrazione Regionale – conclude l’Intersindacale -, che sembra voglia licenziare gli atti aziendali con alcune prescrizioni a noi purtroppo sconosciute, siamo costretti a programmare nuovamente lo stato di agitazione per poter prendere atto, solo in questo modo, dei contenuti dei provvedimenti predisposti”.    

08 gennaio 2018
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