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Asl Teramo. Procedure di mobilità, NurSind denuncia “requisiti ad hoc per sistemare i soliti noti”

Il riferimento è alle procedure di mobilità per due posti da Bed Manager, per due posti da Case Manager e all’accesso alla procedura di mobilità interna. Il sindacato chiede la revisione dei criteri di selezione e la condivisione con la RSU.

18 GIU - La segreteria provinciale NurSind Teramo denuncia “l’ennesimo tentativo da parte della ASL di Teramo di sistemare i soliti noti”. Il riferimento è alla pubblicazione nell’albo aziendale di tre procedure di mobilità interna per il personale infermieristico. “Un passo avanti rispetto all’abituale assegnazione nominale di questi ruoli. Però suscitano perplessità le modalità di selezione per due dei tre bandi che non risultano essere del tutto coerenti con il buon senso  e le indicazioni dell’ultimo CCNL”, scrive il sindacato in una nota.
 
La mobilità per due posti da Bed Manager, spiega il NurSind, “ha come requisito corretto il possesso della laurea magistrale, mentre non corrisponde a quanto disposto per l’assegnazione di incarichi organizzativi o di funzione la previsione di soli 3 anni di anzianità in azienda”.

 L’altra mobilità per due posti da Case Manager (figura di riferimento per predisporre l’assistenza in tutte le sue fasi, dall’ammissione fino alla dimissione e cure a lungo termine) “ha anch’essa come requisito 3 anni di anzianità, ma non il possesso del master di specializzazione in Case Manager”.
 
L’accesso alla procedura di mobilità interna, inoltre, “viene precluso al dipendente
che abbia una prescrizione del medico competente che attesta una patologia correlata al luogo o al carico di lavoro. Si tratta di una discriminazione eccessiva: sarebbe corretto dare la possibilità di cambiare reparto anche ai colleghi con prescrizione che potranno eventualmente optare tra quelli adeguati alle indicazioni del medico competente aziendale (sulla base degli indici MAPO)”.
 
Alla luce di quanto esposto, il NurSind Teramo, per voce del dirigente sindacale
, Alessio Febo, ritiene che i bandi “avrebbero dovuto essere condivisi con la parte sindacale e la RSU” e chiede “la revisione dei criteri di selezione inserendo il master di I livello in Case Manager come requisito propedeutico per svolgere tale ruolo e, ai sensi dell’articolo 17 del CCNL, almeno 5 anni di esperienza professionale nel profilo di appartenenza e in categoria D per l’incarico di organizzazione. Senza tralasciare la parte economica che si ritiene debba essere oggetto di contrattazione sindacale ed espressamente menzionata nel bando stesso”.

18 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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