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Mense ospedaliere. Operazione Nas, 13 segnalazioni e 3 denunce

Tra le irregolarità, emerso in Provincia di L’Aquila è emerso l'utilizzo di prodotti ittici surgelati anche da 24 mesi nonostante il contratto prevedesse un limite di 6 mesi. In Provincia di Chieti veniva servita frutta fresca di origine extra UE non italiana come previsto nel capitolato. Nelle Provincie di Pescara e Teramo rilevate inadeguatezze igienico-sanitarie, anche in tema di autocontrollo aziendale.

06 LUG - I Carabinieri del NAS di Pescara, nell’ambito dell’emergenza pandemica da Covid 19, hanno svolto verifiche ed accertamenti all’interno di tutte le mense ospedaliere presenti nella Regione Abruzzo. Al centro dei controlli il rispetto dei protocolli di prevenzione del rischio da contagio, i requisiti igienico – sanitari e strutturali dei locali di preparazione pasti, il rispetto dei requisiti merceologici dei vari capitolati d’appalto che disciplinano i servizi di refezione.

Le verifiche hanno condotto a 13 segnalazioni alle Autorità Amministrativa e Sanitaria e al deferimento di 3 persone all’Autorità Giudiziaria

Ecco una sintesi dei risultati delle operazioni illustrate in una nota dei Nas.


In Provincia di L’Aquila sono state eseguite n. 4 ispezioni. Nel corso delle verifiche sono state documentate inadeguatezze igienico – sanitarie e strutturali, oggetto di segnalazione ai competenti servizi del Dipartimento di Prevenzione della ASL. Il responsabile di un’azienda aggiudicataria dell’appalto della refezione ospedaliera è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria, poiché ritenuto responsabile del reato di frode nelle pubbliche forniture: dalle verifiche dei NAS è emerso che gli alcuni ingredienti impiegati per la preparazione dei pasti, erano difformi da quanto previsto nel capitolato di appalto sottoscritto con l’ASL. A fronte di forniture pattuite di prodotto ittico di origine surgelata con data di surgelamento non anteriore a 6 mesi, i Carabinieri hanno accertato che venivano impiegati prodotti ittici surgelati anche 24 mesi prima.


In Provincia di Chieti sono state eseguite n. 4 verifiche ispettive. Nei confronti del responsabile di uno dei centri cottura oggetto di accertamento, è stato ipotizzato il reato di frode nelle pubbliche forniture: a fronte di prodotto lattiero caseario a marchio DOP con stagionatura di mesi 24, veniva impiegato prodotto grattugiato; al posto delle uova fresche, i pasti venivano elaborati con l’impiego di misto d’uovo; nel capitolato era previsto l’utilizzo di frutta fresca di origine italiana, mentre ai degenti veniva servita frutta fresca di origine extra UE.


Nelle Provincie di Pescara e Teramo, complessivamente sono state ispezionate n. 6 mense ospedaliere. Rilevate inadeguatezze igienico – sanitarie, anche in tema di autocontrollo aziendale, che sono state oggetto di segnalazione all’Autorità Sanitaria. Da una verifica delle clausole contenute nelle pieghe del capitolato d’appalto stipulato tra operatore del settore alimentare e ASL di Teramo, relativo alla mensa di un ospedale di quella provincia, è risultato l’obbligo di somministrare, ai degenti, pasti espressi, ossia cotti al momento, sia a pranzo che a cena. Controlli incrociati tra presenze e orari del personale addetto alla refezione e alla preparazione, hanno permesso di accertare che, contrariamente a quanto previsto nel capitolato, i pasti della cena venivano preparati nel corso del turno diurno e passati in consegna al personale del turno serale. Il responsabile dell’attività è stato segnalato alla Procura della Repubblica per il reato di inadempimento dei contratti nelle pubbliche forniture.


Nessuna segnalazione ha riguardato la mensa dell’Ospedale di Pescara ove non è stata riscontrata alcuna inadeguatezza.

06 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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