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Cassi (Cimo): "Tutti a Roma il 27 ottobre a difendere il Servizio sanitario nazionale e la professione medica"

19 OTT - Dal momento che le istituzioni, Governo soprattutto, ma anche le Regioni che sono i nostri datori di lavoro e gli erogatori dei servizi ai cittadini, continuano a rifiutare ogni tipo di confronto con la categoria, mentre continuano ad imporre tagli lineari sui servizi e sacrifici ai Medici che lavorano nel SSN, che si vedono continuamente peggiorare le condizioni di lavoro e ridurre prospettive di carriera e trattamento economico, tutte le Organizzazioni sindacali mediche della dipendenza e della convenzionata si sono unite per creare un fronte a difesa del Servizio Sanitario Nazionale e la professione medica.

A metà giugno è stato presentato un programma di iniziative la prima delle quali è stato il Sanità Day del 28 giugno che ha visto in ogni capoluogo di regione le OO.SS. presentare unitariamente le criticità della sanità e che si concluderà con una grande manifestazione, sempre unitaria di tutti Medici, dipendenti pubblici e privati, convenzionati e specializzandi, per le strade di Roma Sabato 27 ottobre che non sarà solo di protesta, ma soprattutto propositiva.

I Medici vogliono poter dare la propria attiva collaborazione per trovare una soluzione equa alla progressiva disgregazione del Servizio Sanitario Nazionale che ne sta mettendo a rischio l’universalità, a fronte di una incapacità delle Regioni a riorganizzare funzionalmente la propria rete ospedaliera e territoriale ed all’arroganza con la quale difendono un tipo di aziendalizzazione del fallimento della quale sono le uniche a non volerne prenderne atto , perché dietro questa (e la qualifica “dirigenziale”) giustificano la nomina clientelare dei Direttori di struttura che la stessa FIASO ritiene inadeguata a garantire la leadership di un’equipe di professionisti.

La categoria per troppo tempo ha accettato senza reagire la progressiva emarginazione da scelte che condizionano pesantemente l’attività diagnostico-terapeutiche, che è di competenza esclusiva del Medico, come ha riconfermato la Corte di Cassazione. Adesso è l’ora di reagire.
La crisi economica e sociale che stiamo subendo impedisce però il ritorno a vecchi schemi che sono stati superati dall’evoluzione tecnica ed organizzativa della medicina, occorre inserirsi nel nuovo contesto con proposte concrete ed innovative.

CIMO-ASMD in questi anni ha posto con forza la questione medica, partendo dalla constatazione che occorra nello stesso tempo ridefinire la professione:
a) necessità di definizione normativo dell’atto medico, resa ancora più necessaria nel momento in cui si vanno a definire con un atto stato – regioni le competenze infermieristiche
b) nuovo stato giuridico del Medico pubblico, con superamento dell’attuale sistema “dirigenziale” e riconoscimento della peculiarità del lavoro medico all’interno del pubblico impiego
c) cambiare il ruolo del Medico del sistema, perché torni al centro dello stesso .

Non sarà una battaglia facile, né rapida, ma quella che all’inizio poteva sembrare una battaglia velleitaria, sta raccogliendo sempre più consensi e condivisione. Un nuovo stato giuridico non è più un tabù, dipendenti e convenzionati non sono più due mondi ostili, ma occorre riscrivere insieme la 502.
Come sempre, quando dalla protesta si passa alla proposta le cose diventano difficili; c’è chi difende il proprio particolare, chi non è completamente autonomo da scelte che vengono fatte sopra di lui. Il percorso necessità quindi di molta pazienza e forse lascerà qualcuno per strada, ma la macchina è partita e non credo si fermerà, soprattutto se i Medici ritroveranno la forza di difendere la propria categoria, consci del ruoli insostituibile nella tutela della salute dei cittadini.

In coerenza con il superamento della stessa logica di divisioni e contrapposizioni ormai superate, CIMO-ASMD ha fatto anche un’altra scelta che può sembrare non strettamente collegata a quanto sopra ma che per noi lo è: ha aderito ad una nuova confederazione (CIDA Manager ed alte professionalità per l’Italia) che raggruppa sia la dirigenza e l’alta professionalità sia pubblica che privata, che ormai da troppo tempo è sottoposta a vessazioni fiscali, blocco e riduzioni delle retribuzioni, instabilità del posto, peggioramento delle condizioni di lavoro, aumento esponenziale delle responsabilità, superticket ed ISEE che escludono loro e le loro famiglie dal welfare, per potersi presentare come blocco unico e coeso al Governo per difendere unitariamente la classe dirigente del Paese.
Non sappiamo cosa ci aspetta ad autunno, non sono un economista né uno stratega politico, mi auguro però che l’Italia possa superare questa grave crisi economica e sociale, che non è solo nostra, e che la Sanità faccia la propria parte nell’obbligatoria riforma del nostro sistema, con i Medici protagonisti di questo rinnovamento.

Riccardo Cassi
Presidente Nazionale Cimo-Asmd

19 ottobre 2012
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