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Vincenzo Devito (presidente Mnlf)

01 FEB - Prosegue la nostra inchiesta. Questa volta abbiamo sentito il Movimento nazionale liberi farmacisti. Sì alla libertà d’impresa all’interno di un sistema in cui chi opera in contesti difficili sia l’unico soggetto a ricevere proporzionate protezioni.
 
Che bilancio può trarre dall’anno appena trascorso?
Guardando al 2010 pochi sono gli spunti positivi da sottolineare, molti quelli negativi. Tra quelli positivi c’è sicuramente il riconoscimento del ruolo del farmacista ospedaliero. Spesso tirato per la giacchetta secondo interesse, il farmacista ospedaliero potrebbe giocare un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda il risparmio della spesa farmaceutica sia per l’apporto professionale di cui è capace. Per il resto pochi spiragli di luce. Tra questi e volutamente, non metto la cosiddetta “farmacia dei servizi” più nella mente e nelle dichiarazioni auto celebrative che nella realtà percepita dai cittadini. E’ vero, i decreti attuativi sono stati appena varati, per cui diamo tempo al tempo, ma la sensazione è che questa riforma senza risorse avrà “le gambe corte”senza risorse. Il 2010 però si segnalerà per l’ulteriore approfondimento della spaccatura tra i farmacisti italiani. In molti hanno alimentato questa divisione, tra questi è interessante segnalare il particolare attivismo dei vertici della F.O.F.I. che nell’anno appena passato hanno vestito il duplice abito di Ordine nazionale e sindacato di categoria.
E per quello a venire?
Per il 2011 vorrei che innanzitutto l’Italia riguadagnasse quella dignità che sembra aver smarrito da tempo. Poi, nello specifico, mi auguro che la politica allenti la presa sulla sanità pubblica, che l’Ordine rappresenti TUTTI i farmacisti, che insieme alla farmacia dei servizi si parli anche del ruolo sanitario del dipendente di farmacia e quindi gli si applichi un contratto corrispondente. Poi vorrei che a tutti i farmacisti fossero date pari opportunità cancellando privilegi e corporativismi. Libertà d’impresa all’interno di un sistema in cui chi opera in contesti difficili (farmacie rurali) sia l’unico soggetto a ricevere proporzionate protezioni. Infine mi auguro che sia tolto questo stato d’incertezza in cui operano le parafarmacie, i farmacisti che vi lavorano non sono “alieni”, ma una risorsa del sistema farmaceutico nazionale, concedere loro la possibilità di dispensare i farmaci di fascia C ne è la naturale conseguenza. Ma su questo il MNLF è molto attento e sarà difficile portare a termine disegni di controriforma.
 
Mariano Rampini

 

01 febbraio 2011
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