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Basilicata. Sindacati medici su legge impugnata da CdM: “Regione viola obblighi su orario di lavoro”

"Siamo soddisfatti dell’iniziativa del Governo che ha risposto al nostro allarme lanciato subito dopo l’approvazione della legge. La quale rappresenta una chiara elusione delle norme sulla sicurezza delle cure, per i medici ed i cittadini". Questo il commento di Annao Assomed, Aaroi Emac, Anpo, Nuova Ascoti, Fials Medici e Snr.

04 FEB - "Una Regione non può farsi Stato. L’arroganza della Giunta regionale della Basilicata in merito alla applicazione della direttiva europea sull’orario di lavoro finisce davanti alla Corte Costituzionale. Il Governo ha deciso, infatti, su segnalazione delle Segreterie Nazionali di Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Anpo Nuova Ascoti Fials Medici e Snr che hanno anche attivato la Corte di Giustizia Europea, di impugnare la legge con la quale la Regione ha deciso sostanzialmente di disattendere gli obblighi dettati dalla Europa in merito all’orario di lavoro dei Medici. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale ravvisando palese violazione della normativa ed una attività legislativa al di fuori delle competenze proprie della istituzione Regione". Così in una nota Anaao Assomed, Aaroi Emac, Anpo, Nuova Ascoti, Fials Medici e Snr commentano la legge regionale impugnata dal Consiglio dei Ministri.
 
"Siamo soddisfatti dell’iniziativa del Governo che ha risposto al nostro allarme lanciato subito dopo l’approvazione della legge. La quale rappresenta una chiara elusione delle norme sulla sicurezza delle cure, per i medici ed i cittadini, la cui applicazione tenta di fare sopravvivere un modello organizzativo fondato su turni illegittimi, eludendo la strada maestra di nuove assunzioni ed esponendo a responsabilità civile, penale e contabile gli stessi soggetti che daranno in concreto corso a tali disposizioni. Senza contare il fatto che la autoattribuzione di un potere derogatorio, in violazione dei limiti e dei soggetti previsti dalla Direttiva, espone l’Italia, e quindi le tasche di tutti i contribuenti, a sanzioni economiche da parte della Commissione Europea", spiegano le organizzazioni sindacali nazionali e regionali che continueranno a vigilare sul rispetto della normativa, "pronti a denunciare le violazioni ai competenti Ispettorati Provinciali del Lavoro".

04 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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