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Basilicata. Tetti spesa specialistica La sanità privata ne discute

Incontro tra le associazioni (Aspat) lucana e della Campania. Aggiornamento delle tariffe dei laboratori di analisi, il rinnovo dei contratti scaduti il 31 marzo scorso tra Asl e strutture accreditate ma soprattutto la piattaforma per la definizione dei tetti di spesa 2016 e per la regolamentazione delle prestazioni ai non residenti in mobilità attiva (extra tetto). Questi i punti discussi. 

12 GIU - Aggiornamento delle tariffe dei laboratori di analisi, il rinnovo dei contratti scaduti il 31 marzo scorso tra Asl e strutture accreditate ma soprattutto la piattaforma per la definizione dei tetti di spesa 2016 e per la regolamentazione delle prestazioni ai non residenti in mobilità attiva (extra tetto): sono questi i punti discussi ieri dall’assemblea generale dei rappresentanti dei centri aderenti ad Aspat Basilicata in un confronto con Aspat Campania che coordina le attività dei centri associati su scala nazionale. Un vertice che segue l’incontro dei giorni scorsi a Potenza tra il presidente della Regione, Marcello Pittella, l'assessore regionale alla Salute, Flavia Franconi, e i rappresentanti delle associazioni di categoria della sanità privata lucana.

“L’apertura al dialogo dalla Regione, avvenuta grazie alla sensibilità mostrata dal presidente Pittella – avverte il presidente regionale di Aspat Basilicata Antonia Losacco – in base al punto di massima mediazione raggiunto in Quarta commissione con il nostro determinante apporto propositivo, deve ora rappresentare un punto di arrivo delle trattative da cui non è possibile recedere. Ciò tenendo ben presente che le decisioni finali che saranno assunte dalla giunta avranno ricadute economiche e sociali sia sui livelli occupazionali dei centri accreditati. Bisogna recuperare il ritardo nella definizione della piattaforma contrattuale per la definizione dei tetti di spesa del 2016 per evitare che il passare del tempo infici la programmazione a monte delle attività e si collochi invece quasi a fine anno quando i giochi sono fatti”.

Il principale punto messo sotto i riflettori da Aspat Basilicata è lo squilibrio territoriale regionale e la distribuzione delle risorse tra le varie branche assistenziali riguardo ai tetti di spesa. Una disomogeneità che attualmente inficia i Livelli uniformi di assistenza da affiancare ai Lea (Livelli essenziali di assistenza).

In proposito l’Aspat Basilicata sottolinea che “tra le ipotesi di delibera dei tetti di spesa l’ultima predisposta dal dipartimento Politiche della persona, è quella più adeguata” sebbene poi l’associazione di categoria suggerisce alcuni correttivi. A partire dalla necessità di una contrattazione trasparente e paritaria tra le associazioni di categoria e soprattutto articolata per singola branca assistenziale in base alle peculiarità di ciascuna di essa.

L’Aspat Basilicata ribadisce un no netto al tetto di “qualità” atteso che tale parametro è già assorbito dall’iter per gli accreditamenti. I limiti di spesa e i correlati volumi di attività, invece, devono essere attribuiti, come deciso, tra tetto di struttura (calcolato al 70% del fatturato storico) e tetto di branca (al 30%) per premiare la libera scelta del cittadino nel richiedere le cure dove più gli aggrada. A sua volta il 30% del tetto di branca - si legge nella piattaforma Aspat – deve essere collegato a tavoli di monitoraggio e controllo della spesa per evitare sforamenti. Un altro punto fermo è il riconoscimento delle prestazioni over-tetti se rese a pazienti residenti in altre regioni, in particolare per la diagnostica per immagini, la radiologia e la laboratoristica. Infine – discusso al tavolo riunito dall’Aspat – il principio di appropriatezza, per la branca di Fkt, da ricondurre alla rimodulazione del binomio ambulatorio-domicilio da equilibrare nelle percentuali massime del 60/40% analogamente a quanto accade in altre regioni.
 
Per eventuali prestazioni eccedenti tali percentuali, in particolare per le cure domiciliari, l’indicazione dell’Aspat è il ricorso, da parte delle Asl, a contratti integrativi. Infine fermo restando come punto di riferimento della contrattazione, l’invalicabilità del tetto di spesa del 2011 “occorre tenere conto – si legge nel documento diffuso dalla associazione di categoria – dell’ampliamento della platea degli erogatori e pertanto predisporre con risorse regionali l’incremento del tetto per remunerare i nuovi erogatori a far data dal 2012 attribuendo ad essi un tetto minimo di partenza da fissare in base a quanto già assegnato a strutture operanti in quella data”. Infine, l’Aspat fa riferimento alla Com (Capacità operativa massima) come strumento per definire la congruità delle prestazioni erogate da ciascun centro da agganciare alla complessità strutturale, strumentale e di personale di ogni singola struttura.   
 
Ettore Mautone 

12 giugno 2016
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