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Guardia Medica. Smi: “Pronti a sciopero contro attacchi Regione”

Continuano le proteste del Sindacato dei Medici Italiani, lo Smi, contro le scelte della Regione Basilicata alla guardia medica. Oggi anche il segretario generale dello stesso Sindacato, Pina Onotri, ha partecipato all'incontro di Matera: “si è superato il confine del buonsenso - ha detto - cogliendo l'occasione per tagliare le indennità di professionisti sempre in prima linea per garantire la continuità dell'assistenza la notte”.

12 GIU - “Giù le mani dalla guardia medica”: con questo slogan si confermano le proteste dei medici in Basilicata. I lavoratori della sanità sono pronti a tenere ferma la loro posizione : “fino allo sciopero, se necessario. Anche attraverso eventuali ricorsi giudiziari contro i provvedimenti della regione Basilicata, che attaccano gli accordi di lavoro che regolano il settore, decurtando diverse indennità”. A confermare le intenzioni, oggi, ci ha pensato il segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani, Pina Onotri. 
 
Il segretario ha partecipato ad un' assemblea, a Matera, presso l'Ordine dei Medici, organizzata dai vertici regionali dello Smi locale, coordinata dal segretario regionale Vincenzo Filitti e dal consigliere nazionale, Emilio Iannelli. Era accompagnata dai dirigenti nazionali della sezione giovanile, Formazione e Prospettive, Nunzia Pia Placentino e Domenico Russo e dal segretario provinciale di Foggia, Michele Falcone.

Pina Onotri, ha intanto ricordato come la “Regione Basilicata, abbia con una delibera del 3 maggio scorso, sospeso 'temporalmente e in via cautelare', l'articolo 35 comma 1 dell'accordo integrativo lucano nelle parti che prevedeva indennità per l'uso dei mezzi propri, per l'assistenza della popolazione pediatrica e per i rischi derivanti dalla peculiarità dell'attività svolta (aggressioni, per esempio)”.
 
Per il segretario generale Smi “questa è una scelta sbagliata e grave, perché mette in discussione diritti acquisiti dei medici di continuità assistenziale, contemplati negli accordi integrativi e quindi dalla Convenzione nazionale che regola il settore. Sulla base di una indagine della procura della Corte dei Conti, si è superato il confine del buonsenso, cogliendo l'occasione per tagliare le indennità di professionisti sempre in prima linea per garantire la continuità dell'assistenza la notte, e nei festivi (e prefestivi), spesso in strutture inadeguate e in condizioni disagiate, come dimostrano le continue aggressioni di cui sono vittime”.
 
“Dopo anni di blocco dei contratti - ha concluso Onotri - assistiamo anche a un vero e proprio 'scippo' di garanzie economiche previste dagli accordi di lavoro. Non vorremmo che questo raschiare il barile nelle già povere tasche delle guardie Mediche, non sia l'apripista di interventi simili nel resto del Paese, le prove tecniche di un attacco ulteriore e sconsiderato ai medici della continuità assistenziale. Non lo consentiremo: stato di agitazione, assemblee come quella di oggi, possibili ricorsi anche per via giudiziaria. Lo Smi c'è, sempre dalla parte dei medici”.
 
Lo Smi ha anche riportato il commento sulla vicenda dell'ufficio legale dello stesso sindacato.  “È evidente - hanno spiegato gli avvocati - che tali compensi sono previsti per ogni ora di attività; non è possibile infatti riconoscere euro 0,50 soltanto quando si utilizza materialmente il mezzo proprio ma l'indennità è generale ed è dovuta quando l'azienda non ha, o non mette a disposizione, un mezzo per l'esecuzione delle visite domiciliari. Stessa cosa dicasi per l'assistenza pediatrica: se non vi sono guardie mediche pediatriche, per l'assistenza potenziale a carico dei medici di continuità assistenziale è dovuta la predetta indennità.E' anche vero - hanno concluso - che per la natura delle attività e per le modalità indicate, siamo in presenza di elementi oggettivi. Il rischio, per esempio, è insito nell'attività notturna e nelle sempre più frequenti aggressioni a danno dei medici di C.A.”.

 

12 giugno 2017
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