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Infermieri in mobilità al Commissario Scura: “Discriminati da oltre 10 anni, intervenga”

La missiva è scritta da gruppo di infermieri che ha partecipato al bando di mobilità dell’Azienda Ospedaliera ‘Bianchi Melacrino Morelli’ di Reggio Calabria, poi sospeso dal Tar. ”Non capiamo quindi il perché non venga riconosciuta la possibilità di attuare le procedure di mobilità come da normativa nazionale”.

02 DIC - Un gruppo di infermieri che ha partecipato al bando di mobilità dell’Azienda Ospedaliera ‘Bianchi Melacrino Morelli’ di Reggio Calabria, poi sospeso dal Tar, ha scritto una lettera aperta al commissario Massimo Scura perché, “come appreso in questi giorni dagli organi di stampa locali, il suddetto bando è provvisoriamente sospeso a causa di una, a nostro parere ingiusta, azione di ricorso al Tar da parte di alcuni ‘colleghi’ idonei non vincitori nella graduatoria del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro”.

In particolare gli infermieri vogliono focalizzare l’attenzione del commissario rispetto ad alcuni nodi:
 
Le procedure di mobilità in Calabria “non vengono espletate da oltre 10 lunghissimi anni, nella fattispecie né prima né tantomeno dopo della formulazione della graduatoria dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro”. In relazione alla mancata indizione delle mobilità, “che cade in netta contraddizione con la normativa nazionale che prevede la priorità delle procedure di mobilità su qualsiasi altra forma di assunzione, ci riteniamo fortemente lesi e discriminati”.

Gli infermieri evidenziano che il bando del Pugliese-Ciaccio “prevedeva, in origine, solo 30 posti di Cps Infermiere, da assegnare limitatamente a quell’ospedale, mentre invece sta vedendo oggi assumere già in servizio fino alla 250° posizione in tutti i nosocomi della Regione, situazione figlia di quella sua ‘indicazione’ ai Direttori Generali emanata il 12 Agosto 2015, ma che poi è diventata una ‘imposizione’ per tutte le Aziende della Regione”. Gli infermieri ritengono che le Aziende abbiano già preso abbastanza in considerazione l’indicazione commissariale, “assumendo ad oggi un cospicuo numero di idonei dalla graduatoria del Pugliese-Ciaccio, 25 unità solo nell’Ospedale di RC. E sottolineiamo inoltre che non esiste ad oggi in vigore nessuna graduatoria concorsuale da cui l’Azienda Ospedaliera di RC debba obbligatoriamente attingere, e non capiamo quindi il perché non venga riconosciuta la possibilità all’Azienda di attuare le procedure di mobilità come da normativa nazionale”.

Viene giudicato “profondamente scorretto ed egoistico, il comportamento dei ‘colleghi’ che chiedono la sospensione delle procedure di mobilità, i quali così facendo, arrecano un danno materiale e morale ai tanti di noi che da decenni sono costretti a prestare la propria opera professionale lontani dalla propria terra e dai propria affetti, aspettando vanamente il riconoscimento di un diritto prescritto dalla Legge, finora mai preso in considerazione dalla sanità Regionale”.

Nella lettera domandano inoltre se gli idonei di una graduatoria in vigore dal 2009, relativa ad una Azienda che, come il Pugliese-Ciaccio, “a brevissimo termine non esisterà più (rammentiamo infatti che è prevista entro la fine del 2015 l’integrazione tra il Pugliese-Ciaccio con il Mater-Domini, che daranno vita ad una Azienda Sanitaria unica ‘ex-novo’) possano chiedere la sospensione delle procedure di mobilità. Nasce quindi spontaneo il concreto dubbio, che la Pugliese-Ciaccio, oltre a ‘sopravvivere’ a ripetute proroghe nel tempo dal 2009 ad oggi, possa anche rimanere valida dopo la chiusura dell’ospedale per il quale era stata bandita”.

Il ricorso alla mobilità, sottolineano gli infermieri, rappresenta “da sempre il principale strumento di reclutamento di personale che richiama in pieno il principio di economicità del procedimento e quindi di fondamentale importanza in una regione già sottoposta a piano di rientro”. Per questo si domandano: qual è stato il principio che l’ha spinto ad imporre alle aziende calabresi ‘extra pugliese ciaccio’ l’assunzione di infermieri da una graduatoria concorsuale bandita per il fabbisogno del nosocomio catanzarese? Ebbene crediamo – concludono - che sia lo stesso principio con la sola differenza che la mobilità extraregionale non viene bandita da almeno un decennio”.

02 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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