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Cosenza. Ospedale Annunziata, il sindaco denuncia lo stato di degrado, “ma dalla Regione nessuna risposta”

Il primo cittadino di Cosenza invita i cittadini a non attribuire ai medici la colpa delle criticità della struttura e punta il dito contro la Regione: “Continua a manifestare dissidi e scontri con la struttura commissariale, cercando di spostare l'attenzione sulle sue pesanti responsabilità. Parla di ospedale nuovo ma non muove un dito per tutelare pazienti e operatori sanitari”.

22 AGO - “Cosenza ha costruito negli anni nel settore sanitario una reputazione che purtroppo oggi è a rischio, con i primi trapianti effettuati nell’ambito meridionale non universitario, una diagnostica di primo livello, primari di rilevanza nazionale”. Ad affermarlo, denunciando “lo stato di degrado che vive l'ospedale civile dell'Annunziata, fino a dieci anni fa uno dei più importanti nosocomi del Meridione”, è il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in una nota pubblicata sul sito internet del Comune.

“Com'è noto – spiega Occhiuto -, ho chiesto alla Regione una riunione urgente ma non ho nemmeno ricevuto risposta. Nelle settimane successive la situazione si è aggravata ulteriormente, con una congestione del pronto soccorso che ha portato diversi pazienti a dover attendere dodici ore prima di ricevere assistenza”.

“Voglio dire agli utenti che lo stato delle cose non deve essere attribuito ai medici”, evidenzia il sindaco riferendo che “il dirigente di unità complessa dell'emergenza, il dottor Francesco Crocco, è rientrato dalle ferie pur di essere in trincea e contribuire a supportare nelle criticità. Ciò, a dimostrazione di come la classe medica condivide con i pazienti lo stato di incuria in cui versa il nostro ospedale”.

Occhiuto punta dunque il dito contro la Regione Calabria. “Continua a manifestare dissidi e scontri con la struttura commissariale, cercando di spostare l'attenzione sulle sue pesanti responsabilità. Ma mentre nelle stanze dei bottoni discutono, l'ospedale cada pezzi e questo non si può oltremodo consentire. Personalmente, prendo atto che il depotenziamento degli altri ospedali di provincia ha portato a un'affluenza continua e congestionante verso Cosenza. E non posso accettare che si ritardino le scelte sulle assunzioni nonostante la struttura commissariale abbia da tempo autorizzato lo sblocco, né che si continui a pensare alla sanità come un serbatoio clientelare anziché come un obiettivo di eccellenza da perseguire e costruire”.

Per Occhiuto “la Regione non esce dalla logica della lentezza e della rimozione. Parla di ospedale nuovo ma nel frattempo non muove un dito per tutelare pazienti e operatori sanitari. La sanità pubblica non è sovranità di interessi politici ma appartiene a tutti, nello spirito di una legge istitutiva che a distanza di 38 anni è ancora copiata e invidiata in tutto il mondo”.

“Di conseguenza - conclude Occhiuto - non posso più assistere allo scontro tra pazienti e medici, perché lo ritengo espressione conseguenziale dell'opacità di altre istituzioni. La normativa mi assegna il ruolo di massima autorità cittadina ma non mi conferisce nessun potere al di fuori di una moral suasion che intendo esercitare, in ogni modo possibile, a tutela dei miei concittadini. E la mia, lo garantisco, sarà una pressione costante e vigile”.

22 agosto 2016
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