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Calabria. Consiglio regionale compatto contro il decreto del Governo. Passa Odg bipartisan

Pd, Oliverio Presidente, Forza Italia, Casa delle Libertà e Nuovo Centro Destra. Tutti uniti per approvare l’Ordine del giorno che impegna la Giunta e il presidente ad attuare “ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo” il Decreto governativo “che non permette di assicurare la continuità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie concernenti i Lea”. Intanto la Giunta si prepara ad impugnare il decreto di nomina dei commissari di Governo. IL TESTO DELL’ODG

30 APR - Il Decreto Calabria con cui il Consiglio dei Ministri, lo scorso 18 aprile, ha deciso di commissariare della Sanità calabrese, togliendo alla Giunta regionale responsabilità politica finale della gestione di Asl, ospedali e strutture sanitarie territoriali, deve essere bloccato. A chiederlo non è più solo la Giunta e il governatore Mario Oliverio, ma il Consiglio regionale che ieri, compatto, ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta e il presidente ad attuare “ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo” il Decreto governativo “che non permette di assicurare la continuità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie concernenti i Lea”.

Intanto ieri Oliverio ha confermato in Aula di avere avviato la procedura volta ad impugnare il decreto di nomina dei commissari di governo del 7 dicembre, in quanto “illegittimo ed incostituzionale poiché non sottoposto a confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni”.

Le istituzioni calabresi, insomma, non hanno alcuna intenzione di lasciare che il Governo prenda in mano la sanità calabrese. Questo non significa, però, che nessuno attribuisca responsabilità ad Oliverio della situazione creata.
 
Nel corso del dibattito in Aula, come riferisce il resoconto del Consiglio, Domenico Tallini di Forza Italia ha sottolineato, ad esempio, come, a suo avviso, la politica del governatore abbia comportato l’isolamento della Regione Calabria e l’indisponibilità assoluta del commissario all’attuazione concreta del Piano di rientro dal deficit sanitario. Ma ha comunque imputato le maggiori responsabilità del fallimento del settore sanitario al Governo centrale che, a suo dire, agisce nei confronti della Calabria in base a pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni. Per questo giudica opportuno esporsi per riuscire a bloccare un decreto che reputa “artefatto nei numeri e figlio della politica-spettacolo”.
 
Per Tallini il “decreto sanità” esautora ulteriormente la Regione delle competenze in materia, “colpendo mortalmente” l’autonomia della Regione, attraverso meccanismi incostituzionali, volti a centralizzare i poteri di nomina dei direttori generali e traducendosi, nei fatti, in un aumento di potere e di spesa per la retribuzione dei commissari.

Sinibaldo Esposito (Nuovo Centro Destra), tra i firmatari dell’Odg, ha esortato a indirizzare un appello politico al Presidente della Repubblica e proposto l’organizzazione di quello che definisce un vero e proprio “fronte comune” di maggioranza e minoranza per fronteggiare unitamente la problematica della sanità. Per lui, infatti, nel “decreto sanità” non s’intravede alcuna soluzione dei problemi che attanagliano il settore, mentre sarebbe servito, a suo parere, un decreto sblocca turn over.

Sebastiano Romeo (Partito Democratico), anche lui firmatario dell’atto, ha evidenziato come il Consiglio regionale abbia scritto ieri “una pagina importante” che potrebbe rappresentare il primo passo della mobilitazione della Calabria contro un provvedimento che, a suo avviso, non comporterà miglioramenti del settore sanitario e ha definito il permanere del commissariamento un segno evidente del pregiudizio verso la Calabria.

Soddisfazione da parte di Gianluca Gallo (Casa delle Libertà), anch’egli firmatario, per l’approvazione dell’Odg. Nel corso del suo intervento ha però voluto specificare le “responsabilità evidenti” che vanno individuate in capo al Presidente della Giunta regionale che ha lasciato spazio ad interventi ultronei e travalicanti che hanno causato, a suo dire, un complessivo peggioramento della sanità e ad un aumento della mobilità passiva. Censura, inoltre, l’atteggiamento di perenne sfida che ha caratterizzato i rapporti del Presidente della Giunta regionale sia con il precedente sia con l’attuale commissario ad acta; rapporti che, a suo avviso, invece dovevano essere finalizzati all’individuazione di un percorso condiviso nell’interesse dei cittadini.
 
Da parte sua, Mario Oliverio ha espresso apprezzamento per la discussione in Consiglio che, al di là dell’aspetto propriamente politico, ha creato un momento di condivisione che esula dall’appartenenza politica. Nel merito del decreto, il governatore ha voluto evidenziare come questo stabilisca l’aumento delle indennità dei Commissari e preveda che le nomine debbano essere effettuate al di fuori del territorio calabrese, mettendo così in pratica un’operazione che Olvierio ha definito “coloniale”, e perpetrata creando l’illusione di rappresentare gli effettivi bisogni di un territorio difficile dove regna il malaffare.

Per Oliverio, quindi, quello messo in atto dal Consiglio dei Ministri in in Calabria è stato un momento “ingannevole” per promuovere mosse strategiche legate ad una ulteriore presa di potere da parte del Governo centrale e, quindi, un’ulteriore spoliazione dei poteri in capo alla Regione, anche per quanto concerne la nomina dei direttori generali. Senza dimenticare che tra le probabili conseguenze vi sarà quella del blocco delle assunzioni da parte del Mef.

30 aprile 2019
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