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Antimicrobical Stewardship. In Calabria aperte le “ostilità” contro le infezioni correlate all’assistenza e il contrasto all’Amr

Concluso il lavoro del Gruppo regionale contro le Antimicrobico Resistenze, in vista l’adozione formale delle Linee di indirizzo condivise con tutti i professionisti, infettivologi ed esperti in terapia antibiotica, microbiologi, farmacisti ospedalieri, igienisti, Direttori sanitari, intensivisti, chirurghi e Risk manager

20 DIC - Sono in dirittura di arrivo in Calabria le Linee d’indirizzo per il contrasto all’Antimicrobico resistenza. La stesura pressoché definitiva del documento è stata presentata nei giorni scorsi a Catanzaro, presso la Cittadella Regionale della Regione, dal Coordinatore del gruppo tecnico PNCAR della Regione, Benedetto Caroleo, che ha così sostanzialmente concluso la condivisione del testo con i principali stakeholders di appplicazione delle misure previste.
 
Nell’ultima tappa del suo viaggio nel mondo delle Regioni alle prese con l’applicazione del Piano nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza (PNCAR), realizzato con il sostegno di Msd, Quotidiano Sanità ha praticamente assistito all’ultimo atto di un’azione iniziata in Calabria poco più di un anno fa con la costituzione del gruppo di lavoro interdisciplinare che ha redatto le Linee di indirizzo per la Regione Calabria.

Il documento, oltre ad essere stato elaborato, in linea con quanto previsto dal Piano nazionale di Contrasto all’AMR, da un gruppo multidisciplinare di professionisti, è stato condiviso nei mesi autunnali con Infettivologi ed esperti in terapia antibiotica, Microbiologi, Farmacisti Ospedalieri, Igienisti, Direttori Sanitari, Intensivisti, Chirurghi e Risk Manager per raccoglierne suggerimenti ed eventuali modifiche.

Il testo definitivo delle “Linee di indirizzo per l’uso appropriato della terapia antibiotica empirica in ambito ospedaliero e per l’implementazione regionale dei protocolli terapeutici” vedrà la luce nelle prossime settimane, ha sottolineato Antonio Belcastro, Direttore Generale della Sanità calabrese presente all’incontro, allorché verrà adottato come provvedimento ufficiale della Regione Calabria.

Migliorare l’appropriatezza d’uso degli antibiotici in ambito umano e veterinario, ridurre la diffusione di microrganismi multi-resistenti (MDR), ridurre l’incidenza delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), Informare e formare gli operatori sanitari, sono gli obiettivi di fondo delle Linee di indirizzo che poggiano le fondamenta non soltanto sulle più recenti evidenze in materia, ma soprattutto sulla reale situazione delle strutture sanitarie calabresi sia in termini di resistenze microbiche sia di prassi, governance dei processi e utilizzo di antibiotici.

Il documento è composto da due parti fondamentali, una generale con i dati di monitoraggio del consumo di antibiotici (2017-2018) e della sorveglianza microbiologica nei quattro maggiori Hub calabresi, e una più sistematica dedicata agli orientamenti terapeutici  per il trattamento antibiotico empirico, quando non praticabile quello mirato, che le Aziende dovranno adottare apportando eventuali modifiche richieste dall’epidemiologia nazionale, regionale e soprattutto aziendale. Per l’intero corpus delle Linee di indirizzo è prevista inoltre una revisone triennale in considerazione dei rapidi cambiamenti epidemiologici in ambito di infezioni correlate all’assistenza da microrganismi multi-resistenti. L’uso appropriato degli antibiotici, puntualizzaBenedetto Caroleo, non può prescindere dall’utilizzo dei nuovi farmaci come dei vecchi, ma quello che conta è adattare la terapia giusta al paziente giusto, tenendo conto dell’ecologia locale.

Nel futuro più immediato, dall’adozione delle Linee di indirizzo ci si deve aspettare unadefinizione di strategie e di strumenti innovativi per migliorare la sorveglianza e il controllo delle resistenze antibiotiche e delle ICA, Implementare le attività per favorire l’adesione all’igiene delle mani, sviluppare e implementare il sistema di notifica per la sorveglianza e il controllo di microrganismi con profili di resistenza pericolosi, partecipare alle attività di sorveglianza coordinate dal Centro Europeo per la Sorveglianza e il Controllo delle Infezioni (ECDC), per gli studi di prevalenza sia negli ospedali per acuti che nelle strutture residenziali territoriali, coordinare progetti su sorveglianza e controllo delle infezioni, finanziati dal Ministero della Salute (progetti CCM). A questo dovranno aggiungersi le azioni rivolte ai cittadini come, per esempio, l’Ideazione e realizzazione di campagne regionali per aumentare la consapevolezza dei rischi determinati idalle resistenze antimicrobiche e per informare sulle azioni necessarie per il contenimento del problema, un campagna diretta alla popolazione generale per la promozione di un uso responsabile degli antibiotici, (per esempio attraverso locandine da esporre in CUP e Sale d’Attesa dei Servizi Pubblici, negli ambulatori dei MMG e dei PLS, nelle farmacie e nelle scuole).

“Il ruolo dell’infettivologo principalmente, ma dell’esperto in terapia anti-microbica  più in generale, viene ribadito come centrale per l’uso appropriato degli antimicrobici” viene sottolineato nel documento “La complessità delle strategie antimicrobiche in questi ultimi decenni non può essere demandata ad altri se non a chi ha alta specializzazione nell’impiego degli anti-virali, anti-batterici, anti-micotici ed anti-parassitari. Il numero di molecole da conoscere è enorme; esse vengono utilizzate frequentemente in associazione; hanno interazioni con le altre categorie farmacologiche, importanti ed a volte, pericolose per la vita; si impiegano in pazienti anziani, pediatrici, immunodepressi, con polipatologie, ecc. Emerge con forza quindi il ruolo indispensabile dell’esperto. Il perché si faccia riferimento all’esperto e non più adeguatamente all’infettivologo, è giustificato dai contesti sanitari in cui si opera. In Calabria, ad esempio, non tutti i Presidi Ospedalieri hanno un Reparto o un Servizio di Malattie Infettive; è però noto che i batteri e particolarmente i multiresistenti, causano gravi infezioni in qualsiasi contesto ospedaliero e non sempre è possibile ricorrere a trasferimenti tempestivi in Presidi dotati di UO di Malattie Infettive. La situazione si è aggravata con il declassamento o addirittura la soppressione di UO di Malattie Infettive in vaste aree geografiche; un esempio per tutti è costituito dal Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme. In realtà in cui storicamente non vi è stata disponibilità di infettivologi, ma anche in quelle in cui gli infettivologi sono presenti, alcune figure professionali quali gli intensivisti, gli ematologi, i pediatri, gli internisti/geriatri, hanno raggiunto dei livelli di competenza per nulla secondi a quelle degli infettivologi; in un momento storico in cui l’emergenza dell’anti-microbicoresistenza ha raggiunto livelli più che preoccupanti, la loro presenza è auspicabile ed irrobustisce una rete regionale che ci auguriamo possa partire proprio da questa occasione”. Inoltre, “l’esperienza maturata in questo primo anno di attività del gruppo, incoraggia a sviluppare programmi di amministrazione antibiotica non soltanto nel contesto ospedaliero, ma anche in quello dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta”. E questo poiché l’obiettivo di fondo deve essere rappresentato da una vera e propria svolta culturale nell’applicazione dell’appropriatezza dell’uso di antibiotici sotto il motto internazionalmente condiviso “One Health”.

In Italia, la Calabria non fa eccezione, il 70% del commercio di antibiotici riguarda  gli animali di allevamento con conseguenze tutt’altro che inerti sull’ambiente e sugli alimenti; l’approccio interdisciplinare, globale, ha come obiettivo finale quello della salute umana, passando attraverso la salute degli animali, la buona qualità degli alimenti e la salubrità dell’ambiente. L’Italia, secondo dati dell’ECDC e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, purtroppo si trova in testa (superata solo da Belgio, Francia, Cipro, Romania e Grecia) sia per consumo di antibiotici che per percentuale di isolati di germi multi-resistenti agli antimicrobici comunemente impiegati; la Calabria si colloca nella media delle Regioni Italiane.

“Ci è sembrato particolarmente utile poter redigere questo documento” si legge ancora “per diffondere in sintesi molti obiettivi del PNCAR ed in particolare per orientare praticamente le scelte antibiotiche nelle principali sindromi infettive quando non sia temporaneamente o definitivamente disponibile l’isolato microbiologico; ciò al fine di favorire il raggiungimento dell’obiettivo principale del Piano Nazionale che è quello di ridurre la diffusione del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza. La diffusione globale delle resistenze agli anti-microbici” inoltre “ha accresciuto enormemente la responsabilità del prescrittore che potrebbe trovar conforto nel fruire di una linea d’indirizzo empirico solo iniziale o definitivo. L’impiego inappropriato di antibiotici, oltre che esporre i soggetti a inutili rischi derivanti dai loro effetti collaterali, pone grandi problematiche di salute pubblica a causa del possibile sviluppo di resistenze. È auspicabile che tale documento possa anche avere la funzione di stimolo per tutte le figure del settore microbiologico/infettivologico/farmacologico nel promuovere iniziative atte a stilare delle linee di consenso per il trattamento delle principali sindromi infettive. Quindi non delle semplici indicazioni, quali quelle prospettate nel documento, ma delle vere e proprie linee guida di trattamento omnicomprensivo”.

20 dicembre 2019
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