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Caserta. Al via il polo di eccellenza per bionica e neuroscienze

Si sperimenteranno dispositivi biotech che collegano cervello e computer per ripristinare funzioni vitali danneggiate da malattie e traumi. Previsti stanziamenti per 12,4 mln di euro. Grazie ai fondi del Programma operativo nazionale R&C 2007-2013 saranno aperti tre laboratori di ricerca.

08 SET - Nascerà a Caserta un polo d’innovazione tecnologica d’avanguardia dedicato alle neuroscienze biomediche e cliniche. Entro il prossimo 31 dicembre, in località Lo Uttaro, saranno realizzati tre laboratori in uno spazio di 500 metri quadri, utilizzando i fondi previsti dal Programma operativo nazionale ricerca e competitività 2007-2013.
 
Il progetto “Polo di Innovazione Cyber Brain” - sarà presentato a Napoli il 12 e 13 settembre nel corso del workshop internazionale “New frontiers in neurotechnology – clinical ad experimental realms” presso il Complesso dei SS. Marcellino e Festo - sviluppato dalla Fondazione Neurone Onlus in collaborazione con la Fondazione Neuromed di Pozzilli (Isernia), capofila, l’Istituto Iemest di Palermo e il sostegno del Miur, potrà contare su una cifra pari a 12,4 milioni di euro.
 
Una volta a regime, a Caserta si condurranno studi di Brain Computer Interface finalizzati alla creazione di nuovi dispositivi e canali che permettano la comunicazione tra il Sistema nervoso centrale e sistemi esperti (hardware e software), in modo da ripristinare il più possibile le funzioni vitali (dalla deambulazione ai movimenti fini di arti, alla vista etc.) danneggiate a seguito di svariate malattie e traumi (es. Parkinson, lesioni al midollo spinale, paralisi cerebrale, SLA ecc.). Le tecniche di BCI permettono inoltre di azionare dispositivi elettronici direttamente con il proprio cervello. Strettamente connesso al progetto Cyber Brain è un programma di alta formazione per esperti di sistemi bionici.
 
“L’attività del Polo di innovazione - spiega Giulio Nicolò Meldolesi, presidente della Fondazione Neurone Onlus - consentirà di praticare attività di ricerca clinica,  elettrofisiologica, neuroradiologica, biotecnologica di elevato livello scientifico e ad alta trasferibilità (ricerca traslazionale), consentendo, cosa rarissima nel Meridione, di abbinare all’atto assistenziale lo studio del funzionamento del cervello umano in vivo. In termini molto generali, la tecnologia che sta alla base e integra l’attività dei tre laboratori di prossima attuazione, si basa sull’utilizzo di elettrodi, posti sul capo, oppure all’interno del cervello, che captano i segnali delle onde cerebrali e li leggono. I segnali vengono dunque analizzati, tradotti in segnali digitali, quindi trasmessi in modalità wireless a un dispositivo artificiale. Ad esempio, nel caso di una persona che abbia perso l’uso di una mano, le onde cerebrali vengono analizzate nel momento in cui la persona decide di muovere la mano: le onde sono tradotte in segnali digitali e i segnali trasmessi a una mano bionica, che viene dunque comandata dal pensiero”.
 
Il primo dei tre laboratori che si realizzano a Caserta è dedicato proprio alla neuroprotesica. “Le neuroprotesi –  spiega ancora Meldolesi – hanno come obiettivo la restituzione delle funzioni associate al movimento volontario, che possono essere compromesse per diverse patologie, come la tetraplegia e la Sclerosi laterale amiotrofica. Già solo mediante l'impianto di microelettrodi sullo scalpo è oggi possibile effettuare semplici funzioni cognitive quali muovere un cursore sullo schermo o dare risposte binarie specifiche. Oppure il classico impianto cocleare, o orecchio bionico: un dispositivo impiantabile che fornisce al paziente una sensazione acustica per pazienti ipo-udenti o non udenti” (per inciso, sarà possibile sperimentare queste e altre funzioni durante le sessioni pratiche che si svolgeranno al workshop di Napoli)”. Gli esperimenti condotti in questo laboratorio utilizzano un dispositivo impiantabile per la registrazione dell’attività cerebrale a trasmissione del segnale senza filo, che verrà consegnato a fine 2014 ed è sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova.
 
Il secondo laboratorio attuato è quello di robotica riabilitativa, di assistenza e protesica, finalizzato all’acquisizione di tecnologie robotiche da impiegare per la riabilitazione di pazienti colpiti da ictus e lesioni del midollo spinale. Il fine è sviluppare sistemi bionici che siano comandati mediante le informazioni raccolte a livello del cervello, ad esempio arti robotici o macchine da indossare come l’esoscheletro.
 
Il terzo laboratorio è destinato allo sviluppo di sistemi per l'acquisizione e l'analisi di dati elettrofisiologici su uomo per il Brain-Computer Interface. Sarà frutto di una collaborazione con il laboratorio di Imaging neuroelettrico e Brain-Computer Interface dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma  e con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e di Tecnologie dell’Informazione dell’Università Federico II di Napoli.

08 settembre 2014
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