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Cantone (Anac): ”Asl e ospedali devono essere case di ‘vetro’. Inserire in organismi pubblici gli anticorpi contro la corruzione”

Il presidente dell’Anticorruzione a Napoli per il 5° congresso promosso da Anmdo e Card sull’appropriatezza nel Ssn è intervenuto a 360 gradi sul fenomeno e le ricette per rendere “difficile la vita ai corrotti e facilitare le segnalazioni dei cittadini”.

24 GIU - La lotta alla corruzione in Sanità e, attraverso essa, il conseguimento del risparmio della spesa e della qualità delle cure, passa attraverso l’appropriatezza. Una bussola per il management sanitario da utilizzare a 360° gradi: in ambito prescrittivo, clinico, assistenziale, amministrativo, gestionale e contabile. Di più, l’adozione di procedure di evidenza e qualità per individuare criteri di efficacia, efficienza ed economicità trovano applicazione anche nell’ambito dello spinoso capitolo delle gare d’appalto che vede la Sanità più vulnerabile di altri settori della pubblica amministrazione. Non fosse altro per il fatto che, anche in tempi di crisi e di spending review, la Sanità risulta solo sfiorata dai tagli alla spesa e si configura come luogo privilegiato per infiltrazioni criminali e condotte corruttive.
 
E’ questo in sintesi il distillato delle sessioni che hanno condito il quinto convegno nazionale sull’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale che si è concluso ieri a Napoli dove sono stati molti i riferimenti alle parole di Papa Francesco sui corrotti*. Promosso per iniziativa di Giuseppe Matarazzo, direttore sanitario e vice presidente nazionale dell’Anmdo e di Gennaro Volpe, direttore del dipartimento regionale Assistenza primaria dell’Asl Na 1 e vicepresidente nazionale Card, Federazione delle associazioni regionali di distretto, l’assise ha visto protagonista Raffaele Cantone responsabile dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione). Cantone ha ribadito, senza mezzi termini, che il fenomeno del disordine amministrativo e della corruzione che vi alligna, non è confinato al Sud e nel Mezzogiorno. “Ci sono realtà al Nord come Pavia – avverte – che attuano le stesse modalità poco trasparenti e corruttive pur presenti in misura maggiore rilevate in Calabria e al Sud. Il commissariamento dell’ospedale di Caserta? E’ solo la punta di un iceberg che invade in maniera diffusa il settore della Sanità. La gestione commissariale dell’ospedale campano può rappresentare però un progetto pilota per verificare se ci sono spazi veri di bonifica ”.

Attribuzione di gare senza evidenza pubblica, proroghe di appalti per anni in settori sensibili alle infiltrazioni criminali come vigilanza e pulizie, malaffare, disordine amministrativo e trascuratezza: distorsioni diffuse che disegnano un quadro a tinte fosche in cui il livello del mancato rispetto delle regole è altissimo. Anche i servizi sociali sono a rischio. Cantone tocca il tasto delle politiche sociosanitarie e dell’assistenza a disabili e anziani anche qui con l’invadenza delle cooperative che spesso nascondono malaffare, speculazioni e truffe in un sistema che non garantisce invece le Onlus vere che fanno vera assistenza alle fasce deboli.  
 
La spending review e la politica. Sul punto Gennaro Volpe, direttore del dipartimento assistenza primaria della Asl Napoli 1 e vicepresidente Card è netto: “La corruzione costa allo Stato una cifra ingente, il nostro obiettivo è sviluppare iniziative che possano garantire la costruzione di sistemi trasparenti finalizzati alla lotta alla corruzione. Uno degli strumenti è il piano triennale anticorruzione cui sono tenute tutte le pubbliche amministrazioni. Ma spesso sono interpretati come  semplici adempimenti burocratici”. A Caserta, ad esempio, non ha funzionato. “Un piano copiato da quello elaborato a Cuneo - aggiunge Cantone – senza contare le profonde differenze del contesto e con un unico responsabile pesantemente minacciato. C'è un'aspettativa eccessiva, sproporzionata rispetto alle nostre reali funzioni dell’Autorità. Lo ripeto in continuazione: l'Autorità non può fare indagini né arrestare le persone o fermare le tangenti. Abbiamo altri poteri, su un fronte diverso e totalmente nuovo: quello della prevenzione”. “La lettura dei dati - sottolinea Gennaro Volpe – dice che l’impatto della corruzione caratterizza la Sanità in generale e che in Italia questo accade in modo particolarmente grave. Per superare tutto ciò occorre utilizzare al meglio le risorse disponibili promuovendo scelte basate sul rapporto costo-utilità e costo-efficacia favorendo prescrizioni appropriate senza rinunciare alla qualità delle cure”.
 
Gilberto Gentili, presidente nazionale Card direttore generale ad Alessandria, ricorda che la strada è in salita per regolare in maniera efficiente e trasparente il settore delle proroghe e degli appalti laddove ad ogni soluzione prospettata corrisponde una complicazione. Come nel caso delle rotazioni dei dirigenti che vanno bene per il settore amministrativo ma creano disastri nel caso dei sanitari. E anche nelle proroghe può esservi un vantaggio nel conservare vecchi e superati costi. “La definizione di alcune regole – conclude Gentili – deve tornare nelle prerogative dello stato centrale e la colpa medica e la medicina difensiva deve avere risposte non emergenziali, ragionate e approfondite in quanto la medicina difensiva è ala madre di tutti gli sprechi e le inappropriatezze”. 
 
La medicina difensiva. Per Giuseppe Matarazzo, vicepresidente dell’Associazione nazionale dei medici delle direzioni ospedaliere “non va trascurato l’aspetto della appropriatezza prescrittiva collegata alla cosiddetta medicina difensiva” che i medici mettono in atto per tenersi a distanza dalle azioni risarcitorie e denunce di malpratice”.
 
Gianfranco Finzi presidente nazionale dell’Anmdo punta il dito sul grande assente dell’incontro: la politica, luogo vero delle scelte, in un momento in cui bisogna lavorare full immersion sui Lea e gli standard ospedalieri condividendo strategie tra ospedale e territorio e tra Stato e Regioni. Finzi annuncia che presto l’associazione direttori ospedalieri metterà un line un documento sintesi per le politiche della salute e per i servizi sanitari a presidio dell’articolo 32 della Costituzione “definendo standard anche per il funzionamento delle direzioni sanitarie centrali nelle responsabilità ma marginali nelle dotazioni organiche”.
“La nostra missione è inserire negli organismi pubblici gli anticorpi che impediscano la corruzione – conclude Cantone - basterebbe pubblicare on-line i curriculum, i dati dei concorrenti alle gare, le motivazioni delle scelte compiute per affidamenti e consulenze. Bisogna fare di Asl e Ospedali, Comuni e altre amministrazioni, delle case di vetro per rendere difficile la vita ai corrotti e facilitare le segnalazioni dei cittadini. Così anche nel campo dei favoritismi, delle clientele e delle liste d’attesa non rispettate”. Qui Cantone vede un limite nelle norme di tutela della privacy che, se per incanto fossero messe da parte, renderebbero difficile la vita ai corrotti.
 
Centralizzazione degli acquisti. Dito puntato sul peso della burocrazia e i limiti della stazione unica appaltante che non ha funzionato allungando i tempi degli affidamenti senza elevare la qualità di chi doveva occuparsi di appalti. I centri di costo - secondo Cantone - in tempi di spending-review, devono essere centralizzati almeno a livello regionale. Non è più accettabile che lo stesso prodotto e bene di consumo attivi a costare fino a 10 volte di più tra un’azienda e l’altra. Servono criteri chiari e trasparenti di appropriatezza della spesa, i costi standard cono un buon sistema. Tutte scelte da accompagnare con controlli molto forti. Altrimenti si ha solo una concentrazione di potere”. E qui Cantone suggerisce di estrarre a sorte i commissari di gara sulla base di valutazione della qualità professionale. Badando ai limiti delle soluzioni adottate laddove assunte in maniera meramente burocratica. Come la rotazione degli incarichi, misura positiva in astratto ma che presta il fianco alla possibilità di liberarsi dai dirigenti scomodi.   
 
La clinical governance. Sul tappeto delle giornate di approfondimento dell’appropriatezza in Sanità il tema della clinical governance, dell’attuazione delle Uccp (Unità complesse cure primarie) della sostenibilità delle cure innovative e delle ‘eticità delle scelte orientate per la stessa patologia diverse da regione a regione. E poi l’assistenza ai cronici, i costi dei nuovi servizi ai deboli, la domicilizarizzazione delle cure, gli indici di povertà che avanzano e le disuguaglianze sociali su cui incide l’assistenza sanitaria, i malati non autosufficienti, i terminali, gli hospice e le demenze, la riduzione dei servizi per la salute, i temi delle nuove opere come l’ospedale del Mare che, assicura il commissario straordinario Ciro Verdoliva, “sarà completato entro la fine del 2015”.
 
Direttori generali lasciati soli. Tutti nodi da affrontare avendo dinanzi a sé la bussola dell’appropriatezza. “Ma anche la politica deve fare la sua parte – sottolinea Ernesto Esposito, direttore generale della Asl Napoli 1 – perchè spesso siamo lasciati soli e un direttore generale nominato dalla politica su base fiduciaria è posto tra l’incudine e il martello e non ha sempre i margini di operatività che servono per tagliare i costi ed elevare la qualità delle prestazioni sbarrando il passo alle ingerenze esterne”.  Alla Asl Na 1 tutte le gare sopra soglia sono state delegate al Provveditorato alle Opere pubbliche ma c’è chi ha obiettato su questa scelta al livello istituzionale. Servono strumenti chiari e omogenei insomma, secondo i manager, perché di appropriatezza in sanità si parla da almeno venti anni ma si tratta di un treno che non è ancora giunto in stazione nonostante la strada percorsa partita dal livello etico delle scelte sia giunta nel territorio del management e dell’integrazione tra ospedale e territorio in un’epoca in cui mancano le risorse per gli investimenti.        
 
 
*Il corrotto ha costruito un'autostima che si fonda esattamente su questo tipo di atteggiamenti fraudolenti: passa la vita in mezzo alle scorciatoie dell'opportunismo, al prezzo della sua stessa dignità e di quella degli altri. Il corrotto ha la faccia da non sono stato io, «faccia da santarellino», come diceva mia nonna [...] Per questo, anche se diciamo «peccatore, sì», gridiamo con forza «ma corrotto, no!»".
Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco)
 
 Ettore Mautone

24 giugno 2015
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