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Odontoiatria. Prada (Andi): "No al nuovo corso a Salerno. Serve più qualità e meno frammentazione"

Il presidente del principale sindacato dei dentisti entra sul tema dei corsi laurea dopo la riduzione dei posti ma l’aumento dei corsi con una nuova attivazione nella provincia campana. “Potenziareatenei italiani che hanno corsi altamente qualificati e chiudere quelli con pochi studenti, dove il rapporto tra i costi e la qualità formativa è negativo” E poi alla Politica: "Non ha più senso tavolo dove a decidere sono solo Regioni, Ministero e Università".

16 LUG - “E’ assurdo che i fondi che saranno dirottati a Salerno per attivare un nuovo corso di laurea in odontoiatria non siano stati destinati a migliorare l’attività delle sedi vicine dove già esistono i corsi di laurea”. È quanto sottolinea il presidente dell’Andi, Gianfranco Prada in un’intervista su AndiInformaOnline, dove il leader del principale sindacato dei dentisti critica la scelta di aprire un nuovo corso a Salerno e traccia prospettive e richieste della categoria per far fronte al problema della formazione e dell’attività lavorativa dei futuri odontoiatri.
 
“Il problema principale -evidenzia Prada- non è tanto il numero dei futuri dentisti che saranno immessi sul mercato, ma dei dentisti che si laureeranno senza sapere fare i dentisti”. E questo comporterà che “il mercato isolerà quei giovani colleghi che hanno studiato in atenei che non riescono ad organizzare una attività didattica sufficiente per prepararli alla professione, anche in confronto a coloro che rientrano da corsi esteri dove l’attività pratica si svolge già fin dal secondo anno. Quindi la vera battaglia che dobbiamo combattere è quella sulla qualità formativa degli Atenei”.
 
 
La rotta per Prada passa quindi per l’aumento della qualità. Pochi corsi ma di alto livello. “La proposta di ANDI – dice - è quella di potenziare gli atenei italiani che hanno corsi altamente qualificati, e ci sono, e chiudere quelli con pochi studenti, dove il rapporto tra i costi e la qualità formativa è necessariamente negativo. Una proposta che punta a tutelare i futuri colleghi ed il loro inserimento nel mondo del lavoro e non certo noi dentisti già in attività. La frammentazione dei corsi e la scarsa qualità di questi aiuta invece coloro che studiano all'estero, che arrivavano in Italia un anno prima di quanti hanno studiato nelle nostre università, sapendo peraltro lavorare meglio di molti nostri neo laureati”.
 
 
Ma in questo senso la proposta si scontra con le scelte che fanno i decisori istituzionali. “Non ha più senso – rimarca Prada - un tavolo dove a decidere il fabbisogno siano Regioni, Ministero, Università quando molti di questi soggetti non avranno mai a che fare con i futuri dentisti e la loro pratica professionale. Fossi un dentista che vuole mantenere le proprie posizioni chiederei altri 100 atenei come quello che si aprirà a Salerno, ma siccome so quanto impegno economico e quanta fatica servono per  laurearsi e formarsi correttamente, chiedo ai decisori tecnici e politici che corsi come quello di Salerno non vengano attivati e che gli altri corsi che producono solo dei laureati ma non dei dentisti capaci vengano chiusi al più presto”.

16 luglio 2015
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