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Campania. De Luca: “Indagine contro ‘primari facili’ in linea con la mia rivoluzione della sanità”

Fuori dal commissariamento entro il 2017, stop a barelle, liste di attesa e sprechi. Questi i principali obiettivi illustrati dal presidente della Regione in una conferenza stampa all’indomani della notizia del blitz della Guardia di Finanza. Da De Luca soddisfazione per l’assegnazione della quota del fondo sanitario 2016: “un record per la Campania”.

06 FEB - Fari puntati sulla Sanità, in Campania. Il governatore Vincenzo De Luca, all’indomani dell’assoluzione in appello sulla vicenda giudiziaria che lo ha tenuto sulla graticola per almeno due anni e il giorno dopo il polverone sollevato dall’inchiesta della Corte dei conti sugli sprechi sul personale in Asl e ospedali campani torna ad accendere i riflettori sulla Sanità e in conferenza stampa annuncia di essere certo che la Regione “sarà fuori dal Piano di rientro entro il 2017”. “Dal 2009 – avverte - viviamo una condizione umiliante, perché è umiliante essere commissariati e non solo per la Sanità". "Viviamo in questa condizione dal 2009 - ha aggiunto - a causa della voragine di debito creato nella Sanità per responsabilità tutte nostre. In Campania non manca niente - ha concluso - manca solo la capacità di dirigere. Adesso si volta pagina. Ci muoveremo per avere tempi di decisione coerenti”.

De Luca si è soffermato anche sulla cronica presenza di barelle al Cardarelli. Un fenomeno, quello dell’affollamento del pronto soccorso, che riguarda praticamente tutti gli ospedali di Napoli e provincia. “Il Cardarelli – rimarca con una battuta De Luca - è l'unico caso di barelle a castello. Di questo, per De Luca, “i dirigenti devono rispondere”. “Non tollereremo un minuto di più - ha affermato - di vedere pazienti barellati”. “Non possiamo più contemplare - ha aggiunto - poveri cristi con la flebo nel braccio sotto le finestre”. Parlando delle liste di attesa poi il governatore campano ha fatto sapere di “aver chiesto il motivo per cui una donna deve aspettare 270 giorni per una mammografia. Mancano i macchinari? Chiedeteli. Ma a volte le Asl non dialogano tra loro - ha concluso - magari distano tra loro tre chilometri e in una è possibile fare la mammografia in 24 ore”.
Sotto i riflettori anche gli sprechi denunciati dalla Corte dei conti che, secondo de Luca, sono il frutto di una totale assenza di controllo e di un vecchio modo di fare politica. “La moltiplicazione dei primari – aggiunge- è servita per la campagna elettorale altrui. In Campania finora non c'era alcuna struttura di controllo della Regione sulla Sanità”.

Come è noto la Regione, con una delibera di giunta tradotta in legge regionale, a fine anno ha istituito il Servizio ispettivo centrale sulla Sanità. Tuttavia per la verità tale servizio non è del tutto nuovo visto che sin dal 1997 esisteva un’analoga unità operativa della Asl Napoli 1 che, , durante la prima legislatura Bassolino, (assessore Teresa Armato del Pd) fu poi esteso a tutta la Regione, guidato da Lorenzo Labate, temuto dirigente per le minuziosi ispezioni condotte negli anni in Asl, ospedali e strutture accreditate. Un servizio, tuttavia, accantonato con il pensionamento del dirigente e dopo una fase di sdoppiamento tra Sanità e settore sociosanitario, progressivamente depauperato e solo oggi recuperato per legge da De Luca.  

La Corte dei Conti
Il governatore, commentando le indagini della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza in base alle quali viene ravvisato un danno erariale di 16 milioni di euro per duplicazioni di posti dirigenziali e primariati in campo sanitario ha puntato il dito sulla politica di chi lo ha preceduto: “La moltiplicazione dei primari è servita per altre campagne elettorali - ha dichiarato - non certo per la mia. La Campania brucia ogni anno 16mln per 523 primati nominati extra legem - ha affermato, questa notizia ci danneggia profondamente perché in queste ore la Campania è agli onori della cronaca come la regione dello spreco e della clientela politica”. “Mentre facciamo la guerra per avere più risorse - ha sottolineato - ci presentiamo sulla scena nazionale come quelli che mangiano le risorse per posizioni clientelari”.

I controlli? “Avrebbe dovuto farli l'Arsan”. “Anche in questo caso Dio c'è - ha spiegato - perché abbiamo abolito l'Arsan, ente inutile, prima delle indagini della Corte dei Conti”. De Luca spiega che “non intende in alcun modo infierire sui dirigenti e i funzionari chiamati in causa”. “Posizioni e singole eventuali responsabilità saranno accertate dalla Corte dei conti o dalla giustizia penale - ha aggiunto - denuncio il problema politico: abbiamo la conferma che non sono state rispettate le regole in maniera clamorosa”.

Riparto del Fondo sanitario nazionale
L'accordo siglato in Conferenza delle Regioni prevede che, “per il 2016, la Regione Campania riceva 10 miliardi e 200 milioni di euro per il riparto nazionale del fondo nazionale -  ha ricordato Vincenzo De Luca in conferenza stampa - per la prima volta nella storia della Campania abbiamo la quota pro capite più alta: 1.740 euro”. Un valore assoluto che rende conto, come ovvio, dell’aumento di circa 78,6 milioni di euro dal riparto dello scorso anno come quota parte dell’1,1 miliardi in più messi nel piatto. Ma in realtà con una differenza di -23 mln tra i costi standard 2016 e l’assegnazione finale del 2015 (al netto dei fondi per la fibrosi cistica e compresa la quota parte premiale dei 100 milioni per gli obiettivi del piano sanitario ripartiti tra tutte le regioni).
 
Un valore che andrebbe comparato tra le regioni come quota di accesso rispetto alla popolazione residente al netto delle pesature per anzianità della popolazione in attesa che vi sia un riequilibrio strutturale nei parametri presi in considerazione per la correzione della quota procapite secca. Ma questa è storia affidata al futuro oltre che alle lotte finora portate avanti dalla Campania visto lo scippo, nella ratifica del maggio scorso, del patto per la salute 2014-2016 quando, secondo le previsioni la quota procapite 2014 in base alla popolazione di 1.832 euro sarebbe stata seconda solo al Lazio e l’extrabudget, rispetto all’assegnazione del 2013 è arrivata a 283 mln e 271 mila euro. Una mancata ratifica di quel patto, per l’assenza della Regione al tavolo delle Regioni, costata in un sol colpo circa 150 milioni di euro secchi.

“Abbiamo comunque recuperato 50 milioni persi lo scorso anno perché non è avvenuta la modifica dei criteri di ripartizione – ha ricordato De Luca - a causa dell'assenza della Regione, ed era aprile 2015". Quando cioè a palazzo Santa Lucia, sedeva Stefano Caldoro, oggi a capo dell'opposizione in Consiglio regionale. De Luca ha raccontato che in sede di Conferenza delle Regioni, la Campania "ha respinto la proposta dei tecnici del Comitato della Conferenza delle Regioni". Sul tavolo abbiamo posto un aut aut: "O un immediato riequilibrio oppure la Campania avrebbe negato l'intesa". Cosa, invece, necessaria e che deve essere unanime per l'ok al riparto, pena la decisione affidata direttamente al Governo. "C'è l'impegno della Conferenza delle Regioni - ha ricordato ancora De Luca - a creare una Commissione che decida in un mese i criteri per il nuovo riparto".
 
Al momento la ripartizione avviene tenendo presente "il peso quasi esclusivo dell'età, un criterio voluto da Calderoli e Berlusconi che penalizza fortemente la Campania". E su questo non v’è dubbio che la Campania è la Regione con la popolazione più giovane d'Italia, ma anche con l'aspettativa di vita più bassa e ciò di sicuro non perché la sanità non funzioni ma semmai per il pregiudizio alle matrici ambientale ormai acclarato e per le sfavorevoli condizioni socio-economiche. "C'è un peso rilevantissimo della deprivazione economica - ha aggiunto - devono essere adottati criteri che diano un peso alla percentuale d'età, ma anche alla deprivazione economica. La Regione Campania non intende più partecipare al mercato nero del riparto - ha concluso De Luca - ma pretende criteri nuovi e oggettivi".

La vicenda Giudiziaria di De Luca
Infine De Luca ha parlato della sua personale vicenda giudiziaria: “Siamo in un Paese in cui ci si diverte a massacrare le persone piuttosto che rispettarne la dignità” commentando l'assoluzione dal processo che lo vedeva coinvolto per la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno. “Se la Costituzione ti chiede di aspettare i tre gradi di giudizio - ha affermato - devi farlo, diversamente si tratta di inciviltà”. “In politica, lavoro, vita, la cosa fondamentale è essere uomini - ha aggiunto De Luca - sapere che dietro a una persona c'è un mondo che va rispettato. Questo non toglie nulla alla necessità di un rigore estremo - ha precisato - ma servono affinché il lavoro della magistratura sia svolto in tutta serenità. Ringrazio magistrati e Corte d'appello ed esprimo rispetto, apprezzamento e incoraggiamento per il loro lavoro - ha aggiunto - Sono tra quelli che considerano l'autonomia della magistratura un bene per i cittadini, non il privilegio di una casta. Doveroso il controllo di legittimità nei confronti di chiunque - ha concluso - ma ritengo che nel Paese si è sviluppato un modo di dibattito pubblico irrispettoso dei cittadini e di uno Stato di diritto”.

Ettore Mautone
 
 
 

06 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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