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Campania. Piccoli Laboratori, c’è la proroga agli accorpamenti. E per gli accreditati via libera ai contratti

La struttura commissariale concede la proroga di 6 mesi per l’ottemperanza dell’obbligo di riorganizzazione e fusione dei piccoli centri di analisi che effettuano prestazioni sotto la soglia minima di efficienza. Sul fronte della riabilitazione eliminato il tetto mensile mentre sparisce la clausola di salvaguardia che sbarrava il passo alla sottoscrizione dei contratti con tutte le macroaree.

29 APR - Il decreto 28 concede sei mesi di proroga, fino al 15 ottobre (6 mesi dal 15 aprile), a chi non abbia ancora fatto la scelta dell’accorpamento, mentre riconosce - a chi abbia già effettuato l’opzione di restare nel modello Hub e Spoke previsto dal decreto 17 con laboratori centralizzati e strutture periferiche dedicate alla fase pre e post analitica – di partire con il nuovo assetto sin dal prossimo 1° ottobre riconoscendo un nuovo e specifico codice regionale. Confermate inoltre le deroghe agli obblighi di accorpamento per Ischia, Procida, Capri e i territori montuosi disagiati. Resta invece in piedi il nodo della possibilità di mantenere l’attuale configurazione e complessità strutturale, strumentale e di personale per tutti i laboratori, anche sotto soglia, che pur confluenti verso la sola funzione spoke vogliano però operare come soggetti autonomi privati e a tal fine mantenere l’attuale assetto. Una richiesta, quest’ultima che ha visto a più riprese protagonista l’Aspat che ha indirizzato alla struttura commissariale all’assessorato regionale, specifiche istanze di merito.     
 
Al Tar il 4 maggio
La decisione della struttura commissariale giunge in prossimità del pronunciamento del Tar (in calendario il 4 maggio), sul decreto regionale n. 17 del 14 marzo scorso (impugnato a metà dello scorso aprile da Federbiologi e Ordine nazionale dei Biologi) con cui era stato imposto l’accorpamento delle strutture convenzionate, ultimo atto del percorso di riordino partito nel 2013 con il decreto 109 e proseguito nel 2015 con il decreto commissariale 59 in attuazione delle linee guida nazionali sulla riorganizzazione delle reti di laboratori pubblici e privati. Un processo in Campania quasi concluso sul versante pubblico: allo stato attuale, stando a una nota inviata a fine anno dalla Regione a tutte le Asl, quelli che mancano sono i piani di attuazione della riforma ad Avellino, Salerno e Napoli 1, mentre Caserta, Napoli 3, Napoli 2 e Benevento hanno già trasmesso, nei tempi previsti, i propri progetti di riorganizzazione a Palazzo Santa Lucia. Un processo di aggregazione che si sarebbe dovuto concludere entro il 31 dicembre del 2015.
 
“I laboratori di analisi sotto soglia – dice Federbiologi intenzionata a continuare a dare battaglia - rappresentano dei presidi territoriali fondamentali per la tutela della salute dei cittadini e un capillare servizio nei piccoli centri abitati oltre che un modo per salvaguardare centinaia di posti di lavoro qualificati”.
 
La clausola di salvaguardia nei contratti
Intanto, il 4 maggio, al Tar si discuterà anche dell’ordinanza monocratica con cui l’organo amministrativo, giovedì 21 aprile, ha accolto le istanze delle associazioni di categoria (segnatamente della Federlab che ha fatto da apripista ad Aspat e alle altre) sulla clausola di salvaguardia che, nell’ambito della disciplina dei tetti di spesa e dei conseguenti contratti da stipulare tra Asl e accreditati (per il 2015 e il 2016) finora sbarrava il passo a qualunque iniziativa giudiziaria (in essere, passata o futura) per il riconoscimento di crediti legittimi. Una clausola impugnata dalle associazioni di categoria per i profili di incostituzionalità su cui già esiste una consolidata giurisprudenza. 
 
Anche su questo fronte c’è da segnalare una circolare firmata dal commissario ad acta Joseph Polimeni e del suo vice D’Amario con cui viene eliminato il secondo comma della suddetta clausola di salvaguardia. Pertanto viene riconosciuta la facoltà, ai centri privati accreditati, laddove ve ne fossero le condizioni, di adire le vie legali per veder riconosciuto un interesse legittimo e la possibilità di contestare il singolo tetto di spesa nell’ambito della copertura complessiva della spesa accreditata. La circolare di Polimeni restituisce inoltre la validità di crediti maturati per procedimenti ingiuntivi esperiti nel passato cui nessuno dovrà rinunciare. Tutte condizioni che consentono di far volgere al sereno i rapporti tra associazioni di categoria e struttura commissariale con la riapertura delle fasi di sottoscrizione dei contratti del 2015 (da stipulare entro la prossima settimana) e quelli relativi al 2016 e dunque la ripresa dei pagamenti delle prestazioni da parte degli uffici economato della Asl. 
 
Aperture sulla riabilitazione
Nella circolare di Polimeni ci sono aperture anche per i centri di riabilitazione con il via libera alla revoca della mensilizzazione dei tetti di spesa. Paletto rimasto in piedi solo in questa macroarea. Allo stato attuale, dunque, l’unica residua area di vertenza tra privati e struttura commissariale riguarda l’entità dei tagli della spending-review per la specialistica (2%, 1% ovvero 0,5% come concordato nel 2015 con l’ex sub commissario Morlacco?), le tariffe della riabilitazione, il calcolo del fabbisogno reale in settori salvavita come dialisi e riabilitazione, l’adozione di pacchetti prestazionali per quest’ultimo settore e la revisione dei tagli con la restituzione di circa 10 milioni di euro alla macroarea della riabilitazione.
 
Per gli esercizi finanziari 2015 e 2016 la Regione ha stabilito (con Decreto n. 8/2016) che i tetti di spesa per la macroarea della riabilitazione ex art 26 L. 833/78 (disabili gravi) e quella della Fisiokinesiterapia (patologie minimali e transitorie) siano disciplinati dal Decreto commissariale n. 90. Vi è quindi sostanzialmente una "proroga" del citato Decreto che disciplinava solo l'anno 2014 Con tale provvedimento il precedente Commisario ad Acta (Caldoro) operò un drastico taglio  di fondi (e quindi di prestazioni) rispetto a quelli previsti nel 2013 (DCA 102/2013) e solo in quattro Asl (Napoli 1 Centro, Napoli 2 nord, Napoli 3 Sud e Benevento).
              
                                    Budget 2013                            Budget 2014                                       Differenza
                                     (Dca 102/13)                       (Dca 90/2014)
ASL NA 1                     54.877                                               49.047                                               -5.803
(-11%)
 
ASL NA 2 Nord           46.128                                                45.187                                    -   941 (-8%)
 
ASL NA 3 Sud             66.000                                                60.222                        5.778 (9%)
 
ASL BN                        15.051                                                13.892                        1.459 (- 8%)
 
 
Pertanto il budget regionale per la macroarea di cui all’articolo 26 passò da € 290.214 del 2013 ad € 280.105. Quello per la fisiokinesiterapia da € 36.137 ad € 35.770. Tutti nodi, tuttavia, che potranno essere affrontati nei tavoli tecnici di ogni macroarea.  
 
Ettore Mautone

29 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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