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Mobilità sanitaria. Come arrivare a un nuovo equilibrio. Convegno a Napoli di Motore Sanità

Un giro d'affari di 4 miliardi di euro l'anno quello prodotto dalle migrazioni sanitraie dei pazienti da una Regione all'altra. E c'è chi ci guadagna e chi ci perde. E molto. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia seguita dall’Emilia Romagna e dalla Toscana. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno un indice di fuga maggiore. 

03 GIU - Circa 4 miliardi di euro passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso” di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a 251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga maggiore.
 
Sono questi alcuni dei dati presentati da Joseph Polimeni, Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, Riccardo Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria, al Convegno nazionale organizzato a Napoli dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, FederSanità Anci.
 
Alla luce dei dati emersi, per gli esperti è necessario: ricreare fiducia nei confronti dei sistemi regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro priorità di salute; puntare su un incremento qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il servizio sanitario su standard meritocratici. Giuseppe Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha relazionato Giovanni Monchiero, membro  XII Commissione Affari Sociali, Camera di deputati. 
 
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria (7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3 punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti) entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente 10 mila e 22 mila nuclei familiari. Le regioni dove si vive più a lungo sono: il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli uomini e 85,5 le donne) e le Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più breve sono la Campania (78,0 anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne).
 
La Regione Campania con la sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie tempo-dipendenti (ictus, problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza). Gli esperti hanno concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di riferimento, concentrando i volumi di attività, anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la componente screening e di prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze (viabilità, logistica, trasporti sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle compensazioni ma sulla creazione governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale programmata.
 
Per quanto concerne la mobilità passiva,  con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%, registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo del punteggio (100 punti).
 
Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria parziale relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto si colloca la Sardegna (5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).

03 giugno 2016
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