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Alzheimer. In Campania scende in campo la sanità privata: “Pronti a costruire una rete delle cure” 

Potenziare i livelli di assistenza territoriale e domiciliare in strutture pubbliche, private e accreditate, nuovi scenari assistenziali per realizzare una rete integrata di servizi in un settore in cui saldare le componenti Sanità e Sociale dell’assistenza. Queste le proposte avanzate da Pierpaolo Polizzi, presidente regionale del’Aspat 

03 LUG - Assistenza ai cittadini campani con Alzheimer e altre demenze: il tema è stato affrontato nel corso di un evento forum che si è concluso ieri a Sant’Anastasia, promosso dal Comune di Sant’Anastasia e dall’Aspat Campania (Associazione strutture sanitarie private accreditate), associazione di categoria maggiormente rappresentativa del comparto Socio-sanitario campano.
 
L’Alzheimer è intorno a noi
Il Forum ha tra l’altro fatto da cornice alla presentazione di un libro di Michele Farina giornalista della redazione Esteri del Corriere della Sera (Quando andiamo a casa? edizioni BUR - maggio 2015) che illustra, in un’inchiesta unica nel suo genere, l’Italia dell’Alzheimer. Un viaggio che parte dalla malattia di sua madre e attraversa le vicende di pazienti, famiglie, operatori, ricercatori, strutture ed associazioni.
 
Esperienze diverse in viaggio per il mondo, che disegnano tuttavia un percorso unitario di una patologia che, complice l’allungamento della vita, è sempre più diffusa ed al tempo stesso più nascosta, al punto da renderci consapevoli che, con le parole dello scrittore. “l’Alzheimer è intorno a noi”. Un ricordo alla volta per ripercorrere la tappe di una malattia che distrugge  la mente, fa evaporare i ricordi e gli affetti, sbriciola la relazioni. L’Alzheimer è intorno a noi cammina con lo sguardo basso nelle famiglie, tra le mura domestiche, nelle corsie delle Rsa e nelle stanze delle Case albergo.
 
Diffusa tra padri, madri, nonni e zii. Sessantamila pazienti solo in Campania, il 10 % circa di quelli esistenti in Italia. Malati e famiglie in cerca di cure, dalla iniziale fase caratterizzata da disorientamenti di spazio e di tempo a quella del danno moderato, caratterizzato dalla progressiva perdita di autonomia e identità del paziente fino allo sfacelo terminale che mette in ginocchio care giver e reti di cura. Una rete diagnostico-assistenziale in Campania insufficiente, burocratizzata, parcellizzata tra funzioni sanitarie (a carico delle Asl), e sociosanitarie (deputate ai Comuni), con un’offerta a macchia di leopardo non specifica per questa e le altre demenze, in molti casi mutuata dall’offerta assistenziale per anziani e, dunque, fuori bersaglio. Carente sul versante sociosanitario come su quello delle cure domiciliari. Una rete a maglie larghe articolata tra delibere e decreti che, spesso, restano solo sulla carta.
 
La rete delle cure in Campania
Una rete da ricostruire e mettere in piedi, cucire e migliorare, per realizzare un’offerta a misura di fabbisogni. In pista ci sono da un lato il redigendo Piano regionale delle cure territoriali, che prenderà il via dalla metà di luglio, e dall’altro le previsioni del collegato al bilancio della Finanziaria regionale del 2016 che, all’articolo 20, per espressa volontà del presidente della Regione Vincenzo De Luca, riunifica in capo alle Asl le funzioni di ufficiale pagatore (con successive compensazioni tra Asl e Comuni), delle attività effettuate presso i centri accreditati.
Si parte dai percorsi integrati di presa in carico dei cittadini malati “carenti – spiega Salvatore D’Ambrosio, direttore del coordinamento sociosanitario della Asl Napoli 3 sud – di indicatori di appropriatezza, costi e procedure omogeneamente diffuso sul territorio e garantito a tutti i cittadini affetti da demenza – passando per le cure domiciliari per il malato di Alzheimer delineato da Maria Galdi psichiatria, direttore del settore fasce deboli della Asl Napoli 3 sud fino al tema delle demenza come nodo clinico e sociale in cui - a detta di Giuseppe Sanges, neurologo specialista ambulatoriale della Napoli 3 sud – non sempre il medico che impatta sul paziente ha gli strumenti culturali e di esperienza tali per affrontare adeguatamente il problema clinico.
 
“L’introduzione di nuovi farmaci – dice Sanges – dà al medico strumenti di intervento ma pone una serie di problemi relativi alla appropriatezza. La valutazione clinica, insieme a quella cognitiva e comportamentale, rappresenta lo strumento più efficace non solo per differenziare le varie forme di demenza, ma anche per l’individuazione precoce di malattia”          
 
Le proposte dell’Aspat
Costituire un tavolo regionale dedicato all’Alzheimer e alle altre demenze con il contributo di operatori e istituzioni (Struttura commissariale, Regioni e Comuni) coinvolti a diverso titolo in questo ambito assistenziale, potenziare i livelli di assistenza territoriale e domiciliare con la disponibilità dei centri erogatori Rsa e diurni, privati ed accreditati associati, condividere elementi innovativi e finalizzati alla definizione di nuovi scenari assistenziali, realizzare una rete integrata di servizi in un settore in cui saldare le due componenti (Sanità e Sociale) dell’assistenza a persone particolarmente colpiti e fragili nel quadro generale dei limiti di spesa imposti alla Campania dal Piano di Rientro e con la consapevolezza di "fare sistema".
Sono queste le proposte avanzate da Pierpaolo Polizzi, presidente regionale Aspat, nel corso del dibattito sostenuto da due testimonianze professionali di dirigenti e operatori della Asl Napoli 3 Sud. “Tenuto conto di quanto programmato ed in parte realizzato sul tema delle demenze in Regione Campania -. Ha concluso Polizzi - l'assemblea della mia associazione ha votato una mozione all'indirizzo del Presidente De Luca affinché acceleri l'adozione dei provvedimenti di giunta relativi alle modifiche occorrenti al bilancio regionale in attuazione dell'articolo 20 al collegato della Finanziaria 2016. Come ben noto, con tali provvedimenti si dovrebbero risolvere le gravissime criticità finanziarie inflitte ai Centri accreditati in ragione del diffuso stato di insolvenza dei Comuni riportando in capo alle Asl di appartenenza il pagamento in compensazione anche della quota sociale di compartecipazione, da quattro anni difficilmente riconosciuta e dunque remunerata da parte degli Ambiti di zona dei Comuni. 
 
Il punto di vista dei pazienti
Infine il punto di vista dei pazienti: “La cosiddetta quota alberghiera di compartecipazione a carico dei malati – avverte Caterina Musella, presidente regionale dell’Aima (Associazione italiana malati di Alzheimer -  che affianca la quota sanitaria, rimborsata alle Rsa dal Servizio sanitario regionale, in base a una sentenza della Corte di Cassazione di tre anni fa, la n. 4558 del 22 marzo 2012, non è dovuta. I malati di Alzheimer - e i loro parenti - non dovrebbero dunque versare alcuna retta alle Rsa pubbliche o private convenzionate (ovviamente non vale per quelle private) in quanto nella patologia di Alzheimer, secondo la suprema corte, non sono scindibili le attività socio-assistenziali da quelle sanitarie, per cui si tratterebbe di prestazioni totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale. Una sentenza disattesa anche perché esistono leggi regionali o regolamenti comunali che prevedono tale compartecipazione. Tra l’altro riportare sotto l’egida sanitaria tali cure eviterebbe a monte la cronica insolvenza dei Comuni di cui sono vittime i centri erogatori accreditati”.
 
Ettore Mautone
 

03 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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