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Diabete in Campania. Forte l'impegno della Regione a favore di una migliore gestione sul territorio

Secondo l’indagine di Gfk Eurisko i pazienti campani sono abbastanza informati sulla malattia ma meno soddisfatti di medici, liste d’attesa e servizi rispetto al dato nazionale. Presto ricostituita la Commissione diabetologica.

20 OTT - La maggior parte dei pazienti diabetici campani in terapia risulta abbastanza consapevole, attiva e competente nella gestione della propria patologia per una misura percentuale sostanzialmente in linea con il resto d’Italia. Il dato di soddisfazione registra però una lieve flessione in termini di soddisfazione nei confronti dei medici e dei servizi. Infatti, la soddisfazione dichiarata per la disponibilità e competenza dei medici curanti è tale per l’80% dei campani contro l’88% di media del resto d’Italia mentre il valore di gradimento per la qualità dei Servizi sanitari in termini di accessibilità, tempi di attesa e servizi offerti è del 62% contro il 75% del resto d’Italia, uno tra i valori più bassi registrati.
 
Dati che posizionano la Campania in una fascia media rispetto all’Italia in termini di competenza del paziente ma inferiore rispetto al gradimento dei servizi.
 
Sono questi alcuni tra i dati più evidenti dell’indagine condotta su scala nazionale da Gfk Eurisko e che, estrapolati a livello regionale, inquadrano la Campania tra le regioni che hanno ancora molta strada da fare soprattutto nell’organizzazione e nei servizi sul territorio.
 
La declinazione regionale della ricerca Gfk Eurisko è stata presentata nei giorni scorsi a Napoli nel corso di un incontro tra esperti organizzato da Sics, Società italiana di comunicazione scientifica e sanitaria con il sostegno non condizionante di Sanofi e promosso da Quotidiano Sanità nell’ambito del più vasto programma del progetto DIRE (Diabete, Informazione, Responsabilità, Educazione) che sta toccando dieci regioni fino al prossimo novembre. DIRE è un percorso di approfondimento sulle realtà regionali di governance del Diabete di cui la Campania è stata la sesta tappa.
 
All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle associazioni dei pazienti, rappresentate da Fabiana Anastasio, Coordinatrice regionale FAND, dei clinici e delle Società scientifiche di riferimento (Ernesto Rossi, Presidente AMD Campania; Gabriele Riccardi, Direttore della Diabetologia del Policlinico Universitario Federico II; Michela Petrizzo, Diabetologa presso la Seconda Università di Napoli; Valentina Orlando, Ricercatrice del CIRFF); delle farmacie del territorio (Michele Di Iorio, Presidente di Federfarma Campania) e della Regione, rappresentata da Antonio Postiglione, Direttore Generale Tutela della Salute.
 
Il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione della propria malattia ha effetti significativi sulla sua soddisfazione e sulla sua qualità di vita. Questo significa una migliore percezione dello stato di salute, un umore migliore, migliori relazioni sociali e familiari e migliori risultati in termini di buon controllo glicemico, minori ipoglicemie gravi, più aderenza al trattamento e maggiore capacità di migliorare il proprio stile di vita.

I risultati dello studio condotto da GfK Eurisko su un campione nazionale di 500 pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento con insulina confermano – anche a livello della Regione Campania – l’importanza di una buona relazione medico-paziente nel favorire il coinvolgimento attivo del paziente e nel migliorare i risultati della cura. Paziente che, in Campania, si caratterizza per una lieve peggiore condizione fisica rispetto all’Italia, in termini di sovrappeso (48% in Campania vs 46% in Italia) ma migliore per l’obesità (22% contro 27%).
 
“Il medico - ha dichiarato Isabella Cecchini, Direttrice del Dipartimento di Ricerche sulla Salute di GfK Eurisko - ha un ruolo fondamentale nell’educare il paziente e renderlo consapevole dell’importanza della cura e di un corretto stile di vita. Tale consapevolezza migliora la soddisfazione del paziente attraverso un migliore controllo della malattia”.
 
Ma l’indagine ha confermato che, sebbene anche in Campania il diabetologo sia il medico di riferimento per il paziente (lo è per l’88% degli intervistati), il medico di medicina generale ha un ruolo molto più collaterale (segue il 24% dei pazienti contro il 41% del resto d’Italia). Nella maggior parte dei casi il medico di famiglia ha un ruolo di trascrittore delle ricette dello specialista e per meno della metà dei casi ha un ruolo di supporto e motivazione nella gestione della malattia. Di una certa importanza la percentuale di pazienti che si rivolgono al privato (il 10%).
 
La diabetologia campana è però in fermento poiché nuove progettualità sembrano profilarsi all’orizzonte. A tutto vantaggio dei pazienti e dei clinici alle prese con una sostanziale riorganizzazione dei servizi sul territorio.

“Le modifiche allo studio della Regione per l'assistenza diabetologica” ha confermato in tal senso Ernesto Rossi, Presidente dell’Associazione medici diabetologi della Campania “sembrano essere tutte positive. A cominciare dalla strutturazione dell'assistenza sul territorio diversa dal passato che fissa il numero dei Centri Antidiabete ad uno ogni centomila abitanti, anziché 150mila. E' chiaro” ha sottolineato “che al momento queste modifiche sono ancora sulla carta ma confidiamo nel fatto che, come promesso dalla Regione, vengano attuate il prima possibile”.
 
Anche perché, come ha ricordato Gabriele Riccardi, Direttore della Diabetologia del Policlinico Universitario Federico II, in Campania “la mortalità per diabete è tra le più alte d’Italia, così come quella per malattie cardiovascolari. Le amputazioni sono circa 600 l’anno ed è fondamentale la prevenzione. Nella regione l’esame del piede viene fatto in appena il 30% dei pazienti e la microalbuminuria viene misurata nel 40% dei casi. Dati importanti da cui è assolutamente necessario partire”.


Una tensione collettiva al miglioramento dei servizi utile anche per “rimediare”, in qualche modo, a qualche “pasticcio” del passato come il decreto di circa tre anni fa, ricordato dai clinici presenti, “per cui il paziente diabetico fu affidato in gestione al medico di medicina generale, salvo quelli con complicanze. Ma il compito del diabetologo” ha sottolineato “dovrebbe proprio essere quello di evitare le complicanze… cosa sostanzialmente impossibile se vengono affidati quasi esclusivamente ai medici di famiglia pazienti molto complessi e con numerose comorbidità”.
 
Soddisfazione è stata espressa anche da Michele Di Iorio, Presidente di Federfarma Campania, secondo cui in questo particolare momento storico e politico “la Regione sembra essere molto sensibile alla necessità di adeguare i servizi ai cittadini responsabilizzando al contempo questi ultimi a un più corretto utilizzo delle risorse”.

E, sebbene preoccupata per l’assenza di ogni riferimento ai Centri di Assistenza diabetologica nelle bozze dei nuovi Atti aziendali delle Asl (preoccupazione fugata dal Direttore generale della Salute della Regione), Fabiana Anastasio, Coordinatrice regionale della FAND, ha espresso massimo sollievo per l’impegno della Regione alla ricostituzione della Commissione regionale diabetologica quale luogo privilegiato per portare alle istituzioni le istanze dei cittadini e dei pazienti nonché soddisfazione poiché in Campania “la prescrizione del farmaco al minor costo è limitata alle nuove diagnosi e la legge garantisce la continuità terapeutica”.
 
Del resto, ha sottolineato dal canto suo Antonio Postiglione, Direttore generale della Salute della Regione Campania, “abbiamo registrato un grande impulso da parte del Presidente Vincenzo De Luca affinché si avviasse un serio processo di monitoraggio delle esigenze di organizzazione sul territorio dei centri per la cura del diabete. Così come fortemente voluta dalla Giunta regionale è stata la delibera approvata nel luglio scorso che finalmente ha fatto luce sul fabbisogno dei Centri diabete sia per quelli di secondo livello (gli Hub) sia per quelli più di prossimità (gli Spoke) che debbono riferire ai primi. Bisogna peraltro considerare che anche questa materia rientra nelle competenze della gestione commissariale, cosa che non ha impedito al Presidente di stimolare fortemente l'amministrazione regionale affinché decolli presto un nuovo sistema di potenziamento delle cure del diabete sul territorio. Per quanto riguarda la ricostituzione della Commissione diabetologica regionale, ferma dal settembre dello scorso anno, l'amministrazione regionale è fortemente impegnata per ripristinare tutte le attività di collaborazione sia con le associazioni di categoria, sia con i medici del territorio, sia con la valutazione degli atti aziendali affinché si abbia a riferimento la definizione dell'organizzazione dell'assistenza in ospedale come sul territorio per questa patologia”.
 
In Campania inoltre, nonostante le difficoltà economiche, non è stata operata (come in altre Regioni) una stretta sulla libertà e autonomia del medico quanto, semmai un forte monitoraggio dell'appropriatezza prescrittiva mai disgiunto, ha tenuto a precisare Postiglione “da un forte rispetto dell'autonomia del professionista per la scelta delle cure, quando sono dettate da esigenze scientifiche a garanzia del diritto alla salute dei cittadini”.

A questo serve anche l’implementazione della piattaforma informatica Saniarp, (non ancora però ben digerita dei diabetologi…) che, ha quindi concluso Postiglione “ci consentano di monitorare qualità e quantità delle prescrizioni senza alcuna intenzione né provvedimento al fine di mortificare la professionalità di chi, a giusta ragione, prescrive per la salute dei suoi pazienti”.  

20 ottobre 2016
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