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Campania. Tetti di spesa accreditati ancora al palo. Gelo tra De Luca e i commissari

Intanto il consigliere Borrelli annuncia che proporrà domani al Consiglio regionale di votare un ordine del giorno per sfiduciare Polimeni e chiedere al Governo di affidare il commissariamento al presidente De Luca.

25 OTT - Sanità privata accreditata: tetti di spesa ancora al palo in Campania, posti al centro di un duro braccio di ferro istituzionale tra il presidente della Regione Vincenzo De Luca e i commissari ad acta, Joseph Polimeni e il suo vice Claudio D’Amario.

Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi - a base di lettere e circolari, in cui l’uno indica la possibilità di sforare (almeno per le prestazioni ritenute essenziali e da remunerare al solo costo di produzione) e gli altri ribadiscono l’inviolabilità delle soglie di spesa e la necessità di ricorrere alle sole strutture pubbliche per assicurare l’assistenza - domani, in Conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale, Emilio Francesco Borrelli annuncia di voler chiedere, per l’ennesima volta, la sfiducia “politica” dei due commissari.

“Porterò alla riunione di maggioranza alcune proposte su Sanità e politica – dice l’esponente dei Verdi - per chiedere il sostegno degli altri partiti della coalizione e del presidente De Luca. Per la Sanità chiederò che il Consiglio regionale voti un ordine del giorno in cui si manifesti la sfiducia verso il commissario Polimeni e si chieda al Governo di affidare il commissariamento al presidente De Luca visto l'atteggiamento poco collaborativo mostrato sinora dal commissario; sempre per la Sanità, ribadirò la necessità della collaborazione con gli altri rappresentanti istituzionali e i cittadini per trovare una soluzione che permetta di salvare il San Gennaro, al di là delle strumentalizzazioni e delle polemiche politiche. Per quanto riguarda, infine, i costi della politica chiederò il sostegno per la proposta di legge che prevede l'abolizione del vitalizio per chi ha già un altro trattamento economico simile per aver ricoperto altri ruoli istituzionali oltre allo stop alla reversibilità dei vitalizi per gli eredi, a meno che non sia l'unico reddito a disposizione” ha concluso Borrelli.

No all’incompatibilità per i governatori
L’iniziativa politica locale fa il paio con quella avviata a livello nazionale e che vede la Campania guidare il fronte delle Regioni del Sud per chiedere che sia superata l’incompatibilità tra il ruolo di Governatore e quello di Commissario ad acta per la Sanità a patto che il presidente della giunta in carica non sia responsabile dello sbilancio di cui dovrà diventare Commissario.

Lo staff di De Luca, nei giorni scorsi, ha in tal senso notificato in Commissione Sanità del Senato, la richiesta ufficiale per la decadenza di tale sbarramento. Posizione che il 9 novembre sarà discussa in sede di Conferenza dei Presidenti per poi esplorare la possibilità che tale norma, con l’avallo politico del Governo, possa trovare ratifica nel collegato alla legge di Stabilità. Sempre il 9 novembre, infine, il Tar dovrà pronunciarsi nel merito sulla legittimità della clausola di salvaguardia inserita negli schemi di contratto con le Asl allo stato ancora al palo.    

Il nodo della programmazione
Sul tavolo resta il delicato snodo della programmazione dei tetti di spesa in Campania che vede da settimane mobilitato tutto il fronte della Sanità accreditata. All’indice il metodo e il merito delle scelte operate dal commissario governativo Joseph Polimeni e dal suo vice Claudio D’Amario per il rilancio dei Livelli di assistenza e il sostanziale fallimento del cronoprogramma fissato dai ministeri a dicembre del 2015 per negoziare e contrattualizzare i budget con i privati per il 2016 e 2017 inseriti come obiettivi nei programmi operativi dai ministeri vigilanti. Al palo anche il sistema premiante capace di ridurre le liste di attesa, abbattere la mobilità passiva e potenziare la medicina preventiva.

Già una volta, a fine settembre, il Governatore è volato a Roma per ottenere in tempo reale, su input del ministero, una sostanziale modifica dei decreti varati ad agosto e sempre De Luca - non avendo poteri amministrativi sulla Sanità – ha poi preso carta e penna scrivendo una lettera d’intenti il 13 ottobre - indirizzata alle associazioni di categoria, ai sindacati confederali e ai direttori generali delle Asl - che ha consentito di abbassare la tensione e revocare lo sciopero dei medici della sanità accreditata, connotando ancor più, dal punto di vista politico, il proprio operato. Un invito formale al superamento dello stato di agitazione e alla stipula dei contratti, quello del governatore, ricordando come l’iniziativa della Regione “abbia consentito di acquisire nuove risorse per il comparto privato, di superare la clausola di salvaguardia ipotizzata negli schemi di contratto (solo per il pregresso ndr), di rispondere positivamente alle strutture di riabilitazione e dare copertura aggiuntiva alle prestazioni ad alta complessità”.

Commissione mista entro fine anno
Una nota in cui la Regione s’impegnava a costituire una Commissione mista per definire, in modo corretto, sulla base di un aggiornamento del fabbisogno, i tetti di spesa limitando la stipula dei contratti al solo 2016. La Regione, scrive De Luca, “impegna i Direttori generali delle Asl ad individuare da subito, dopo la sottoscrizione dei contratti, nell’ambito delle risorse finanziarie correnti, somme disponibili a remunerare i meri costi di produzione di quelle prestazioni sanitarie ritenute essenziali che si siano realizzate a fine 2016, al di fuori dei tetti di spesa”. Da qui l’invito, alle strutture accreditate, a siglare i contratti a dare lo stop alle procedure di mobilità a carico dei dipendenti garantendo la continuità delle prestazioni.
L’obiettivo era ridare fiato alle trattative ormai in stallo, recuperare la situazione di crisi con l’esaurimento del budget per le principale prestazioni in convenzione erogate soprattutto a Napoli e provincia.

La replica dei Commissari
Ma dal canto loro i commissari hanno ribadito la linea delle fermezza con una circolare: “Stanno pervenendo a questa struttura commissariale – scrivono Polimeni e D’Amario – e alle stesse Asl, comunicazioni scritte da parte di alcuni erogatori privati in cui gli stessi, preso atto degli specifici impegni assunti dal presidente della Regione Campania (nota del 13 ottobre del 2016) elencano le prestazioni “essenziali”che possono continuare ad erogare anche oltre i tetti di spesa fissati per il 2016”. I commissari chiariscono dunque la vigenza di tutte le contestatissime disposizioni stabilite dei decreti 85 e 89 dello scorso agosto conformi “al Piano di rientro e alla Spending Review” validi sia per la specialistica ambulatoriale sia per l’ospedalità privata. Pertanto – è scritto nella nota – i manager dovranno, “In caso di esaurimento del tetto di spesa garantire le prestazioni ritenute essenziali ricorrendo alle strutture sanitarie pubbliche, se necessario anche di altre Asl e aziende ospedaliere”. Saranno dunque considerare non remunerabili le prestazioni rese dai privati oltre i limiti di spesa e le fatture dovranno essere valutate e attentamente considerate anche per la loro semplice ricevibilità. Il tutto al fine di “evitare illegittimi affidamenti, potenziali danni erariali e ulteriore contenzioso”.

Una nota giunta come una doccia gelata sul già difficile cammino che porta alla sigla dei contrati per le definizione dei rapporti tra Asl e strutture accreditate. Sul punto l’assemblea dell’Aspat ha tra l’altro già votato, due giorni fa, per lo stop all’erogazione di prestazioni oltre i tetti vigenti proprio per evitare emorragie di bilancio.  

Ettore Mautone

25 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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