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Violenza sulle donne, codice rosa al Cardarelli

Al via a un percorso per la tutela di chi è vittima di maltrattamenti. Ecco la mappa delle iniziative in occasione del 25 novembre ricorrenza della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

18 NOV - Femminicidi e violenza contro le donne: il Cardarelli è in campo per rafforzare l'impegno a salvaguardia della salute di tutte le donne. In occasione del 25 novembre, ricorrenza della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l'ospedale collinare di Napoli si veste di rosa, anzi di rosso (colore universalmente associato al femminicidio), e inaugura ufficialmente il Centro Dafne.
 
«E' l'inizio di un percorso al quale teniamo in modo particolare», spiega il Direttore generale Ciro Verdoliva. «In un pronto soccorso come il nostro, che ogni anno intercetta decine di migliaia di pazienti, non potevamo non dedicare un'attenzione particolare a quei segnali dietro i quali si maschera la violenza». Per questo motivo, in linea con gli obiettivi della Regione e con il sostegno dell'assessore regionale Chiara Marciani (che tra le sue deleghe annovera quella alle Pari Opportunità), il Cardarelli ha scelto di accelerare l'inaugurazione del Centro Dafne - codice rosa (padiglione M, piano terra), che è la componente più visibile di un enorme lavoro che inizia già dal pronto soccorso e si estende lungo tutto il percorso di assistenza alle donne vittime di violenza. Si tratta del completamento del Percorso Rosa in Pronto soccorso.
 
«Grazie alla formazione che da più di un anno coinvolge il personale medico e infermieristico del pronto soccorso, portata avanti dall'Associazione Salute Donna - spiega il direttore sanitario aziendale Franco Paradiso - oggi al Cardarelli è possibile individuare precocemente i segni di una violenza in quelli che a prima vista potrebbero sembrare gli effetto di un “incidente”. E' a questo punto che alla cartella della paziente viene applicato dal personale competente il “codice PR” (Percorso Rosa). Questo significa che in quel preciso momento la paziente viene trasferita in una medicheria dedicata, un ambiente protetto nel quale viene garantita oltre all'assistenza anche la privacy assoluta».
 
«A regime - aggiunge Ciro Verdoliva - il Percorso Rosa porterà all'introduzione di una speciale cartella clinica “blindata”, dove il verbale di pronto soccorso e i dati clinici della paziente saranno consultabili solo dalla Direzione sanitaria dell'ospedale e dalla responsabile di Pronto soccorso. Le donne vittime di violenza devono sapere che il Cardarelli è al loro fianco, senza se e senza ma. La nostra struttura ha gli strumenti per garantire loro sicurezza, privacy e sostegno psicologico». 
 
Uno dei rischi, nei casi di violenza, è infatti che i dati della paziente possano essere utilizzati dall'aggressore per costruire una tesi difensiva laddove dovesse esserci una denuncia. Spesso per paura e perché non sono state adeguatamente accolte e informate dalla struttura sanitaria alla quale si sono rivolte dopo l'aggressione, molte donne dopo le cure fingono che nulla sia accaduto, esponendosi ad un rischio ancora maggiore.
 
Il Centro Dafne - codice rosa
Il Centro Dafne - codice rosa, sarà un luogo dove le pazienti potranno trovare il dovuto sostegno da parte delle psicologhe dell'Associazione Salute Donna, ma anche la consulenza necessaria ad inserire in cartella un referto che chiarisca, e dia valore legale, al danno psicologico che è conseguenza della violenza fisica o morale. «Le nostre psicologhe sono pronte ad accogliere e sostenere tutte le pazienti che vorranno rivolgersi a noi» spiega Elvira Reale, psicologa - rappresentante regionale dell'Osservatorio nazionale antiviolenza e responsabile del Centro Dafne - codice rosa del Cardarelli. «Questo percorso, oltre che essere un adempimento previsto dalla legge, è il primo fondamentale passo per una possibile uscita dalla violenza. La direzione generale del Cardarelli ci ha sostenuto e riteniamo che la formazione continua del personale sia cruciale anche come prevenzione del femminicidio».
Fortemente simbolico, il nome Dafne scelto per il Centro fa riferimento alla mitologia greca, alla vicenda del dio Apollo e della ninfa Dafne, la storia di un amore infelice. Secondo la mitologia la ninfa invocò la madre Gea affinché mutasse il suo aspetto, così da sfuggire alla passione incontrollabile del dio Apollo. Il mito vuole che il corpo aggraziato della ninfa sia stato tramutato in solida corteccia e i suoi piedi in robuste radici; mentre il volto, solcato dalle lacrime, sia svanito nella cima dell'albero. Dafne era stata trasformata in un albero di lauro. Aveva rinunciato al suo corpo per sfuggire all'ossessione di Apollo.
 
Il Cardarelli sotto una nuova luce
Nei giorni che precederanno la giornata contro la violenza sulle donne, a partire dalla sera del 21 novembre, la facciata dello storico edificio che ospita la direzione generale del Cardarelli sarà illuminata da una luce rossa simbolo della violenza sulle donne. La stessa luce avvolgerà fino al 25 novembre, il passaggio di quanti ogni giorno attraverseranno l'androne dell'ospedale. Un modo per attirare l'attenzione dei cittadini che induca a riflettere su un tema tanto importante, sul quale ancora c'è tanto da fare.
«L'allestimento luminoso - conclude il direttore generale - resterà al di là della manifestazione del 25 novembre come elemento di comunicazione con la città, che sempre più deve guardare al Cardarelli come ad un baluardo a tutela della salute dei cittadini. Questo è il nostro unico obiettivo, lavorare per garantire salute».
 
Il Policlinico Vanvitelli
Anche il Policlinico Vanvitelli (Ex Sun) è a Napoli punto di riferimento per le donne del centro storico. Un presidio per prevenire e combattere la violenza sulle donne, in grado di offrire assistenza qualificata con i professionisti sanitari, ginecologi e ostetriche, formati proprio per dare sostegno e consulenza specialistica. Un “progetto rosa”, che fa capo a un Centro di soccorso contro la Violenza sessuale. 
 
Sono oltre 2 mila e cinquecento donne uccise negli ultimi 12 anni in Italia, 10 stupri ogni giorno, e spetta proprio alla Campania, con il Lazio, la maglia nera. Ogni 12 secondi una donna viene colpita da atti di villenza fisica, verbale e psicologica, ma quante denunciano? Basta pensare che frequentemente patologie ginecologiche o patologie della gravidanza sono alimentate  una storia di violenza.  Ecco perché il Policlinico ha deciso di svolgere un ruolo centrale in questo senso. Formando gli operatori, innanzitutto. E creando un luogo dove la donna possa essere ascoltata, aiutata, dove le siano offerti servizi di diagnosi e trattamento sanitario attraverso un'offerta attiva di assistenza per favorire l'emersione del fenomeno, dove le sia offerta la possibilità di un percorso di uscita dalla violenza costruito su una specifica e professionale continuità assistenziale della donna vittima di violenza in stretta interconnessione con la rete, il territorio e i servizi specifici di riferimento. Non a caso il master di “Ostetricia legale e forense”, ha inserito tra i suoi obiettivi formativi l'acquisizione delle competenze per l'individuazione e la definizione delle diverse forme di violenza
 
Il Comune di Napoli
In campo contro la violenza sulle donne anche il Comune di Napoli che dal 19 al 27 novembre organizza in città una serie di eventi per celebrare la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. La rassegna, che si intitola  “Svergògnati - Un atto d'amore” è promossa dall'assessorato alle Pari Opportunità e coinvolge numerose scuole del territorio. In programma incontri, spettacoli, mostre fotografiche, reading, seminari, ed il convegno 'Strategie di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne' che si terrà il 25 novembre nel Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova.
 
In occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, il Comune ha realizzato una campagna di informazione e comunicazione che sarà diffusa sul circuito Metronapoli, sui taxi e sui bus Anm. I tassisti hanno aderito all'iniziativa e nella giornata del 25 novembre le donne non pagheranno il diritto di chiamata. Intanto a settembre scorso ha riaperto i battenti  a Napoli Casa Florinda, la comunità residenziale per donne maltrattate del Comune di Napoli con un rinnovato percorso di accoglienza prevedendo anche una "exit strategy" con l'erogazione di un Pocket Money mensile a favore delle donne ospiti della struttura. In altre parole, vogliamo rendere possibile e reale il percorso di emancipazione ed indipendenza di ogni donna. Alle azioni di supporto psicologico, legale e sociale, si aggiunge la sfida di accompagnare le donne verso la piena autonomia abitativa e lavorativa.
 
I dati, Campania maglia nera
Il 2015 è stato un anno nero per i femminicidi: 179 donne uccise, una ogni due giorni, il 14% in più rispetto alle 157 dell'anno precedente (dati Eures). La Campania presenta il più alto numero di femminicidi tra le regioni seguita da Lombardia e Puglia e il 66,4% delle vittime in ambito familiare, hanno trovato la morte per mano di coniuge, partner o ex partner. Ma senza osservatorio anche i numeri restano frammentati, incompleti e incerti. Le norme invece non mancano: dalla convenzione di Istanbul alla legge nazionale n. 119 del 15 ottobre 2013. La Campania ha fatto da apripista con lo Statuto del maggio 2009 che (articolo 5) attribuisce valore della differenza di genere. Poi la legge 2 dell'11 febbraio 2011 concepita durante l'era Bassolino e giunta in porto nella consiliatura Caldoro prevede misure qualificanti sul fronte prevenzione e per la formazione di operatori, medici, poliziotti, avvocati, parroci. Infine la legge regionale del 21 luglio 2012, n. 22 per l'accoglienza e l'assistenza alle vittime di violenza. Il nodo da sciogliere restano i fondi. 
 
La mappa dei servizi
A Napoli e provincia sono una decina i centri ascolto. La Cisl è attiva dal 2011 con due sportelli, uno a Napoli in via Medina e uno a Pozzuoli. “Facciamo anche accompagnamento”, avverte la responsabile Anna Letizia. Quello del Comune, un tempo al Parco Carelli (Posillipo) è oggi in una nuova sede a Montecalvario dove lavorano funzionari del Comune collegati con il numero rosa nazionale 1522. Casa Florinda era in rete con il pronto soccorso dell'ospedale San Paolo dove esiste un Punto rosa e un centro refertazione gestito da medici e psicologi realizzati anch'essi per volontà di Elvira Reale, ex dirigente Asl. Un percorso rosa esiste anche al Loreto Mare ma manca ancora la rete e una cabina di regia. Mentre i casi di violenze fisiche, psicologiche, sessuali, economiche, di mobbing e stalking proseguono a un ritmo impressionante. 
 
 
Ettore Mautone

18 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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