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Ospedale Nola. Cittadinanzattiva: “Il rischio è che a breve ci chiedano di portarci il letto da casa”

Per il Tribunale dei Diritti del Malato - Cittadinanzattiva quelle che provengono da Nola sono "immagini inaccettabili" che richiamano un ospedaled a campo, con condizioni disumane per cittadini e operatori sanitari. Per Aceti a essere calpestati sono i diritti delle persone malate, come quello alla dignità personale, alla riservatezza e alla sicurezza

10 GEN - "Immagini inaccettabili che richiamano alla mente non una struttura del nostro Servizio Sanitario Nazionale ma un ospedale da campo, con condizioni disumane per cittadini e operatori sanitari. Ad essere calpestati sono innanzitutto i diritti delle persone malate, come quello alla dignità personale, alla riservatezza e alla sicurezza". Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, sulla vicenda dei pazienti sdraiati per terra su coperte nel Pronto Soccorso di Nola.

"Il rischio - denuncia Aceti - è che a breve ci chiedano di portarci il letto da casa. Si sapeva del picco influenzale, si sapeva del freddo e quindi ci si poteva e doveva attrezzare per tempo nel garantire la gestione del possibile sovraffollamento dei Pronto Soccorso, che poi puntualmente si è verificato.  E le responsabilità sono tanto a livello di singola struttura sanitaria che a livello di Regione, la quale ha tra i suoi compiti la programmazione e la verifica dei servizi. Non si può mettere i cittadini di fronte alla scelta tra il non essere assistiti o invece esserlo ma sdraiati a terra".

"Se prima il sovraffollamento dei PS poteva essere considerato una condizione straordinaria - spiega Aceti -, negli ultimi anni purtroppo sta diventando quasi l'ordinario, prevedibile nei momenti di picco influenzale, e quindi a maggior ragione ogni struttura sanitaria dovrebbe avere un Piano di Gestione del Sovraffolamento come raccomandato  dalla SIMEU (Società italiana dei medici dell'emergenza urgenza); allo stesso tempo, nel 40% dei PS manca l'Osservazione Breve Intensiva con posti letto dedicati, come emerge da un nostro recente monitoraggio nazionale, svolto insieme alla SIMEU. E ancora il 45% dei DEA di I° livello non ha conoscenza in tempo reale dei posti letto disponibili nei reparti di tutta la struttura e questo incide su affollamento, sovraccarico del personale e qualità dell'assistenza. Il personale sanitario dovrebbe essere adeguato ai bisogni di assistenza e invece siamo alle prese da anni con un blocco del turn over che sta incidendo sull'accesso e la qualità delle cure. Si dovrebbe riorganizzare e rafforzare l'assistenza territoriale, in particolare il sabato e la domenica, per ridurre la necessità di ricorrere al PS".

"Attendiamo – conclude Aceti - di conoscere gli esiti delle ispezioni del Ministero della Salute e della Regione, ma soprattutto le azioni di miglioramento che saranno messe a punto e che auspichiamo siano il frutto di un confronto anche con le Organizzazioni di cittadini".

10 gennaio 2017
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