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Scandalo Loreto Mare. Dopo il blitz richiamati al lavoro molti degli operatori ai domiciliari per “evitare interruzioni di servizio”

Intanto le indagini continuano e si allargano. Si profilano infatti nuovi profili di illegalità nascosti nelle pieghe della radiologia di un ospedale collocato in un quartiere difficile di Napoli dove il contesto ambientale condiziona anche l’assistenza sanitaria. In campo la Regione e il nuovo management che annunciano tolleranza zero verso l’illegalità. Sullo sfondo il trasloco di molti servizi al nuovo ospedale del Mare a Napoli est

28 FEB - Fa emergere una lunga scia di malaffare l’inchiesta della Procura di Napoli sull’assenteismo al Loreto Mare. Non solo assenze camuffate dal passaggio di badge tra un lavoratore e l’altro e presenza al lavoro registrata manipolando con presunte intrusioni truffaldine il sistema informatico dell’ufficio Prass (presenza e assenze) dove due amministrativi deputati a vigilare fanno parte dei 55 dipendenti della Asl trattenuti agli arresti domiciliari sugli 86 indagati.
 
Ma il nuovo filone d’inchiesta condotta dai Nas riguarda anche la possibilità che nella radiologia del Loreto Mare, di notte, fossero effettuati esami radiologici fasulli da utilizzare per avallare contenziosi in incidenti stradali e ottenere rimborsi dalla compagnie assicurative. Un filone di indagine agli albori e ancora tutto da appurare. Intanto ieri sono iniziati gli interrogatori di garanzia con la escussione, per chiedere conto dei mancati controlli, del direttore generale della Asl Elia Abbondante (estraneo alla vicenda) cui oggi dovrebbe fare seguito quella del direttore sanitario del presidio Mariella Corvino (anch’essa allo stato estranea agli addebiti).
 
Intanto per 44, dei 55 arrestati ai domiciliari, la Procura ha disposto la notifica dei provvedimenti restrittivi con l’indicazione a recarsi regolarmente al lavoro per evitare interruzioni di servizio mentre per altri 5 la questione non si pone in quanto sono nel frattempo andati in pensione (l’indagine riguarda il biennio 2014 e 2015). Un altro è, infine, un ex dipendente del Loreto che si era dimesso nel 2015 per dedicarsi all’attività privata mentre 5 sono invece stati sospesi anche dal lavoro. Per questi ultimi la Asl ha fatto scattare la sospensione dal servizio attivando il provvedimento che impedirà loro di raggiungere il posto di lavoro.
 
Per tutti è stato invece attivato il procedimento disciplinare all’apposito ufficio disciplinare della Asl. Dei 55 dipendenti della Asl ai domiciliari, dunque, i 44 che potranno tornare in servizio sono 7 tecnici di radiologia medica, 9 operatori tecnici, 17 infermieri, uno specialista ambulatoriale di Ostetricia e ginecologia, 1 assistente amministrativo, 5 coadiutori amministrativi e 4 operatori sociosanitari.

“Le attuali norme – dice il manager Elia Abbondante - senza attendere la riforma Madia che non ha carattere retroattivo, in casi comprovati consentono il licenziamento”. Proprio Abbondante, in scia alla strategia antiassentesimo annunciata da De Luca conferma di voler utilizzare il pugno duro. 
“Sarà tolleranza zero per gli inadempimenti del personale – avverte – sia per chi è stato raggiunto da provvedimenti giudiziari restrittivi che prefigurano un profilo di responsabilità penale oggettivo, sia per chi, ai livelli apicali della dirigenza sanitaria e amministrativa, avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto”.
 
Alza il tiro il direttore generale della Asl Napoli 1 e dice di voler andare a fondo su tutti i livelli di responsabilità. “Non transigerò su nulla, quello che è accaduto qui è una vergogna per la Campania, per Napoli e l’Italia. Abbiamo ereditato anche questo modus operandi e ci attrezzeremo per fare in modo che questa mala pianta venga radicalmente eliminata. Perseguirò le responsabilità in toto. Procederò in tutte le direzioni, non ci sono giustificazioni. Ci stiamo organizzando, dobbiamo attrezzarci anche su questo fronte. Pensavo di fare sanità ma dobbiamo organizzarci per fronteggiare anche queste attività. Rimarco che ho ereditato questo sfacelo”.
 
“Devo affrontare continue falle nella organizzazione sanitaria di questa Asl, nella presenza in servizio, sull’efficienza, sull’assistenza. Un’eredità pesante. Eppure la Napoli 1 è stata governata da direttori generali, commissari e anche manager provenienti dai carabinieri. Ci vuole un’azione congiunta di tutte le forze istituzionali preposte. Da solo non ce la potrei fare. Il mio nucleo ispettivo è fatto di poche unità. Parliamo di 8.500 dipendenti, 24 strutture ospedaliere, 50 60 centri periferici”.
 
Parallelamente alle due inchieste interne avviate in queste ore dalla Asl (sul personale e sulla filiera delle responsabilità dei livelli apicali) anche le indagini della magistratura mirano a fare luce su altri livelli di responsabilità. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe l’operato della direzione sanitaria e degli altri livelli di vigilanza. Ma si procede a 360°.

Parla intanto di “farabuttismo” il governatore campano Vincenzo De Luca per definire il comportamento dei furbetti del cartellino smascherati dai carabinieri al Loreto Mare - a margine della presentazione del nuovo museo “Corporea” di Città della Scienza - “ma stiamo spiegando a tutti che la ricreazione è finita e che non c'è più alcuna protezione per nessuno”.
 
“Stiamo dando indicazioni alle Asl - ha detto De Luca - di muoversi su una linea di assoluto rigore. Sono vicende che riguardano la realtà di due anni fa. Un'eredità frutto di un lassismo che dobbiamo superare, perché si violano le leggi, perché si offende la dignità di medici e infermieri che danno l'anima per garantire un servizio ai cittadini e perché si sporca l'immagine di Napoli che invece è da difendere in onore allo spirito di sacrificio e senso delle istituzioni in tantissime realtà della Campania. La dirigente del pronto soccorso del Cardarelli, ad esempio, è una donna eccezionale con una dedizione che meriterebbe un riconoscimento” ha poi concluso De Luca.
 
Tra le soluzioni indicate l’estensione, a tutte le strutture sanitarie e ospedaliere della Campania, del sistema di rilevamento delle impronte digitali, da concordare d’intesa con l’autorità garante della privacy. Un’azione, quest’ultima, già adottata nei mesi scorsi presso il Ruggi d’Aragona di Salerno. Qui sono stati in totale 202 i dipendenti per i quali la Procura ha formulato richieste di rinvio a giudizio per truffa ai danni dello Stato su quasi mille persone indagate (con numerose posizioni poi stralciate e ridotte a meno di 500), mentre si attende domani l’udienza per altri 84. Una soluzione che, tuttavia, il direttore della Asl Napoli 1 Elia Abbondante considera troppo onerosa.
 
Un’altra misura indicata da De Luca è la firma di un protocollo d’intesa con i Nas per effettuare controlli congiunti insieme agli uffici ispettivi regionali. Terza ipotesi, infine, la responsabilizzazione di più funzionari nel controllo delle presenze delegando su ogni turno un responsabile chiamato poi a rispondere di eventuali violazioni. Ciò per evitare che alla mancata verifica di un coordinatore, che a sua volta può essere assente, il rilievo della presenza dei dipendenti di un settore o reparto sia affidata elusivamente alla responsabilità dei singoli. Insomma una strategia complessiva di contrasto alle truffe del cartellino capace di rendere la vita più difficile se non impossibile la vita ai furbi del cartellino.

La Radiologia negli anni 80 era un fiore all’occhiello della sanità campana sotto la guida di uno dei maestri storici dalla medicina campana. La decadenza è segnata sette anni fa con il blocco del turn-over e il Piano di rientro, presupposti per un’inerzia che ha lasciato il timone del reparto e anche di molti settori cruciali dell’ospedale a primari facenti funzione. Senza una guida dirigenziale è rimasta per anni anche il settore tecnico mentre le tecnologie, senza investimenti, diventavano sempre più datate ed obsolete.
 
Un declino sul quale è intervenuto in tempi più recenti proprio l’attuale direzione strategica che ha acquistata una nuova Tac e un riunito radiologico (saranno montati a fine marzo) e nelle more affittato un apparecchio mobile a supporto del pronto soccorso spesso bloccato dalle continue avarie delle apparecchiature.

Ma la situazione generale che dovrebbe risolversi con l’attivazione del pronto soccorso dell’Ospedale del Mare. Il Loreto, destinato alla chiusura e inversione in attività distrettuali dal vecchio Piano ospedaliero del 2010, è invece destinato ad avere un ruolo nel nuovo riordino delle degenze approvato da Regione e ministero conservando un pronto soccorso di I livello e per diventare da qui all’estate, con la migrazione al nuovo ospedale del Mare di Cardiologia, Utic e Emodinamica un polo materno infantile accogliendo i 16 posti letto di Pediatria dell’Annunziata più altri 30 di Ostetricia e ginecologia. Lasceranno il Loreto anche Neuroradiologia, Neurochirurgia e Neurologia per fare posto a una Tin (intensiva neonatale) e alla Neonatologia.
 
Ettore Mautone

28 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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