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Al via la rete oncologica campana: al Pascale il ruolo di coordinatore

Sette le strutture chiamate a cambiare il volto dell’assistenza sanitaria ai malati di tumore. Il modello operativo scelto è quello del Comprensive cancer center network che tende a includere le strutture presenti sul territorio e a vario titolo competenti per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del cancro. 

29 MAR - Piano oncologico campano: a distanza di circa un mese dall’ultima nota del commissario (dimissionario) per la Sanità regionale, prende ufficialmente il via, all’istituto oncologico Pascale, il coordinamento della Rete oncologica campana (Roc). Quest’ultima, così come descritto nel Piano Decreto commissariale n. 98 del 2016) mira a determinare una svolta nell’assistenza sanitaria ai malati di tumore.
 
Il modello operativo scelto è quello del Comprensive cancer center network che tende a includere le strutture presenti sul territorio e a vario titolo competenti per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del cancro. Una griglia completa che definisce tempi certi e tempi giusti per un accesso alle cure più adeguate. L’obiettivo è migliorare gli esiti in termini di mortalità e intercettare una fetta consistente di pazienti che, per questa patologia, emigrano dalla Campania. Nell’aula del consiglio dell’Istituto dei tumori di Napoli si sono dati appuntamento i rappresentanti dei Corp (Centri oncologici di riferimento polispecialistici) e dei Corpus (universitari) della rete oncologica costituiti da Istituto Pascale, Aziende ospedaliere universitarie Federico II e Luigi Vanvitelli, Cardarelli, Ospedali dei Colli, Moscati, Rummo e San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
 
I Corp hanno riconosciuto nel Pascale la funzione di coordinatore della Rete, individuando nell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico monospecialistico campano il luogo dove definire le modalità di cooperazione per l’immediato avvio delle attività. Approvare i Percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (Pdta) (non inclusi nel decreto), disporre di adeguate risorse economiche, attuare i Progetti obiettivo di Piano gli obiettivi che la Rete si è proposta di attivare nell’immediato. Chiamati a far parte della rete ci sono anche i Centri per le cure di I livello, gli Hospice e i reparti e ambulatori di Terapia del dolore cui si aggiungono i Centri provinciali di Oncofertilità per la crioconservazione dei gameti dei pazienti con patologia neoplastica per la preservazione della fertilità. I quattro Corpus hanno sede negli Irccs Pascale, polo oncologico di riferimento regionale, presso l’azienda ospedaliero universitaria Federico II di Napoli, all’Aou della Seconda Università di Napoli al San Giovanni di Dio e al Ruggi D’Aragona di Salerno.
 
I 5 Copr individuati dal Piano hanno invece sede nelle Aziende ospedaliere di rilievo nazionale e di alta specializzazione: Moscati di Avellino, Rummo di Benevento, Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, al Cardarelli di Napoli e all’azienda dei Colli (Monaldi). I Corp-Corpus sono un aggregato funzionale di Unità operative complesse di Unità semplici e dipartimentali finalizzate verso obiettivi comuni di assistenza. Gli incontri avranno carattere mensile e si articoleranno in argomenti di volta in volta condivisi.

I gruppi oncologici multdisciplinari
La Rete oncologica campana prevede l’istituzione, da parte delle Aziende individuate quali Corp, dei Gruppi oncologici multidisciplinari (Gom), specifici per la singola patologia neoplastica. Le figure professionali fondamentali, che compongono tali equipe, sono l’oncologo medico con il ruolo di coordinatore, il chirurgo, il radioterapista e l’infermiere Case manager, essenziale per la presa in carico del paziente e per l’attuazione delle procedure d’integrazione con gli altri punti della rete e con il territorio. Possono far parte dei Gom anche specialisti provenienti da altre strutture del territorio regionale campano, con specifiche e qualificate competenze in ambito oncologico ed individuati dalle proprie direzioni generali.
 
Tali specialisti, che parteciperanno alla presa in carico presso la sede del Gom, potranno erogare la specifica prestazione (Atti chirurgici, radioterapia e chemioterapia) presso l’Azienda di provenienza nei casi in cui la complessità della prestazione sia adeguata alle caratteristiche della struttura di provenienza così da decentrare le cure a minore intensità assistenziale e favorire la territorialità anche a vantaggio del paziente. L’interaziendalità (anche tra pubblico e privato accreditato) sarà disciplinata tramite apposite convenzioni o protocolli di intesa, così da integrare l’offerta di servizi ed evitare l’eccessiva concentrazione delle prestazioni nei Corp (potenzialmente responsabile di un eccessivo allungamento dei tempi di attesa) e l’erogazione di cure secondo percorsi difformi dalle Linee guida, ovvero la dispersione e la migrazione sanitaria (che potrebbero inficiare il raggiungimento degli esiti previsti ed aumentare i costi inappropriati).
 
Spetta ai Gom indirizzare i cittadini e i pazienti presso i centri della Rete abilitati all’erogazione delle cure del caso. Le procedure operative delle attività del Gom dovranno essere comprensive di tracciabilità e di criteri valutativi che, possano giungere fino all’attivazione delle procedure di Controllo di qualità e di certificazione del lavoro, attraverso la produzione di report annuali. Per garantire l’adeguata realizzazione dei Pdta, il Coordinatore del Corp individua tra gli specialisti di ogni Gom, un coordinatore responsabile della governance del percorso assistenziale, identificato nella figura di un Oncologo medico.
 
Sarà data priorità alla composizione dei Gom specifici per le quattro patologie tumorali per cui esistono percorsi di screening validati (carcinoma della mammella, della cervice uterina, del colon e del retto) che attueranno i Pdta formulati ed approvati a livello regionale. Per le altre patologie tumorali ad alta incidenza, bassa incidenza o rare e, ma ad elevata complessità, saranno approvati specifici percorsi dal Gruppo tecnico regionale, costituitosi per l’organizzazione della rete oncologica regionale e su proposta dei Corp. Spetta ai Gom indirizzare i cittadini e i pazienti presso i centri della Rete abilitati all’erogazione delle cure del caso. Un aspetto determinante della Rete oncologica, inoltre, è la definizione della tempistica con cui dovranno essere effettuate le procedure previste dal piano diagnostico terapeutico assistenziale.
 
Ettore Mautone

29 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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