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App antibarelle: innovazione in corsia al Cardarelli

Cruscotti informatici per tablet e smarphone aggiornati dagli infermieri informano in tempo reale a stazioni remote sulla disponibilità di letti e barelle nei vari reparti attivando la gestione dei flussi tra i padiglioni dell’ospedale. In pronto soccorso un medico e un infermiere, armati di fonendoscopio e di sfigmomanometro, gestiscono i codici bianchi in attesa.

06 APR - Un’App sviluppata dal management del Cardarelli, rivoluziona la gestione delle barelle in corsia. Da alcune settimane, al pronto soccorso dell’ospedale e nei reparti dei 15 padiglioni, gli infermieri sono stati dotati di un tablet su cui sono segnati in tempo reale i flussi di pazienti in entrata e in uscita trasmessi alla direzione e al bed manager. Accettazioni e dimissioni sono elaborate dal software che stila grafici, segnala picchi, evidenza con spie rosse, reparto per reparto, le barelle in corsia. Aggiornamenti immediati che sono consultabili in ogni momento da stazioni remote.

Il direttore generale Ciro Verdoliva - che ha illustrato ieri l’innovazione al Centro direzionale, durante il primo step del percorso formativo di “Campania in Salute” – ha potuto così verificare in diretta la situazione del pronto soccorso, i codici verdi, gialli e rossi (ieri pomeriggio nessuno) presenti in accettazione o in Osservazione, la media delle degenze nell’ultima settimana in Medicina e Chirurgia d’urgenza, la saturazione dei reparti ortopedici. Ad ogni picco arriva un alert che fa scattare una procedura per i trasferimenti interni puntando a decongestionare il pronto soccorso attraverso il miglioramento dei flussi di pazienti interpadiglionali verificando la disponibilità tra i 900 posti di cui dispone l’ospedale.

In caso di emergenze, come quella della seconda settimana di gennaio quando le barelle debordavano dai corridoi verso le antisale degli ascensori o a fine gennaio quando tutti i posti di Rianimazione erano saturi tracimando anche nelle sale operatorie a causa dell’eccezionale afflusso di pazienti, tramite una chat tra i direttori generali di ospedali vicini è stata avviata la richiesta di aiuto con il via a un programma di cooperazione tra ospedali ormai collaudato e sempre più efficiente.

Non manca, nel nuovo sistema informatico adottato dal Cardarelli, la gestione dei codici bianchi al pronto soccorso: una squadra (medico e infermiere) marca le visite armata di solo fonendoscopio e macchinetta della pressione (sfigmomanometro).

“Inizialmente l’abbiamo utilizzata sperimentalmente e solo nei giorni in cui i grafici del sistema ci dicevano che c’erano anomali picchi nei flussi dei pazienti – avverte Verdoliva – con un particolare eccesso di afflussi di utenti in codice bianco. Un fenomeno prodotto probabilmente dopo un fine settimana in cui l’assistenza territoriale si affievolisce e crescono le ansie senza trovare risposte assistenziali adeguate o nella prospettiva che, appunto, ci sarà un vuoto assistenziale del territorio che le guardie mediche e la continuità assistenziale non riescono a colmare. Infatti i picchi di tali accessi impropri li abbiamo registrati il lunedì, il martedì e il sabato. Poi abbiamo stabilizzato l’utilizzo di tale presidio, impiegato fuori turno e in regime straordinario, e siamo riuscita ad abbattere del 25 per cento gli accessi impropri nel pronto soccorso. Proseguiamo nell’analisi dei flussi e siamo convinti che, se il problema delle barelle al pronto soccorso e nei reparti non può essere eliminato, può almeno essere governato e gestito”. Un’esperienza positiva che potrà essere esportata e condivisa con personalizzazioni in altre aziende sanitarie.

Cruscotti che rimandano a grafici di riempimenti e svuotamenti di reparti costantemente sotto controllo, utili per analisi a monte e a valle delle attività di reparto, che sperimentano una routine di attività e soluzioni per fronteggiare le crisi notturne e festive dei flussi che si imperniano sulla revisione continua delle disposizione adattate alle circostanze.

Insomma un’esperienza di sperimentazione dell’apprendimento organizzativo aziendale che in Campania è un inedito gestionale. Se a questo aggiungiamo il fatto che nel progetto di formazione e affiancamento dei direttori messo in campo dall’Università Federico II (Dipartimento di sanità pubblica diretto da Maria Triassi), tali buone pratiche e sperimentazioni vengono studiate, approfondite e soprattutto condivise in un programma progettato per durare, in questa fase di prima applicazione, almeno un anno, si comprende come la Campania possa effettivamente recuperare in breve tempo terreno sulla strada del miglioramento dei Lea, vero nervo scoperto si una sanità in Piano di rientro e commissariata dal lontano 2009.

A completare la gestione dei flussi di pazienti al pronto soccorso sono stati infine sistemati ampi tabelloni in sala d’attesa e nella sala interna del Dea che informano sul codice del triage attribuito a ciascun paziente (identificato da un numero per il rispetto della privacy), danno notizie sull’attesa stimata e sullo stato di avanzamento delle indagini e dei referti disposti dai medici di accettazione riducendo ansia e pressione di familiari agli ingressi presidiati dalle guardie giurate. Al Cardarelli l’attesa media di un codice verde è di 106 minuti, per un codice giallo la coda dura invece circa un quarto d’ora. Un modo per ridurre anche la violenza in pronto soccorso ai danni dei sanitari  e sollecitare anche, qualche medico distratto, a far presto per ritirare un referto o procedere a un ricovero o alle dimissioni di pazienti, dopo le indagini di rito per confermare un sospetto diagnostico.
 
Ettore Mautone

06 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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