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Campania. Al Cardarelli analisi cliniche e referti radiologici fantasma: avviati procedimenti disciplinari per 6 operatori

L’inchiesta interna è stata avviata dalla direzione generale nell’ottobre del 2016 a seguito di una segnalazione anonima. Violati i codici di accesso informatici per l’utilizzo fraudolento delle apparecchiature. Il manager Verdoliva: “Ingenti danni alle casse pubbliche, andremo fino in fondo”.

19 APR - Analisi cliniche private effettuate abusivamente presso il Laboratorio del Cardarelli ed esami e refertazioni anomale anche alla Radiologia del pronto soccorso: l’inchiesta interna dell’ospedale campano, avviato a ottobre del 2016 da una doppia denuncia anonima, potrebbe presto avere risvolti giudiziari dopo l’informativa partita circa un mese fa dalla direzione strategica del Cardarelli all’indirizzo della Procura di Napoli. Sono intanto appena state notificate a un medico pensionato e tre laboratoristi e un ortopedico e due radiologi le raccomandate inviate il venerdì prima di Pasqua che avviano procedimenti disciplinari. La convocazione per le controdeduzioni di garanzia e per opporre le proprie ragioni ai destinatari delle missive è per gli inizi di maggio e la conclusione del procedimento attesa entro sei mesi.

In totale sono circa 500 mila gli esami “abusivi”, probabilmente prima prodotti e poi venduti in nero e al di fuori dei canali di accesso pubblici dopo essere stati effettuati presso il laboratorio di analisi del Cardarelli. E poi, ancora, diverse centinaia i referti ortopedici “taroccati”, emessi dalla radiologia che affianca il reparto di ortopedia del pronto soccorso dell’ospedale partenopeo con visite ed esami di controllo che, in almeno in un caso, sarebbero stati anche pagati (140 euro) senza alcuna ricevuta o giustificativo di spesa, nemmeno con il ricorso all’intramoenia.

Tutto nasce nell’ottobre scorso quando una lettera anonima avverte i vertici dell’ospedale che presso il laboratorio di analisi cliniche del Cardarelli alcuni dipendenti provvedevano – con un artificio informatico – ad aggirare il sistema caricando esami di radiologia presso l'ortopedia del pronto soccorso con refertazioni non coerenti con le immagini. Un secondo esposto anonimo avverte dell’esecuzione di analisi per esterni effettuate presso il laboratorio di analisi. A novembre 2016 la direzione generale avvia un'inchiesta interna e prende contromisure impiantando delle consolle informatiche in grado di impedire e tracciare ogni accesso alle apparecchiature elettromedicali sia presso la radiologia sia successivamente al laboratorio di analisi. A febbraio 2017 una seconda lettera anonima, a firma “Alcuni di noi cardarellani”, denuncia l’esistenza di una cricca degli esami di laboratorio taroccati.
 
Segnalato, nello stesso esposto anonimo, un vero e proprio mercimonio di esami e di prelievi abusivi presso il laboratorio di analisi. A marzo 2017 emerge, dai flussi informatici del server, l'aggiramento anche delle chiavi frapposte all’utilizzo fraudolento delle apparecchiature. Scatta l'esposto alla Procura della Repubblica di Napoli e sono individuati dalla direzione generale del Cardarelli i presunti artefici dei raggiri che avvia un procedimento disciplinare interno. I danni alle casse pubbliche potrebbero rivelarsi ingenti. Calcolati in almeno 2,5 milioni il controvalore delle singole analisi per il solo 2016, mezzo milione di prestazioni prive di paternità ossia non abbinabili ad un’anagrafica di un paziente transitato al pronto soccorso, nè in un poliambulatorio, né richieste per un ricoverato in un reparto. Il danno presunto è stato calcolato attribuendo un controvalore di circa 4 euro a ogni singola analisi (glicemia, azotemia ecc.) mentre sarebbero circa 30 mila i soggetti che hanno usufruito di un’analisi transitata dal Cardarelli con campioni di sangue introdotti dall’esterno (o prelevati nella sala relax) e poi venduti e anche refertati con indicazioni e riferimenti diversi da quelli dell’ospedale.

“Il sistema di aggiramento dei sistemi informatici di controllo è stata consentita da una falla del software delle apparecchiature analitiche di vecchia generazione di cui sono dotate la maggior parte delle aziende sanitarie campane – avverte il direttore generale del Cardarelli Ciro Verdoliva - un bug che permette di effettuare un esame anche in assenza di indicazioni anagrafiche del paziente e del richiedente per cittadini fantasma non transitati dai canali ufficiali di accesso all’ospedale. Andremo fino in fondo nei controlli e se dovessero emergere responsabilità di singoli professionisti che lavorano in questo ospedale prenderemo i provvedimenti necessari”.
 
Sin dallo scorso gennaio il responsabile del sistema informatico del Cardarelli, aveva provveduto a installare delle consolle aggiuntive nei punti chiave del laboratorio di analisi per individuare gli utilizzatori e così tracciare le prestazioni sospette. Un sistema di controllo tuttavia anch’esso ripetutamente violato ma di cui resta traccia nella memoria del server centrale dei flussi. Così si è risaliti ai presunti responsabili della truffa. Analoghi controlli hanno consentito di risalire alle refertazioni di esami ortopedici anomali presso la radiologia del pronto soccorso. Anche in questo caso i referti non risultano correttamente abbinati a radiografie di pazienti ricoverati. Il sistema sarebbe utilizzato per ottenere rimborsi e risarcimenti assicurativi non dovuti.
 
Su questo fronte esiste già un precedente in Campania al Loreto mare, dove è in corso un’indagine della Procura di Napoli non solo per assenteismo ma anche per truffe alle assicurazioni. Sotto sequestro giudiziario c’è per questo l’intero archivio della radiologia. Il fatto che già due grandi pronto soccorso cittadini siano interessati da tale ipotesi investigativa, ha in queste ore allertato le direzioni di molti ospedali cittadini dotati di pronto soccorso e di una ortopedia facendo scattare controlli serrati in tutti i presidi della Asl Napoli 1.  
 
Ettore Mautone

19 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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