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Parto cesareo in emergenza a Procida. La Asl: “Intervento possibile grazie alla scelta di tenere la guardia ginecologica e chirurgica”

Al Gaetanina Scotto di Procida nasce il secondo bambino del 2017: nell’impossibilità di trasferimenti in urgenza risulta vincente la scelta del governatore De Luca che, in qualità di commissario ad acta, ha derogato al declassamento previsto dal Piano ospedaliero ed è andato oltre anche le decisioni del Tar che aveva garantito il Pronto soccorso ma non l’Ostetricia. Intanto va avanti il Piano ospedaliero: l'Anaao punta il dito sulla prospettiva di annessione dell’Ascalesi all’Istituto Pascale per valorizzarne la vocazione oncologica.

17 NOV - Parto cesareo per un bimbo nato in emergenza all’ospedale Gaetanina Scotto di Procida: è il secondo parto dell’anno sull’isola. Un evento reso possibile dalla conservazione dell’assetto del presidio isolano di struttura con pronto soccorso attivo con guardia ginecologica e chirurgica (disposta dal manager della Asl Napoli 2 nord, in accordo con l’attuale commissario per la Sanità regionale Vincenzo De Luca), a dispetto di quanto predisposto dal Piano ospedaliero regionale e anche dalla successiva pronuncia del Tar adito dalla comunità isolana che nei mesi scorsi aveva disposto la garanzia del punto di emergenza ma non del servizio di ostetricia.

“L’ospedale di Procida – spiega in una nota il management della Asl Napoli 2 nord - non è qualificato come punto nascita ma, essendo una struttura deputata alla prima emergenza garantisce tali servizi in caso di necessità”. In effetti tale modello assistenziale non era stato salvaguardato dalla recente sentenza del Tar che prevedeva sì il mantenimento del Pronto Soccorso sull’isola (emendando il Piano ospedaliero regionale del 2016 del Commissario Polimeni), ma non i servizi di Ginecologia e Ostetricia. In particolare per l’ospedale di Procida il Piano ospedaliero prevedeva un Punto di Primo intervento, attività di chirurgia elettiva in regime ambulatoriale ed un ospedale di Comunità con assistenza infermieristica, gestito dai medici di Medicina generale. Il Tar pur mantenendo il pronto soccorso  non prevedeva il mantenimento della ginecologia-ostetrica.
 
“L’attuale modello assistenziale del Gaetanina Scotto – rimarca ancora la Asl Napoli 2 Nord - è stato mantenuto esclusivamente per volontà del Commissario alla Sanità Regionale Vincenzo De Luca e di questa direzione generale. Proprio la mancanza di un punto nascita ha fatto sì che i nati sull’isola negli ultimi tre anni siano stati solo tre, di cui due nel 2017 e uno nel 2015”.

Il presidio ospedaliero di Procida è in effetti dotato di 9 posti letto, di cui 6 di ricovero ordinario, distinti in 2 posti letto per ciascuna delle discipline di medicina, chirurgia e ostetricia e 2 di urgenza. Tale organizzazione era stata determinata dal rischio di impossibilità di trasporto in terraferma in condizioni meteo avverse e serve la popolazione isolana che conta circa 10 mila abitanti residenti. Una configurazione, come detto, rimodulata dal Piano ospedaliero e poi dal Tar e che prevedeva, nella gestione delle donne in gravidanza, procedure di presa in carico e di trasferimento in terraferma, sia in caso di emergenza sia nelle attività programmate.

Il bimbo nato la notte scorsa è venuto alla luce alle ore 3.30 del mattino. L’equipe medica di turno all’ospedale Gaetanina Scotto, in attività sull’isola di Procida, ha eseguito un parto cesareo in emergenza su una donna che si trovava in una grave condizione di pericolo clinico. L’intervento è stato eseguito dal ginecologo Costantino Avallone, dal Medico internista Giampiero Scognamiglio, dal chirurgo Guido Coco e dall’Anestesista Antonio Prezioso e dagli infermieri Nappo e Conte, mentre il pediatra che ha preso in carico il bimbo è Rosario Barone.

L’intervento è stato reso necessario per garantire l’incolumità della paziente e del piccolo, data l’impossibilità di trasportare la partoriente in un’altra struttura e grazie alla possibilità di di intervenire sull’isola in sicurezza. Il bimbo si chiama Salvatore, pesa circa 3 kg, è in buona salute e da ieri mattina è sotto osservazione da parte del pediatra ospedaliero che è sbarcato sull’isola nella prima mattina.

Quello dell’altra notte è stato il secondo parto registrato presso il Gaetanina Scotto di Procida nel corso del 2017. Il primo era avvenuto per via naturale, il 14 agosto scorso, quando una donna era giunta in ospedale già alla fine del travaglio e senza possibilità di trasferimento. Il Presidio ospedaliero di Procida si avvale di equipe mediche e tecniche provenienti da diversi ospedali dell’Asl Napoli 2 Nord e le tecnologie della struttura sono adeguate a gestire la prima emergenza.
 
Piano ospedaliero alle battute finali
Intanto la Regione è al lavoro per le ultime limature al Piano ospedaliero regionale che lunedì dovrebbe incassare il via libera definitivo della struttura commissariale per poi essere illustrato ai sindacati della dirigenza medica (con poche o nulle possibilità di modifiche confermando una guida solitaria già sperimentata nel corso della gestione Polimeni).

A fine novembre, in particolare martedì 28 il documento dovrebbe essere consegnato ai tecnici del ministero per un semaforo verde d incassare in via definitiva entro la fine dell’anno schiudendo così le porte anche al Piano dei fabbisogni di personale che dovrebbe dare il segnale di start anche alla partita della stabilizzazione del personale precario titolare di contratti atipici in base alla previsione della Finanziaria del 2016 che consente di riservare il 50% dei posti disponibili ai camici bianchi privi di ruolo fisso. Ma si tratta di una partita mal digerita dall’intersindacale della dirigenza medica soprattutto per la mancata partecipazione alle scelte di fondo.

Si parla ad esempio, ufficiosamente, di scorporare l’ospedale Ascalesi del centro storico dalla Asl Napoli 1 per annetterlo all’istituto Pascale valorizzando la vocazione oncologica del presidio del centro storico assunta sia in affiancamento della radioterapia decollata in primavera all’ospedale del Mare sia come struttura oncologica della Asl. Vocazione arricchita con l’arrivo, nei mesi scorsi, dell’oncoematologia dell’ospedale San Gennaro trasformato in presidio ambulatoriale.

Su questo punto si leva la voce critica dell’Anaao: “Con sempre maggiore insistenza sentiamo circolare una voce per la quale l’ospedale Ascalesi si preparerebbe a diventare tutt'uno con l’Istituto Pascale. Questo significherebbe rivedere ancora una volta in modo sensibile il Piano ospedaliero e la sensazione che se ne ricava è quella di un’eterna tela di Penelope, un continuo fare e disfare che lascia in sospeso l’assetto definitivo della Sanità campana”. Così Bruno Zuccarelli, segretario regionale Anaao. “L’idea di unire in qualche modo l’Ascalesi al Pascale può anche essere valida, sostenuta forse dalla vocazione oncologica del presidio del Centro Storico. Quello che mi preoccupa è l’assoluta mancanza di una volontà che sia una e unica. Programmare significa prendere decisioni che potranno avere corpo negli anni, qui invece pare si proceda decidendo tutto e il contrario di tutto”.

“Il risultato, ovviamente, è il caos e la perdita di risorse. Basti pensare a quello che è accaduto nell’Ospedale del Mare, dove da un punto nascita si è passati ad una cardiochirurgia. Inoltre – conclude il leader sindacale - cambiamenti radicali necessitano di essere approvati a Roma ma, se per ottenere la nomina del commissario sono serviti sei mesi, non oso immaginare in questo caso. Tanto più in periodo di campagna elettorale. Il nodo della questione – conclude Zuccarelli – è nella capacità di definire una linea d’azione e portarla avanti in maniera coerente”.
 
Ettore Mautone

17 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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