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Napoli. Revoca dei domiciliari al DG del Cardarelli, Verdoliva

Il Giudice per le indagini revoca le misure restrittive ai domiciliari e conferma solo la sospensione per 4 mesi dalle funzioni di direttore tecnico e provveditore che il manager ricopriva all’epoca dei fatti contestati (2013 e 2014  nell’ambito di un’inchiesta su una gara per le pulizie che vede coinvolto anche Alfredo Romeo

24 NOV - Il gip del Tribunale di Napoli Mario Morra ha revocato gli arresti domiciliari emessi due settimane fa, nell’ambito di una inchiesta sugli appalti in ospedale nei confronti, del direttore generale dell'ospedale Cardarelli di Napoli, Ciro Verdoliva.
 
La misura restrittiva è stata sostituita con la sospensione per 4 mesi dai ruoli di direttore tecnico e provveditore dell'azienda ospedaliera (da cui Verdoliva proveniva prima della nomina a manager).
 
La sospensione riguarda i ruoli rivestiti da Verdoliva all'epoca dei fatti contestati (2013 e 2014) e non quello attuale di manager.
 
“Torno e torno da direttore generale – ha confermato Verdoliva che nel primo pomeriggio di oggi si è recato al suo posto di lavoro al Cardarelli – sono state due settimane dure ma ero sereno e sono sereno”.
 
Visibilmente emozionato è stato accolto da una folla di camici bianchi: il direttore sanitario aziendale Franco Paradiso che ha retto la direzione generale, tutti i primari, i suoi più stretti collaboratori e una vasta schiera di infermieri e ausiliari.
 
Ad accoglierlo un lungo applauso, abbracci, strette di mano e pacche sulle spalle per un manager ritrovato a cui il personale non aveva mai fatto mancare la solidarietà e il senso di una stima che non è mai mancata a più riprese anzi testimoniata anche con iniziative plateali come il flash-mob organizzato all’ingresso del nosocomio nei giorni successivi all’arresto ai domiciliari”.
 
Verdoliva dovrebbe automaticamente riassumere anche il ruolo di commissario ad acta dell’ospedale del Mare anche se il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca dopo gli eventi giudiziari nelle more che Verdoliva chiarisse la propria posizione, aveva sollecitato il direttore della Asl Napoli 1 di individuare un profilo tecnico in grado di garantire il crono programma delle definitiva apertura dell’ospedale di Napoli est fissata per fine gennaio del 2018.
 
La decisione della revoca dei domiciliari per Verdoliva è motivata con l'attenuazione delle esigenze cautelari. Sulla sostituzione della misura avevano espresso parere favorevole i pm titolari dell'inchiesta sugli appalti Romeo, Henry John Woodcook, Celeste Carrano e Francesco Raffaele.
 
Nei giorni scorsi Verdoliva era stato sentito a lungo dagli inquirenti ed era emerso dalla testimonianza di un carabinieri del Nas che Veddoliva era un confidente delle forze dell’ordine attivamente impegnato a stanare il malaffare in ospedale.  
 
Il primo nodo, la grave carenza di sangue
Tra le prima incombenze da affrontare la grave emergenza sangue che colpisce l’intera regionale ma in particolare il più grande ospedale del Mezzigiorno. Su questo problema in mattinata il direttore sanitario aziendale Franco Paradiso aveva chiamato a raccolta i donatori.
 
“Mi rivolgo alla generosità dei cittadini per fare fronte alla grave carenza di sangue che stiamo vivendo – dice Paradiso - non c’è alcuna distinzione di gruppo sanguigno, ogni donazione può fare la differenza”.
 
Chiunque vorrà donare il sangue potrà recarsi presso il Servizio Immunotrasfusionale del Cardarelli (al padiglione E piano 0), a digiuno o dopo una leggera colazione, dal lunedì a sabato dalle 8.00 alle 13.00. Dopo la trasfusione a ciascun donatore sarà offerta una colazione completa.
 
Possono donare i cittadini che hanno compiuto i 18 anni e che non abbiano più di 60 anni. Per poter donare il sangue in sicurezza si deve avere un peso corporeo non inferiore ai 50 kg e uno stile di vita sano. Questo significa: nessun comportamento a rischio che possa compromettere la salute di chi dona o quella di chi riceve il sangue. L’idoneità alla donazione verrà comunque stabilita mediante un colloquio personale e riservato, una valutazione clinica da parte di un medico e dopo aver effettuato gli esami di laboratorio previsti per garantire la sicurezza del donatore e del ricevente.
 
Il Cardarelli sta anche allargando ad altre associazioni oltre l’Avis i contatti per raggiungere il livello di circa 300 sacche di sangue al giorno che servono rispetto alle mille massimo duemila al mese che arrivano in questo periodo nelle sue emoteche con notevoli costi di approvvigionamento e acquisto nell’ambito delle rete nazionale. 
 
Ettore Mautone

24 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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