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Sicurezza operatori sanitari. La vigilanza armata non esonera la struttura dalle sue responsabilità

La presenza di guardie armate nelle strutture sanitarie (security) riduce il rischio aggressione, ma non elimina l’obbligo del Datore di Lavoro di applicare il D.Lgs.81/08 (safety). L' Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro si è occupata in modo esplicito del Rischio Aggressione producendo tre factsheets, consecutivi e tra loro collegati. Ecco cosa prevedono

03 FEB - Prende sempre più corpo la proposta della Fnomceo di un Osservatorio istituzionale per prevenire il fenomeno delle aggressioni degli operatori sanitari. A margine dell’incontro di qualche giorno fa tra Fnomceo e Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è stata riconosciuta, infatti, dalla rappresentante del Governo di istituire un Tavolo di lavoro permanente sulla sicurezza degli operatori sanitari e la violenza contro i medici, includendo i Nas  e mettendo a disposizione tutte le informazioni del Ministero della Salute per la elaborazione di Linee Guida.
 
Ottimo viatico se si considera che proprio tra le forze di polizia (Documento per la sorveglianza sanitaria degli Operatori dei Corpi di Polizia – 2016) viene richiamato l’indispensabilità di “un monitoraggio degli eventi sentinella…ai fini dell’identificazione di problemi che la tradizionale valutazione dei rischi non può assolutamente identificare. In particolare –viene detto- sono da monitorare…gli episodi di violenza.  L’informazione e la formazione dei lavoratori  (nel nostro caso quelli addetti ai pronto soccorsi, ai servizi di accoglienza ai font office in sanità, alle guardie mediche territoriali) devono essere finalizzate anche a fornire le capacità di identificare e segnalare tempestivamente i problemi oltre che di tutela della salute, anche quelli di tutela della sicurezza da rischi esterni all’ambiente di lavoro. L’ergonomia partecipativa è una tecnica da tempo applicata, con notevole successo, nell’industria e nei servizi ed è certamente opportuno che tale tecnica si diffonda (anche in sanità)”.  
 
I termini 'violenza' e 'aggressione' non sono però presenti nel testo del D.Lgs.81/08, anche se appare ovvio che debbano essere  considerati nella valutazione del rischio, in quanto, come già sottolineato, il Datore di Lavoro è per l'appunto tenuto a valutare 'tutti i rischi' presenti sul luogo di lavoro. Il D.Lgs.81/08 sulla sicurezza dei lavoratori e degli ambienti di lavoro  è sostanzialmente centrato sulla 'salvaguardia' del lavoratore e del suo posto di lavoro, pur considerando che nella lingua italiana con il termine 'sicurezza' si finiscono con il considerare due aspetti ben diversi che, in modo più appropriato, la lingua inglese definisce in modo separato: la 'safety', che identifica la sicurezza che si occupa della tutela fisica e morale dei lavoratori all’interno dell’azienda e dei clienti che a vario titolo frequentano i luoghi dove l’organizzazione svolge la propria attività, e la 'security', che invece identifica le tematiche concernenti la tutela del personale e dei beni aziendali dall’attacco di terzi.
 
Si potrebbe pertanto infine osservare che la presenza di guardie armate nelle strutture sanitarie (security) riduce il rischio aggressione, ma non elimina l’obbligo del Datore di Lavoro di applicare il D.Lgs.81/08 (safety). L' Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro si è occupata in modo esplicito del Rischio Aggressione producendo tre factsheets, consecutivi e tra loro collegati.
 
Infatti per gli esperti di sicurezza il loro ordine cronologico non è casuale: la scheda informativa n. 22 fornisce una guida all'applicazione della valutazione e della prevenzione dei rischi allo stress di origine lavorativa (dichiarando tale valutazione utile anche per affrontare le problematiche legate alle violenza sul posto di lavoro); invece la scheda informativa n. 23 tratta il tema della violenza 'interna' all'ambito lavorativo, ovvero le vessazioni (mobbing); infine la scheda informativa n. 24 tratta il tema della violenza ‘esterna’, specificando che comprende generalmente <<gli insulti, le minacce o le forme di aggressione fisica o psicologica praticate sul lavoro da soggetti esterni all'organizzazione, ivi compresa la clientela, tali da mettere a repentaglio la salute, la sicurezza o il benessere di un individuo.>>.
 
In sostanza, per l'Agenzia europea la presenza del Rischio Aggressione nell’ambito sanitario è un dato di fatto certo e preoccupante.  Non a caso gli ambienti maggiormente a rischio, sempre secondo l’Agenzia Europea, si concentrano prevalentemente nel settore dei servizi, in particolare le organizzazioni che operano nei settori della sanità, dei trasporti, del commercio, della ristorazione, nel settore finanziario e nell'istruzione.
 
Tuttavia nei paesi dell'UE si cita spesso il settore delle cure sanitarie come uno dei più colpiti. Ecco perché nel Documento suddetto viene precisato che “Il sistema di gestione dei rischi non è, naturalmente, un elegante volume né un espediente per sottrarre le aziende alla responsabilità civile come si potrebbe pensare dalle presentazioni che ne fanno molti sedicenti  esperti. L’essenza del processo di gestione dei rischi è la definizione delle responsabilità e dei compiti di tutte le persone interessate alla prevenzione…i cui punti devono essere  periodicamente e sistematicamente verificati a garanzia reale del  continuo controllo e della progressiva riduzione dei livelli di rischio.”  
 
Domenico Della Porta  
Presidente Osservatorio  Nazionale  Malattie Occupazionali e Ambientali
Università degli Studi di Salerno

03 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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