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Napoli. Azienda dei Colli: commissario Giordano al posto di Matarazzo. Resta il nodo Cto

Antonio Giordano, manager della Asl di Salerno, torna da commissario al timone dell’azienda dei Colli, che ha diretto in passato, e prende il posto del reggente Giuseppe Matarazzo.  Da sciogliere il nodo del consolidamento del pronto soccorso del Cto. Un gruppo di primari chiede la chiusura notturna della neonata emergency per carenze di personale nella cpertura dei turni estivi.

13 GIU - Azienda ospedaliera dei Colli (Monaldi, Cotugno, Cto): in anticipo prima della conclusione dell’iter per la selezione del nuovo manager (l’ex Giuseppe Longo a novembre scorso è passato alla guida del  Ruggi di Salerno), il reggente Giuseppe Matarazzo (prima erede del timone dell’azienda da direttore sanitario aziendale più anziano rispetto al direttore amministrativo e poi nominato dalla presidenza della giunta commissario straordinario) cede il testimone di commissario ad Antonio Giordano, attuale numero uno della Asl di Salerno.

Giordano conosce bene l’Azienda dei Colli per esserne stato a lungo direttore generale. “In un quadro di stabilità si continuerà nel consolidamento dei programmi di sviluppo dell’azienda dei Colli – scrive in una nota la giunta regionale dopo aver assunto per delibera tale decisione – e dell'obiettivo di completare e potenziare come previsto l'area dell'emergenza-urgenza”.

La designazione si colloca in un momento cruciale dei piani di sviluppo dell’azienda in particolare legati al consolidamento del pronto soccorso generalista a vocazione traumatologica del Cto tornato in funzione un mese e mezzo fa dopo oltre dieci anni di stop quando il presidio era in carico alla asl Napoli 1. Il nodo da sciogliere è la carenza di personale, in particolare ortopedici, a fonte di un flusso di accessi giornalieri superiore al preventivato (circa 100 con punte che arrivano a 130 di cui il 75% di natura ortopedica).
 
La lettera dei primari del Cto
In vista dei turni estivi e delle difficoltà legate alle ferie un gruppo di primari e dirigenti ha firmato nei giorni scorsi un documento in cui si chiede di chiudere temporaneamente il neonato pronto soccorso nelle ore notturne applicando il modello emiliano richiamato per la particolare organizzazione che dal 2009 limita le attività del pronto soccorso del Rizzoli di Bologna alle 12 ore diurne dalle 7,30 del mattino alle 19,30 della sera.   

Una proposta messa nero su bianco da 4 primari (Stelio Baccari della prima Ortopedia, Luigi Cioffi della seconda divisione di Traumatologia, Feliciano Crovella a capo della Chirurgia, Michele Rotondo al timone della Neurochirurgia), da altrettanti responsabili di unità dipartimentali (Vincenzo di Martino della Gatroenterologia, Andrea Lombardi della Chirurgia della mano, Fortuna Marcucci della Riabilitazione e Massimo Natale della Chirurgia Vertebrale) e da tre dirigenti di unità semplici del Cto (Guido Cesarasuolo per l’Artroscopia, Mario Coviello per l’Ortopedia post trauma e Salvatore D’Alterio anestesista).

L’Emilia dal 2009 ha deliberato la chiusura notturna del pronto soccorso dell’istituto ortopedico Rizzoli - scrivono nella nota inviata agli organi regionali e aziendali - con funzionamento dalle 7,30 alle 19,30. Una riorganizzazione operativa da 9 anni. Proponiamo di applicare quel modello al Cto di Napoli con la massima urgenza”.  

“Tenere aperto il pronto soccorso – fanno sapere i firmatari - non è sbagliato ma  serve un’organizzazione adeguata. Attualmente sono ferme le attività programmate, mancano medici, infermieri e personale sociosanitario. Le tecnologie limitate a una Tac e alcuni ecografi sebbene siano stati acquistati e dovranno arrivare un secondo tomografo, una Risonanza, e un agiografo digitale. Attualmente ci sono limiti oggettivi nei tempi di utilizzo della sala operatoria. In pronto soccorso si crea un collo di bottiglia. Intendiamoci, noi vogliamo fare il pronto soccorso ma in condizioni ottimali, a garanzia dei pazienti in urgenza e anche di quelli che a casa aspettano per un intervento che, allo stato, bisogna rimandare per mesi”.
 
I non firmatari
La proposta del pronto soccorso a mezzo servizio non è stata tuttavia firmata dal primario del pronto soccorso Mario Guarino, da Antonio Pinto a capo della Radiologia, da Silvana Riccio responsabile della Riabilitazione e da Salvatore Buono dirigente di Anestesia. “L’apertura del pronto soccorso del Cto in poco più di un mese – dicono questi ultimi -  ha ridotto del 15-20% gli accessi al Cardarelli, drenato in parte le barelle, registrato 100 accessi in media al giorno, di cui circa il 75% di natura ortopedica risolti con riduzioni e gessi. Con due divisioni di Ortopedia, dotate rispettivamente di 16 e 18 posti letto, (per 130 unità di degenza complessive) e la comparsa di qualche barella nelle corsie di traumatologia, è del tutto normale registrare un aumento dei carichi di lavoro e patire il peso dei turni su un personale abituato a tutt’altri ritmi.

A questo si associano alcuni esoneri dalla sala operatoria. Ma la nostra azienda ha già istruito i concorsi per reclutare nuovi specialisti . Le procedure non sono semplici né rapide ma progressivamente andremo a consolidare una routine che consentirà di recuperare anche le attività non urgenti e programmate che, al Cto, hanno subito un freno”.
 
La Regione
Dalla Regione c’è intanto massima attenzione sull’evoluzione di un pronto soccorso considerato strategico sia per migliorare la qualità delle prestazioni in ambito ortopedico, sia per il grande aiuto che l’ospedale può dare a ridurre il carico dei codici meno gravi del Cardarelli. “Al Cto – dicono da Palazzo Santa Lucia – lavorano ottimi professionisti in molte discipline e per questo è stato scelto come alternativa credibile ad altre opzioni.

La qualità dei medici che lavorano al Cto è uno dei motivi del notevole carico assistenziale. Siamo molto vicini a tutte le esigenze dei medici e staremo attenti alle difficoltà”. “Il Pronto Soccorso del Cto non chiuderà nelle ore notturne – assicura il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità - non è certo chiudendo le strutture che si risolvono i problemi logistici e organizzativi. Sono pronto a chiedere un tavolo tecnico urgente per rilanciare la struttura ma è sicuro che bisogna fare passi indietro ma in avanti”.
 
I sindacati
Nettamente critici sulla proposta la Cisl funzione pubblica e la Confederazione italiana medici dirigenti (Cimo). “Dopo aver festeggiato dopo quasi 10 anni la riapertura del pronto soccorso del Cto adesso si rischia una nuova chiusura a causa della mancanza di personale – avverte Luigi D’Emilio, segretario generale della Cisl Fp Napoli - vorrei invitare i primari a riflettere sull’importanza di quel presidio per la zona del centro - spiega D’Emilio - non si tratta di una salumeria ma di un ospedale. E una struttura sanitaria non può permettersi di alzare e abbassare la saracinesca lasciando fuori chi ha bisogno solo perché è orario di chiusura”.

“Con le ferie estive certamente tutto sarà più complicato e le carenze di personale si acuiranno - conclude il segretario Cisl Fp di Napoli e provincia - ma il pronto soccorso non può lavorare a mezzo servizio. Chiediamo l’immediato reclutamento delle professionalità perché non possiamo permette l’ennesima chiusura di un presidio riaperto con non poca fatica”.
 
La Cimo
“La Salute è una cosa seria e va tutelata e l’emergenza è la cosa più seria. Un pronto soccorso o esiste o non è e non può funzionare a scartamento ridotto. Bisogna avere il coraggio di dire, se corrisponde a realtà, che il pronto soccorso del Cto non può restare aperto perché manca il personale. E’ più serio e credibile che proporre un’apertura solo in determinati orari”. Così Antonio De Falco, segretario regionale della Cimo in merito alla proposta che i primari dell’ospedale Cto avrebbero inviato ai dirigenti della Asl e della Regione e in cui si chiede, a fronte della mancanza di personale, di attuare una disposizione in vigore all’ospedale Rizzoli di Bologna.

“Il Rizzoli – chiarisce De Falco – non è un pronto soccorso generalista né un Dea di I livello ma un centro traumatologico che opera soprattutto per attività di elezioni e programmate laddove invece il Cto, bella rete ospedaliera regionale, assume rilievo in alcune reti tempo dipendenti come quella del trauma ma anche dell’Ictus. Un pronto soccorso comunque già assimilato nell’immaginario della cittadinanza come una emergenza attiva e aperta h 24. “Invitiamo – conclude De Falco – al governatore Vincenzo De Luca a vigilare e mettere ordine sull’assetto delle rete dell’emergenza che anche nella Asl Napoli 1 presta il fianco a una organizzazione e ricettività sempre più approssimativa e con una disarticolazione di molte funzioni preoccupante, cui nemmeno l’apertura di nuovi pronto soccorso – oggi il Cto tra poche settimane o mesi l’Ospedale del mare – sembrano dare risposta stabile e sicura”.
 
Ettore Mautone


13 giugno 2018
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