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Prestazioni domiciliari a persone decedute. Sotto inchiesta dirigenti, commissari e controllori della Asl Na 2 Nord

Falso, truffa, abuso d’ufficio alcuni dei reati contestati. La Asl evidenzia il suo ruolo a sostegno delle indagini: “Abbiamo fornito documenti e prodotto riscontri che potessero supportare l’attività d’indagine. Abbiamo effettuato verifiche sull’assistenza domiciliare a partire dal 2011, recuperato somme importanti e cambiato totalmente il sistema di gestione; tale azione di verifica e riorganizzazione è stata estremamente complessa e delicata”, afferma il Dg D’Amore.

10 SET - Prestazioni sanitarie per pazienti deceduti. Sotto inchiesta dirigenti Asl, commissari e controllori della Asl Napoli 2 nord. È quanto emerge da un’indagine basata su ipotesi legislative secondo cui, per anni, sono state tenute in piedi posizioni di assistiti a domicilio in modo del tutto fittizio, anche per persone decedute. I carabinieri hanno deferito alla Procura di Napoli Nord ben 24 nomi. Si tratta di personaggi eccellenti, tra direttori generali, commissari, dirigenti della Asl Napoli due. Falso, truffa, abuso d’ufficio sono solo alcune delle ipotesi di reato, su cui i carabinieri informano l’autorità giudiziaria guidata dal procuratore Francesco Greco.
 
La replica della Asl

“L’attuale direzione strategica dell’Asl, già nel 2017, a poco più di sei mesi dal proprio insediamento, aveva avviato verifiche interne sui percorsi assistenziali delle cure domiciliari, sulle relative forniture esterne e sui documenti contabili”. È quanto si legge in una nota della Asl Napoli 2 Nord, in merito all’inchiesta della Procura di Napoli Nord su presunte irregolarità nelle erogazioni per l’assistenza domiciliare.

“Tale azione - prosegue la nota - ha interessato quanto fatto dall’azienda fin dal 2011. Già dal gennaio 2017, infatti, la direzione dell’azienda sanitaria ha avviato il controllo della situazione di tutti i pazienti in carico presso il servizio, raccogliendo diversi rilievi e trasmettendo gli esiti della propria azione alle autorità competenti”.

“A seguito di ciò l’Asl ha modificato protocolli operativi, iter amministrativi e ha sostituito i dirigenti responsabili delle attività. Inoltre, - si legge ancora nel testo - avendo riscontrato gravi anomalie amministrative e contabili, la direzione dell’Asl ha realizzato un recupero preventivo di 1 milione di euro. Nell’ambito di tale operazione si è anche proceduto al deferimento di alcuni dipendenti all’ufficio provvedimenti disciplinari che ha disposto gravissime sanzioni”.

Il manager
Dal canto suo, Antonio D’Amore, direttore generale della Asl Napoli 2 Nord, spiega: “Stiamo collaborando da mesi con le autorità preposte per assicurare il massimo supporto possibile nel fare chiarezza su quanto accaduto. In questi mesi abbiamo fornito documenti e prodotto riscontri che potessero supportare l’attività d’indagine. Abbiamo effettuato verifiche sull’assistenza domiciliare a partire dal 2011, recuperato somme importanti e cambiato totalmente il sistema di gestione; tale azione di verifica e riorganizzazione è stata estremamente complessa e delicata”.

“L’azione di risanamento, avviata in ogni ambito di attività, in questo caso è tanto più importante perché riguarda l’assistenza di pazienti particolarmente fragili che necessitano di cure ospedaliere a domicilio perché in fase terminale o perché affetti da gravi patologie che li rendono immobili a letto”. L’Asl Napoli 2 Nord, conclude la nota, “già a partire dal maggio 2017 ha proceduto alla completa riorganizzazione del sistema di assistenza domiciliare rinnovando radicalmente il management e modificando i protocolli di valutazione, assistenza e controllo dell’attività”.

La Cgil
Qualora i capi d’accusa fossero confermati, si tratterebbe dell’ennesima mattanza a danno dei cittadini campani”. E’ quanto afferma Ileana Remini, della segreteria Cgil Campania. “Una situazione intollerabile - precisa Remini - per la quale bisogna intervenire con urgenza. “Troppo potente la lobby del mercato della Salute che cresce in controtendenza rispetto al pubblico, determina l’offerta, stabilisce tariffe in barba alle normative. Il mercato delle cure domiciliari – aggiunge - prevalentemente in mano ai centri di riabilitazione convenzionati, dovrebbe avere una supervisione pubblica in capo alle Asl. Se un comune cittadino vuole farne richiesta deve attendere liste d’attesa lunghissime e confrontarsi con un sistema burocratico tortuoso. “Inoltre - secondo Remini - proprio nella Asl Na2 in questi anni tante strutture hanno dovuto riparametrare organici di personale ed orari di lavoro (quindi salari) a causa dei presunti tagli operati dalla regione”.
 
Ettore Mautone

10 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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