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Rifiuti. SItI: “Inceneritori migliore soluzione secondo Oms, ma servono più programmazione e controlli”

La Società Italiana di Igiene interviene sul dibattito in corso. “Evidenze scientifiche confermano che le discariche inquinano l'ambiente più degli inceneritori, che oggi non si può prescindere dalla disponibilità di un numero congruo di termovalorizzatori che possono portare a un bilancio energetico complessivo positivo”. IL DOCUMENTO

18 NOV - I termovalorizzatori di nuova generazione sono la più razionale soluzione per lo smaltimento della parte residua dei rifiuti solidi e hanno impatti minimi sulla salute secondo le indicazioni dell'OMS. Ma l'impegno maggiore deve oggi essere dedicato alla riduzione della produzione di rifiuti, ai controlli sulla corretta gestione e alla raccolta differenziata, che ha ancora differenze clamorose tra nord e sud Italia.
 
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) - di cui fanno parte tra gli altri docenti universitarie operatori di Prevenzione e di Sanità Pubblica delle ASL - ritiene di intervenire nel dibattito per evitare che le strumentalizzazioni estemporanee possano prevalere sulle verità scientifiche e per fare un appello alle Istituzioni nazionali e locali affinché programmazioni razionali di lungo termine evitino situazioni emergenziali che purtroppo sono ricorrenti. Non è il numero di inceneritori in gioco ma la loro distribuzione ed efficienza anche nel produrre energia come già accade in diverse realtà. Il numero attuale di impianti (41) potrebbe essere già idoneo se distribuiti in modo omogeneo sul territorio e se fossero efficienti cioè anche accogliere quantità congrue di rifiuti.
 
Evidenze scientifiche confermano che le discariche inquinano l'ambiente più degli inceneritori, che oggi non si può prescindere dalla disponibilità di un numero congruo di termovalorizzatori che possono portare a un bilancio energetico complessivo positivo, che la teoria dei rifiuti zero è illusionistica non solo perché di fatto inattuabile ma per la dimostrazione che le raccolte differenziate oltre una certa soglia (attorno al 60-70%) rischiano di non essere efficaci.
 
Queste affermazioni sono documentate da ricerche scientifiche condotte da autorevoli istituzioni nazionali e internazionali tra cui OMS e UE. Ignorarle significa generare un grave danno economico e di immagine al nostro Paese.
 
 
Italo Francesco Angelillo
Presidente della Società Italiana di Igiene (SItI)

18 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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