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L'impegno dei politici: Tomassini, Baio, Rizzi, Gustavino e Calabrò

di Giovanni Rodriquez

15 MAG - "Non è accettabile che il Piano oncologico nazionale, formulato dal ministero della Salute con il pieno accordo della Conferenza Stato-Regioni nel febbraio di un anno fa, sia ancora fermo alla prima pagina. È fondamentale attuarlo, perchè non resti un libro dei sogni. Lavorerò con tutti i gruppi per presentare, entro una settimana, una mozione unitaria e impegnarci così ad attuare quel Piano". Lo ha annunciato Antonio Tomassini (Pdl), presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, intervenendo oggi alla VII edizione della Giornata nazionale del malato oncologico, organizzata dalla Federazione italiana delle Associazioni del volontariato in oncologia (Favo).

La senatrice Emanuela Baio (Terzo Polo), ricordando come il costo causato da queste patologie sia stato stimato per il 2010 in 290 bilioni di dollari e che entro il 2030 questi rischiano di diventare 458 bilioni, ha rimarcato la necessità di nuove strategie che siano rivolte innanzitutto alla prevenzione e dunque "alla dissuasione dal fumo, dall'alcol, alla promozione di stili di vita sani, poco sedentari e attenti riguardo l'alimentazione". "Bisogna contestualmente potenziare i programmi di screening - ha detto Baio - e tentare di porre rimedio, tutti insieme, ai danni prodotti dal federalismo che ha acuito le grandi differenze già esistenti tra le diverse Regioni".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il senatore Fabio Rizzi (Lega Nord), che ha parlato di un "Piano oncologico nazionale purtroppo non ancora realizzato anche a causa di quella mancanza di omogeneità nelle cure e nella disponibilità di tecnologie a disposizione dei pazienti che devono essere colmate". In questo senso, per Rizzi, le Regioni devono "svolgere il loro ruolo di ente erogatore mentre al Ministero della Salute spetta il compito di coordinare, in cabina di regia, le azioni in maniera uniforme su tutto il territorio".

Su questo tema i politici presenti sembrano essere tutti concordi, anche per il senatore Claudio Gustavino (Udc), infatti, è necessario "riportare le decisioni dentro una visione di sistema evitando le eccessive frammentazioni regionali per non rischiare di far rimanere il Piano oncologico nazionale solo un 'libro dei sogno'". E, sempre dello stesso avviso, infine, anche il senatore Raffaele Calabrò (Pdl) che ha voluto sottolineare come, ad esempio, i centri di radioterapia siano presenti in numero doppio al nord rispetto al sud del Paese e che, proprio il tema Sanità, "mette in evidenza in maniera chiara e dolorosa l'esistenza di due diverse 'Italie'". 
 
Giovanni Rodriquez

15 maggio 2012
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