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I fattori di rischio cardiovascolare


30 OTT - Le patologie che colpiscono il cuore e il sistema circolatorio rappresentano la prima causa di invalidità e mortalità tra la popolazione dei Paesi occidentali. I fattori di rischio legati all’insorgenza di disturbi cardiovascolari si dividono in modificabili e non modificabili. Quest’ultimi sono:

- età: il rischio aumenta progressivamente con l’avanzare degli anni;

- sesso maschile: gli uomini corrono maggiori pericoli delle donne. Dopo la menopausa anche l’organismo femminile è più esposto all’insorgenza di patologie cardiache;

- familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).


I fattori di rischio sui quali è possibile intervenire sono:

• Ipertensione arteriosa
È “ottimale” una pressione arteriosa che non supera i 120 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica. Quando la pressione sanguigna è “alta” (ossia maggiore di 140 di massima e 90 di minima) il cuore si ingrossa e si affatica accelerando il processo di arteriosclerosi. Se non curata, la pressione alta facilita l’instaurarsi di malattie molto gravi come l’ictus e l’infarto cardiaco e danneggia gravemente i reni e la vista.

• Ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia
Alte concentrazioni di colesterolo e di trigliceridi nel sangue sono legati a un maggiore rischio di malattie del cuore e dell’intero apparato circolatorio. Questa condizione infatti favorisce la formazione delle placche aterosclerotiche e l’indurimento delle arterie.
Il livello totale del colesterolo nel sangue è il primo e il più importante valore da controllare e sarebbe bene che non superasse i 200 mg/dL (dato “desiderabile”). Importanti sono anche i livelli del colesterolo “buono” o HDL (meno di 35 mg/dL: rischio alto; più di 50 mg/dL: livello desiderabile) e quelli del colesterolo “cattivo” o LDL il cui livello “desiderabile” dovrebbe essere inferiore a 100 mg/dL. I principali alimenti imputati di provocare aumento del colesterolo e dei trigliceridi sono i grassi saturi che si trovano soprattutto negli alimenti di origine animale (carne, burro, lardo) e negli oli vegetali tropicali.

• Fumo di tabacco
La nicotina è un vasocostrittore e perciò alza la pressione arteriosa, aumentando il lavoro del cuore. Il monossido di carbonio, che si assume fumando una sigaretta, diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi.

• Diabete
Il diabete, se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare. Quest’ultimo può essere ridotto (o mantenuto ad un livello favorevole) adottando stili di vita sani e corretti. Per questo è importante:

- svolgere regolarmente attività fisica. Per chi vuole fare sport, l’invito dei medici è quello a praticare attività aerobica in modo graduale e commisurato alla propria forma fisica. Un allenamento sproporzionato, infatti, pone sotto sforzo eccessivo il cuore, aumentando il rischio di arresto cardiaco;

- seguire una dieta equilibrata. Mangiare troppi lipidi e zuccheri è oggi il più comune fattore di rischio per il cuore. Oltre ai grassi saturi, da moderare è anche la quantità di alcool assunta. Introdurre eccessive quantità di sodio favorisce invece l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte. Una dieta sana deve prevedere un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte la settimana), pochi grassi di origine animale (carne, burro, formaggi, latte intero), sale a dosi moderate e molte fibre (verdura, frutta, legumi);

- tenere sotto controllo il proprio peso corporeo.

Fonte: Apoteca, Sigm, Amd






 

30 ottobre 2012
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