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Alicino (Federspecializzandi): “Troppe regole sfuggono ai controlli. L’unica vera soluzione è un salto culturale”


17 OTT - Tirocini certificati ma mai svolti, o anche frequentati, ma senza assicurarsi che i giovani medici abbiano acquisito tutte le competenze previste dai programmi formativi. E poi medici strutturati che lasciano i reparti in mano agli specializzandi in barba alle leggi e al diritto alla migliore assistenza per i pazienti e alla migliore formazione possibile per i giovani medici. Sono eccezioni, ma accadono molto più spesso di quanto venga denunciato. E secondo Cristiano Alicino, presidente di Federspecializzandi, non basta un’operazione dei Nas o una legge per mettere ordine. “L’unica soluzione è un salto culturale”.

“Fortunatamente casi come questi sono eccezioni, non la regola”, sottolinea Alicino commentando l’arresto del primario del Sant’Andrea di Roma che in cambio di falsi attestati di tirocinio chiedeva agli specializzandi di compiere turni massacranti e di coprire i medici strutturati. Tuttavia, secondo il presidente di Federspecializzandi il problema esiste, non solo. "I casi di specializzandi lasciati a fare il lavoro dei medici strutturati "sono molto più numerosi di quelli denunciati, e lo diciamo da tempo. Sulla questione avevamo anche inviato una lettera alla Fnomceo”, spiega Alicino.

Questo, secondo Alicino, accade perché lo specializzando si trova in una condizione di “asimmetria di rapporti” e di “soggezione” nei confronti del professore. E così, "è più portato a subire che non a denunciare”. Il tutto, ricorda Alicino, “a dispetto della legge, che stabilisce chiaramente che gli specializzandi non possono essere sostitutivi del personale di ruolo”. Si tratta di una situazione che per il presidente di Federspecializzandi è indubbiamente “grave”, anche perché “calpesta il diritto del cittadino di avere l’assistenza migliore possibile e il diritto del giovane medico di avere una formazione adeguata secondo le modalità corrette”.

“Il punto – prosegue Alicino – è che non esiste alcun controllo reale e rigoroso sui tirocini. I libretti che dovrebbero certificarlo, come visto, possono essere falsificati facilmente, ma anche là dove i praticantati sono svolti – e, voglio sottolineare, si tratta della maggior parte dei casi - non esiste un modo per assicurare che allo specializzando siano state trasmesse tutte le competenze previste e che lui le abbia effettivamente acquisite”, spiega Alicino. Secondo il quale, infatti, non sempre infatti i tirocini sono all’altezza delle loro funzioni. “In più, tutto questo avviene in modo molto disomogeneo da Regione a Regione, da Scuola a Scuola”.

Per Alicino, se la legge può essere utile a identificare regole e percorsi standardizzati, tuttavia c’è una sola cosa che può assicurare il corretto funzionamento del percorso di qualificazione del medico: “Un salto culturale in avanti. Si tratta di questo, più che di una questione politica o legislativa, perché ci saranno sempre troppe regole che continueranno a sfuggire ai controlli". Una questione culturale, dunque. Perché "troppo spesso lo specializzando è considerato 'mano d’opera a basso costo zero’, purtroppo”. Ma, conclude Alicino,  "stiamo lavorando per cambiare le cose. È un percorso tutt’altro che immediato, ma ci stiamo lavorando”.

 

17 ottobre 2013
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