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Ricordi: "Frainteso lo scambio mail con lo staff di Vannoni"


21 DIC - Ho reso nota la corrispondenza tra noi e Stamina, proprio per agire in piena trasparenza ed onestà, e perché non avevo tempo di scrivere informazioni dettagliate per cui avevo allegato lo scambio di e-mails con le proposte di test di caratterizzazione da effettuare a Miami. Pensavo che questa corrispondenza fosse abbastanza chiara nei contenuti, ma ovviamente non lo era perché l’interpretazione emersa non corrisponde alla realtà del significato scientifico, dei contenuti e del loro significato. Sento pertanto il dovere, non solo morale, ma anche scientifico e professionale, di chiarire quei contenuti per evitare malintesi e interpretazioni errate". Così in una nota Camillo Ricordi, lo scienziato italiano che dirige il Centro trapianti cellulari e il Diabetes researche institute di Miami che si è offerto di effettuare una verifica scientifica del metodo stamina, risponde alle accuse riportate oggi dalla stampa.
 
"La frase di Stamina: 'dobbiamo documentare l’assenza di batteri classici e di contaminazione da micoplasma', è stata interpretata come se queste analisi non fossero già in realtà svolte presso il laboratorio di controllo di qualità dell’Ospedale di Brescia su ogni singolo preparato cellulare. Allego alla presente esempio di certificato. La frase 'va valutata la presenza di endotossine direttamente sulle cellule per l’infusione e non solo sui surnatanti', costituisce un approfondimento e perfezionamento di indagine, e rappresenta richiesta specifica del Comitato Scientifico. L’affermazione di Stamina: 'non abbiamo mai valutato il profilo di espressione genica delle nostre cellule; non sappiamo se, a livello molecolare, esse esprimono marker critici, per esempio i marker ESC che sono fattori di trascrizione fondamentali caratteristici delle cellule pluripotenti per mantenere la loro staminalità, va interpretata nel seguente modo: le cellule Stamina sono già identificate con metodologia citofluorimetrica (attraverso markers chiamati CD, vedi certificato in allegato). Si dibatte oggi - spiega Ricordi - se le mesenchimali da adulti possano riuscire ad esprimere i markers ESC (Embrional Stem Cells) per valutare la loro maggiore o minore potenzialità . L’avere pertanto richiesto al nostro Gruppo di valutare anche questi markers, non significa certo che Stamina non conosca le sue cellule, significa invece che ci è stato richiesto un ulteriore approfondimento che oggi potrebbe essere di grande interesse per tutti coloro che lavorano sulle staminali".
 
"In merito alla differenziazione in linea neurale, la richiesta di Stamina al nostro laboratorio è stata quella di verificarla per confermare il fenomeno - ha precisato lo scienziato italiano -. Ho letto anche su certi quotidiani che il preparato Stamina potrebbe trasmettere malattie tipo l’HIV, la sifilide, l’epatite virale, la BSE (mucca pazza); non credo che questo sia corretto. Bisogna infatti considerare che l’Ospedale di Brescia effettua sui donatori tutte le analisi previste per la donazione degli organi proprio per evitare il rischi di trasmissione di malattie di questo tipo; quanto al siero fetale bovino che si utilizza nei terreni di coltura viene usato anche da altri gruppi a livello internazionale, a patto che provenga da fornitori che lo certificano 'BSE Free'(per esempio dalla Nuova Zelanda). Si usa anche negli Stati Uniti".

"Il mio desiderio di contribuire con la verifica dal punto di vista della caratterizzazione era per aggiungere una valutazione indipendente di tali caratteristiche che sono alla base delle note discussioni. Ulteriore stimolo a questa indagine - ha concluso Ricordi - mi è pervenuto dal confronto di alcuni specialisti clinici, come il Prof Bach ed il Dott Villanova, che sono stati testimoni di importanti risultati clinici, che mi pare che in Italia siano stati completamente 'dimenticati' da chi invece dovrebbe proprio partire dai risultati clinici per intraprendere ulteriori studi, sia per verificarne la validità e riproducibilità con metodo scientifico rigoroso ed eventualmente anche per determinare i meccanismi d’azione responsabili di tali effetti clinici".

21 dicembre 2013
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