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Il successo di Obama sulla stampa Usa

di M.R.M

03 APR - Problemi di ingorgo informatico hanno reso assai complesso l’ultimo giorno valido per stipulare una polizza sanitaria, come previsto dall’Affordable Care Act (ACA), la riforma sanitaria Obama. Un esercito di ritardatari ha infatti preso d’assalto siti web e numeri verdi dei singoli stati e federali, causando il crollo del sistema. Ma d’altro canto, tutta questa marea montante di interesse tardivo ha fatto balenare improvvisamente come realistico un traguardo impensabile fino a poche settimane prima, quello dei 7 milioni di iscritti. E a darne la notizia in prima pagina sono stati tutti i principali quotidiani americani, da USA Today a Wall Street Journal.
 
Una strada lunga e complessa quella dell’arruolamento, iniziata 6 mesi fa con il debutto disastroso del sito web federale (HealthCare.gov) come ricorda il New York Times; sito che è andato in tilt anche per buona parte di lunedì, l’ultimo giorno valido per accaparrarsi una polizza sanitaria alla portata di qualunque tasca, ma questa volta per il numero record di accessi, calcolato in 3 milioni di contatti totali complessivi e fino a 125 mila contatti in contemporanea nelle ore di picco, con i cittadini costretti ad attese anche di ore in una ‘sala d’aspetto virtuale’.
 
Un successo questo che dovrebbe aver definitivamente ‘vendicato’ il presidente Obama per la sua visione di politica sanitaria e per la legge di riforma sanitaria, approvata quattro anni fa senza il supporto di alcun esponente repubblicano.
In questi sei mesi, l’amministrazione Obama ha bombardato mediaticamente i cittadini sull’importanza di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria e sulle sanzioni legate alla mancata stipula (per quest’anno, 95 dollari per adulto e 47,50 per bambino o l’1% del guadagno). Dalle email, alle pagine Facebook, alle pubblicità televisive con star del calibro di Magic Johnson, il messaggio presidenziale è arrivato forte e chiaro attraverso tutti i canali. Molti sono stati i pentiti dell’ultima ora che non sono riusciti ad accaparrarsi una polizza entro la deadline delle 23,59 di lunedì scorso. Facendo affidamento sulla loro buona fede tuttavia, l’amministrazione Obama ha concesso una proroga alla scadenza dei termini, a tempo non ancora definito.
 
“E’ stato come andare in un centro commerciale la vigilia di Natale”, riferisce al Washington Post Brian Lobley, vice presidente dell’ Independence Blue Cross, una compagnia assicurativa che aveva approntato un ‘conto alla rovescia’ per la copertura sanitaria con tanto di linee telefoniche extra e postazioni di consulenti con scrivanie piazzate nella lobby del quartiere generale a Philadelphia. A Los Angeles invece la Service Employees International Union, un importante sindacato di lavoratori, ha organizzato una ‘enrollathon’ animata da 50 volontari con tanto di camion di cibo e intrattenimento musicale.
 
Dal canto loro i Repubblicani, fieri oppositori di ObamaCare non si sono astenuti dal sottolineare il ‘disastro’ di questo lunedì nero di shopping al bazar della salute, né di ricordare alcuni dei problemi inerenti alla riforma, quali il dover rinunciare al proprio dottore o ospedale preferito se non espressamente contemplato da una determinata polizza.
 
Ma intanto lunedì sera, un Obama dall’aspetto soddisfatto e sollevato, dichiarava a CBS Evening News che “nonostante l’avvio difficoltoso dello scorso Novembre, siamo finalmente sulla buona strada per far sì che nessun cittadino americano debba più vivere senza un’assicurazione sanitaria”.
 
Maria Rita Montebelli

03 aprile 2014
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