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Il progetto 'Rete del Sollievo': Fondazione Ghirotti e Cattolica assieme per favorire un uso antalgico delle radiazioni


23 MAG - Da un accordo sottoscritto tra Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti e Università Cattolica del Sacro Cuore si è sviluppato dalla fine di gennaio del 2012 il progetto denominato “Rete del Sollievo”, finalizzato a sollevare dal dolore “totale” i pazienti e loro familiari nel momento in cui attraversano la fase terminale delle malattie neoplastiche, favorendo l’accesso dei pazienti affetti da metastasi ossee ad un uso antalgico delle radiazioni, che non potrebbe essere facilmente praticato al di fuori di un network coordinato tra i vari erogatori di servizi assistenziali (domiciliari, di hospice e ospedalieri).

Il modello si innesta nel più ampio progetto della rete delle cure palliative integrate, contemplata dalla legge 38/2010, nella quale si esalta giustamente il ruolo delle reti per il controllo del dolore in tutte le fasi della malattia, con particolare riferimento alle fasi avanzate e terminali della stessa e al supporto dei malati e dei loro familiari focalizzandosi su una delle tante sfaccettature delle richieste di sollievo invocate dal paziente in fase terminale della malattia neoplastica.
Questo servizio è sostenuto su base volontaria da un consorzio di operatori sociali, università, specialisti in campo oncologico, aderenti alla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti.

I promotori della “Rete del Sollievo” si propongono di facilitare la realizzazione del coordinamento su base regionale delle attività di cure palliative integrate, ponendo particolare attenzione a modalità di trattamento già disponibili per lenire il dolore provocato dalle metastasi ossee e cerebrali.
Il progetto si indirizza ai pazienti neoplastici con metastasi ossee dolenti e limitata aspettativa di vita. Esso favorisce il collegamento operativo tra pazienti assistiti presso ospedali, il domicilio, l’hospice ed erogatori di cure palliative efficaci.

Durante il decorso della malattia, dal 30 al 70% dei pazienti oncologici sviluppa metastasi ossee ed il dolore ne è spesso il sintomo diagnostico. Le metastasi ossee sintomatiche rappresentano perciò la causa più comune di ricorso alla radioterapia palliativa ed una parte ingente dei trattamenti comunemente eseguiti in un centro di radioterapia oncologica, considerando che circa il 50% della totalità di questi ha finalità palliativa.
E’ attualmente riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale che nel trattamento delle metastasi ossee non complicate di pazienti con breve aspettativa di vita, una singola frazione di radioterapia procura un effetto antalgico pari un trattamento frazionato, senza determinare un aumento degli effetti collaterali ad esso correlati. In più del 70-80% dei pazienti può essere raggiunta una riduzione significativa del dolore, e ciò porta sia ad un miglioramento della qualità di vita che ad una significativa riduzione dell’assunzione di farmaci per il controllo della sintomatologia dolorosa.

Il progetto utilizza risorse già esistenti ottimizzandone l’uso attraverso la consapevolezza del beneficio offerto da parte degli operatori sanitari, l’applicazione di modelli organizzativi validati e facilmente replicabili. Il monitoraggio del modello viene eseguito attraverso la valutazione dei risultati percepiti dal paziente. Obiettivo secondario non trascurabile è anche la riduzione dei costi assistenziali da esso generato.

Il modello in questione vuole favorire l’accessibilità a trattamenti radianti in monodose, la cui efficacia antalgica è ampiamente validata da studi clinici e sostenuta da raccomandazioni internazionali nell’ambito delle cure palliative. Il trattamento radiante è integrato con trattamenti antalgici farmacologici al fine di determinare beneficio antalgico e riduzione degli effetti collaterali collegati ai trattamenti convenzionali. Il progetto si prefigge inoltre di monitorare la durata degli effetti antalgici della terapia radiante e la riduzione dei costi assistenziali da essa generata.

70 centri ospedalieri di radioterapia oncologica si sono messi in rete e hanno trattato ad oggi 2500 pazienti (già ospedalizzati, provenienti da hospice, da medico di medicina generale o specialista) in ambito multidisciplinare, in coordinamento cioè con le differenti figure specialistiche (radiologi, oncologi medici,chirurghi, terapisti del dolore e specialisti in cure palliative).

Un software messo a disposizione dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti assicura operatività delle fasi di monitoraggio dell’efficacia del trattamento eseguito. L’obiettivo dei promotori è di diffondere la conoscenza del trattamento radiante a scopo palliativo-antalgico contribuendo in tal modo alla crescita collettiva del valore insostituibile del sollievo.

23 maggio 2014
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