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La sala operatoria come un Jet. Alla ricerca del “Graal” per la valutazione del Ssn 

di Cesare Fassari

Guidare un aereo è come usare il bisturi? Se lo sono chiesto esperti di varia estrazione convocati da Ignazio Marino. Dal Piano esiti dell’Agenas, agli indicatori multidimensionali del Ceis. La sfida è rendere pubblici i dati sulle performance. Ma il problema resta quello dell’invadenza e delle paure della politica

19 LUG - Piloti e medici. Due professionisti con molti lati in comune. Almeno né è convinto il comandante Alberto Zamboni che, forte della sua esperienza pluriennale di pilota di jet di linea, ha studiato molto attentamente le dinamiche di una sala operatoria mettendole a confronto con la cabina di pilotaggio di uno moderno aereo di linea. Similitudini nello stress, nella concentrazione, nella opportunità di continui aggiornamenti e, soprattutto, nella necessità di sistemi di valutazione specifici, che monitorizzino le performance e le capacità professionali per tutto l’arco della carriera.

L’occasione di sentirlo mettere a confronto la check list che il pilota scorre prima della partenza, con l’analoga procedura (o almeno così dovrebbe essere) che si adotta in una sala operatoria prima di un intervento, ce l’ha data oggi Ignazio Marino, che ha promosso una giornata seminariale a Roma proprio sul tema della valutazione dei professionisti e delle loro performance in sanità.

Un incontro fortemente voluto dal senatore del Pd, che ha chiamato a raccolta personaggi diversi, uniti però da un minimo comun denominatore: quello della fissazione per i confronti, per le verifiche, per il merito.

Dal giornalista Sergio Rizzo del Corriere della Sera (quello della Casta, per intenderci) che puntualmente ci racconta di incongruità e sprechi nella pubblica amministrazione, ma non solo. A Pietro Ichino, il giuslavorista controcorrente (almeno fino a poco tempo fa) che ha fatto del merito e della competizione sana nella PA uno dei punti cardine della sua visione di una nuova amministrazione della cosa pubblica. 
 
Federico Spandonaro, del Ceis Tor Vergata, da anni impegnato nella ricerca di una sorta di “graal” degli indicatori sanitari, in una forma mutidimensionale capace di coniugare insieme indici diversi (“pere e mele”, li ha chiamati) come possono essere l’equità, la qualità e l’efficienza. “Perché - ha spiegato- la sanità è molto complessa e, rifacendosi all’intervento di Zamboni, non è esattamente la stessa cosa che guidare un aereo da Roma a New York”. “Per questo - spiega ancora - non può essere misurata con indicatori troppo selettivi. Così facendo si rischia di perdere la visione d’insieme e, ad esempio, si può glorificare un buon risultato nella pratica clinica, per poi scoprire che quella stessa struttura ha un deficit di bilancio spaventoso”.
 
Una complessità che non è sfuggita all’analisi di Carlo Perucci, che gestisce per conto di Agenas il primo vero programma di valutazione degli esiti del Ssn, il Piano nazionale esiti, di cui cominciamo a conoscere i dati. “Fino a poco tempo fa ho sempre creduto nella necessità di gestire questi indicatori in chiave politicamente corretta, evitando classifiche e pagelle che piacciono tanto ai media”, esordisce Perucci, “ma oggi comincio a credere che sia veramente necessario gestire gli indicatori di performance in modo finalmente accessibile ai cittadini, come già avviene negli Usa, ma anche in Gran Bretagna e Germania”. Quando avverrà? “Forse a breve - ci ha detto - perché si sta facendo strada l’idea di aprire un vero e proprio portale web degli ospedali italiani presso il ministero della Salute, dove sarà indicato tutto sul singolo reparto ospedaliero”.

Vedremo. Per il momento è lo stesso Ignazio Marino a spingere in questa direzione, sollecitando il Governo a rompere gli indugi e rendere pubblici questi dati. “Deve farlo - sottolinea - non solo per rispetto dei cittadini che hanno diritto a conoscere i risultati di cura degli ospedali, così da scegliere di andare dove questi sono migliori. Ma anche perché servirà di stimolo al miglioramento per gli ospedali stessi”. Ma non basta. Per il senatore democratico, presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn, è tempo di creare anche in Italia un’agenzia pubblica indipendente di valutazione. Staccata dal controllo del Governo o delle Regioni, in sostanza un’Agenas ridisegnata sul tipo di un’Authority indipendente e per farlo Marino ha presentato un apposito disegno di legge (numero 1954) ma anche, la notizia è di oggi, un emendamento alla spending review. E sì, "perché dalla valutazione delle performance non derivano solo miglioramenti nella qualità ma anche nella spesa. Un sistema che controlla i suoi errori e li corregge costa meno e certamente usa le risorse in modo più appropriato".

E infatti la spending review è ovviamente d’attualità anche al convengo, “va bene fare le pulci agli sprechi ma è sbagliato - spiega ancora Marino - operare con la logica di tagli lineari come quella adottata per i posti letto ospedalieri”. E infine il tema dei temi: quello della politica e delle sue ingerenze. Quando chiediamo a Marino se la politica la smetterà prima o poi di fare le nomine sanitarie, dal direttore generale al primario, e se le Regioni, in particolare, rinunceranno a tale potere, Marino sembra non aver dubbi: “La pressione dell’opinione pubblica su questo terreno è altissima e non scemerà. Sono certo che avrà la meglio su chi vuole mantenere in piedi la logica per cui diventi dirigente se mi sei fedele e non perché sei il più bravo”.
 
E in proposito, un altro esempio di come, alla fine piloti e medici, siano effettivamente confrotabili. E' Marino a proporcelo: "Il comandante Zamboni ci ha fatto vedere il libretto di volo che ogni pilota deve compilare dall'inizio della sua attività, fino all'ultimo giorno di volo. In quel libretto - incalza Marino - c'è tutta la vita professionale di quel pilota. Perché non lo adottiamo anche in sanità? Immaginate se di ogni medico potessimo conoscere tutto ciò che ha fatto dal primo giorno in cui ha preso servizio in ospedale. Quel libretto diventerebbe il suo biglietto da visita, ma anche un formidabile elemento di valutazione, trasparente e oggettivo, per i suoi avanzamenti di carriera". Un altro mondo è possibile? E' certo che in sanità di intreccio tra nomine (e non solo) e politica se ne parla da sempre, ma fino a d oggi con poco o pochissimo costrutto.
 
C.F.

19 luglio 2012
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