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Amianto. Corte d’Appello ribalta sentenza primo grado e condanna ex vertici marina militare per morte di due marinai


Decisiva la perizia disposta dalla Corte, su richiesta delle parti civili, che, sottolinea l'Osservatorio nazionale amianto, "ha confermato e ribadito la sussistenza di un rapporto causale tra l'esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l'insorgenza della relativa malattia, nonché l'altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai marinai".

24 GIU -

E' stata ribaltata in secondo grado, dalla terza Sezione della Corte di Appello di Venezia, la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Padova del cosiddetto processo "Marina bis" per le morti da amianto sulle navi della Marina Militare.

La notizia l’ha data l'Osservatorio nazionale amianto (Ona). Gli imputati, ex ammiragli di Marina, erano accusati di omicidio colposo per la morte di Tommaso Caserta e Francesco Paolo Sorgente, sono stati condannati a pene variabili da due anni a un anno e sei mesi di reclusione e al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite, con una provvisionale di 50.000 euro a erede.

Decisiva la perizia disposta dalla Corte, su richiesta delle parti civili, che, sottolinea l'Ona, "ha confermato e ribadito la sussistenza di un rapporto causale tra l'esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l'insorgenza della relativa malattia, nonche' l'altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai marinai".

”E' una sentenza storica - ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica e AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto, parti civili nel processo - dopo un lungo periodo dall'inizio del processo, possiamo dire finalmente un po' di giustizia per le vittime di amianto della Marina Militare, finalmente il riconoscimento delle responsabilità dei vertici di questa Istituzione, colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari proprio alla terribile fibra dell'amianto, di cui le navi erano cariche, senza le necessarie misure di sicurezza. Sono stati ritenuti responsabili di non averli informati dei rischi cui erano sottoposti, secondo, quanto previsto del DPR n° 303 del 1956, che prescrive la necessità di rendere “edotti” i lavoratori dei rischi, dovuti alla presenza delle fibre killer”

“Si andrà facilmente in Cassazione – ha aggiunto Fulvio Aurora – e di fatto i tempi ancora si allungheranno, ma non possiamo fare altro che ritenere e sperare che la sentenza d'Appello di Venezia venga confermata”



24 giugno 2022
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