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Unicef. Mortalità infantile in calo in tutte le regioni e in diversi paesi


Lo dice il nuovo rapporto dell’Organizzazione secondo cui il numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno è sceso da circa 12 milioni nel 1990 a 6,9 milioni nel 2011. Diversi i paesi in tutto il mondo stanno facendo progressi nella riduzione della mortalità ma l’obiettivo resta “arrivare a zero”

14 SET - Il numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno è sceso da circa 12 milioni nel 1990 a 6,9 milioni nel 2011; ogni giorno sopravvivono circa 14.000 bambini in più rispetto a due decenni fa: il tasso mondiale di mortalità sotto i 5 anni è sceso da 87 decessi ogni 1.000 nati vivi nel 1990 a 51 nel 2011: questi i principali dati diffusi dall'Unicef e dall'Igme (organismo guidato dall’Unicef e dall’Oms, ne fanno parte anche la Banca Mondiale e la UN Population Division). 
 
Il nuovo rapporto 2012 “Committing to child survival: a promise renewed” esamina l'andamento delle stime e dei dati inerenti la mortalità infantile dal 1990, evidenziando i principali risultati ottenuti nella diminuzione del livello di mortalità infantile in tutte le regioni e nei diversi paesi. 
Diversi i paesi in tutto il mondo stanno facendo rapidi progressi nella riduzione della mortalità dei bambini, dimostrando che, in soli due decenni, è possibile diminuire drasticamente il tasso di mortalità sotto i 5 anni.
 
Il rapporto evidenzia come né l'appartenenza ad una specifica area geografica né lo status economico devono essere considerati ostacolo alla riduzione del tasso di mortalità dei bambini. Infatti, paesi a basso reddito come  il Bangladesh, la Liberia e il Ruanda, paesi a medio reddito come il Brasile, la Mongolia e la Turchia, e paesi ad alto reddito, come l'Oman e il Portogallo, hanno realizzato notevoli progressi, riducendo il loro tasso di mortalità sotto i 5 anni di più di due terzi fra il 1990 e il 2011.
 
“Ma il lavoro – assicura Anthony Lake, Direttore generale dell'Unicef –non è ancora terminato sono ancora troppi, milioni, i bambini sotto i cinque anni che continuano a morire ogni anno per cause prevenibili e per le quali esistono soluzioni accessibili e a basso costo. Vaccini, adeguata assistenza medica di base e materna, basterebbero a salvare milioni di vite. La vera sfidaè mettere questo a disposizione di tutti i bambini".
 
Africa sub-sahariana e Asia meridionale, le due regioni che, nel complesso, hanno totalizzato oltre l'80% di tutte le morti infantili nel 2011. Secondo la media, in Africa sub-sahariana, un bambino su nove non raggiunge il quinto compleanno.
Più della metà dei decessi dovuti a polmonite o diarrea – che, nel complesso, rappresentano quasi il 30% delle morti sotto i 5 anni in tutto il mondo - si verificano in soli quattro paesi: Repubblica Democratica del Congo, India, Nigeria e Pakistan.
Le malattie infettive possono invece essere definite “malattie dell'iniquità” visto che colpiscono soprattutto le popolazioni povere e vulnerabili che non hanno accesso alle cure di base e agli interventi di prevenzione. Queste malattie sono in gran parte prevedibili, queste morti sono in gran parte evitabili.
 
Sotto lo slogan “Una Promessa rinnovata” (“A Promise Renewed”), sta crescendo un movimento globale che vuole porre fine alle morti prevenibili di bambini, impegnandosi ad agire per accelerare i progressi nella riduzione della mortalità neonatale, infantile e materna. Dal mese di giugno, più della metà dei Governi di tutto il mondo – tra cui l'Italia- hanno sottoscritto e rinnovato il loro impegno per la sopravvivenza dei bambini.
Maggiori sforzi sono particolarmente necessari nei paesi più popolosi e con alto tasso di mortalità. 
In aggiunta agli obiettivi legati alla salute e alla nutrizione, tutti gli altri fattori - in particolare l'istruzione, l'accesso a servizi igienici adeguati e all'acqua potabile, cibo nutriente e sufficiente, la protezione dell'infanzia e lo sviluppo delle potenzialità delle donne – sono, e saranno, fondamentali per rendere concrete le speranze di sopravvivenza e sviluppo dell'infanzia.
“Lo scorso anno erano 22.000, oggi 19.000 i bambini sotto i 5 anni che ogni giorno muoiono per cause prevenibili e possono essere salvati” così il Presidente Unicef Italia, Giacomo Guerrera, ha commentato il nuovo Rapporto. 
“L'Unicef Italia accoglie con speranza questi nuovi dati che dimostrano quanto importante e necessario sia il lavoro che portiamo avanti ogni giorno anche grazie all'impegno di tanti volontari, donatori, aziende, scuole che credono, come noi, che arrivare ad azzerare il numero di morti prevedibili sia possibile. Perché nessun numero è accettabile  quando si parla di bambini che muoiono. Noi vogliamo arrivare a zero. Siamo sulla strada giusta perché sappiamo come salvare vite, lo abbiamo fatto e possiamo continuare a farlo, con l'impegno di tutti”. 

14 settembre 2012
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