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L’infermiere pediatrico a scuola per conciliare diritto allo studio e diritto alle cure


La proposta arriva dalla Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (Sisip), ricordando che il mondo dei bambini è fatto anche da patologie come diabete, asma, epilessia, allergie e le malattie croniche che richiedono l’assunzione di farmaci nell’arco della giornata.

04 OTT - Conciliare il diritto allo studio e alla cura non è sempre impresa semplice. Soprattutto per i bambini e i ragazzi affetti da patologie come diabete, asma, epilessia, allergie e le malattie croniche che richiedono l’assunzione di farmaci nell’arco della giornata. Una realtà non rara, se si considera che la somministrazione dei farmaci a scuola riguarda un numero considerevole di studenti e di scuole: quasi 1 su 4, come emerge dal “X Rapporto Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, realizzato da Cittadinanzattiva, su un campione di 111 istituti scolastici.

Per questo la Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (Sisip) lancia la propsota di inserire nelle scuole la figura dell’infermiere pediatrico.

“Anche a scuola quello che sembra un diritto sulla carta - dal 2005 sono in vigore le ‘Linee guida sulla somministrazione dei farmaci in orario scolastico”, emanate dai ministeri della Salute e dell’Istruzione - incontra nella realtà di tutti giorni ostacoli di varia natura e spesso è garantito solo dall’attenzione e dall’impegno di genitori e insegnanti. Solo in percentuale minoritaria si seguono le regole stabilite in ambito ministeriale, in varia misura integrate da protocolli locali, o ci si affida a personale specializzato pubblico. Quindi una situazione a macchia di leopardo”, ha commentato il presidente della Sisip, Filippo Festini.

“Eppure – ha aggiunto - non mancano nella configurazione del nostro Sistema sanitario nazionale le figure professionali che potrebbero contribuire a garantire il diritto alla salute attraverso la somministrazione dei farmaci anche in questi casi. L’infermiere pediatrico è la figura che dovrebbe essere utilizzata e su cui le strutture pubbliche dovrebbero investire per dare una concreta risposta anche a questo problema”.

Festini ricorda come allo stato attuale, l’ordinamento italiano contempla due, e due sole, figure professionali infermieristiche: l’infermiere di cure generali e quello pediatrico. “Quest’ultimo potrebbe – osserva il presidente della Sisip -, con la sua esperienza e professionalità, diventare punto di riferimento e di garanzia anche nei casi di emergenza quando, ad esempio, bisogna somministrare un farmaco salvavita a uno studente. E più, in generale, quando occorre ‘tutelarne il diritto allo studio, la salute ed il benessere all’interno della struttura scolastica’ come recitano le Raccomandazioni contenenti le Linee guida ministeriali”.
 

04 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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