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Influenza: si torna alla normalità. Ma il pericolo H1N1 non è passato 


Il ministero della Salute ha pubblicato le raccomandazioni per la prevenzione dell’influenza stagionale 2010-2011. La prima dopo la pandemia. 

26 AGO - Dopo l’anno terribile della pandemia di A/H1N1v, dichiarata conclusa lo scorso 10 agosto dall’Organizzazione mondiale della sanità, si torna alla normalità e, come ogni anno, il ministero della Salute ha messo a punto le raccomandazioni per la prevenzione dell’influenza stagionale 2010-2011. 

Una normalizzazione, tuttavia, soltanto parziale: la pandemia ha infatti lasciato strascichi che potrebbero durare a lungo. 

Come si legge nella circolare pubblicata dal ministero della Salute ha innanzitutto: “completamente modificato il quadro epidemiologico dell’influenza nel nostro Paese, osservato negli ultimi 10 anni di sorveglianza Influnet, in quanto ha visto l’insorgenza di un picco epidemico, di casi e di decessi, nel mese ottobre-novembre, in un periodo dell’anno in cui normalmente non si osserva la circolazione sostenuta dei virus dell’influenza stagionale”. Inoltre, al di là del cessato allarme dichiarato dall’Oms, una “caratteristica comune delle pandemie di influenza è quella di presentarsi in ondate successive”. E va infine sottolineato come “la scarsa circolazione di altri virus influenzali stagionali (virus B e A/H3N2) nei mesi successivi, ponga alcune importanti questioni relative a cosa potrebbe verificarsi nella prossima stagione e nelle successive”.

Di questi mutamenti, dunque, si è preso atto nella definizione della nuova strategia di prevenzione dell’influenza stagionale. Il cambiamento più evidente è l’anticipo dell’avvio della campagna vaccinale che - raccomanda il ministero - dovrebbe “partire preferibilmente dal 1° ottobre 2010 e comunque non oltre il 31 ottobre 2010 e, in ogni modo, appena i vaccini stagionali saranno disponibili”. Sarebbe inoltre necessario “completarla il più rapidamente possibile, con l'intento di precedere l'eventuale periodo di maggior diffusione del virus pandemico”. Per chi temesse che il largo anticipo nella somministrazione dei vaccini possa vanificarne l’efficacia in caso di ritardo dell’influenza, il ministero rassicura: “il livello degli anticorpi si mantiene a livello protettivo per molti mesi nella maggior parte dei soggetti vaccinati, anche anziani. Il breve anticipo della campagna vaccinale, rispetto agli anni precedenti, non comporta quindi rischi in caso di diffusione tardiva dei virus”. 

Ma la pandemia ha lasciato il segno anche nella composizione del nuovo vaccino che conterrà, oltre agli antigeni per due ceppi di virus influenzali stagionali (antigene analogo al A/Perth/16/2009 (H3N2)#; e antigene analogo al ceppo B/Brisbane/60/2008), anche l’antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1), il cosiddetto ceppo “Pandemico”. “La prevalente circolazione nel mondo del virus A/H1N1v , durante il 2009 e nel primo trimestre 2010 - si legge nel documento del ministero - suggerisce la possibilità che esso continui a circolare anche il prossimo inverno e, pertanto, è stato incluso nella composizione del vaccino per la prossima stagione influenzale”. Inoltre, sul modo in cui si presenterà il virus pandemico regna ancora l’incertezza: “l’evoluzione - spiega della situazione dipenderà da una serie di fattori legati principalmente alla proporzione di soggetti ancora suscettibili all’influenza pandemica”. 

Una percentuale non trascurabile della popolazione, dal momento che si stima che “circa il 20% della popolazione italiana di età ≤64 anni ed il 25% di quella ≥ 65 anni sia entrata in contatto con il virus o sia stata vaccinata. Dati probabilmente in difetto, dal momento che “non tengono conto della quota di infezioni asintomatiche o pauci-sintomatiche che possono essersi verificate durante la pandemia”. 

Quanto alle categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata e che possono godere quindi dell’offerta gratuita e attiva, rispetto alla vaccinazione pandemica dello scorso anno, ricordiamo che rientra l’allarme per i soggetti più giovani (tra i 6 mesi e 17 anni) e si torna alle categorie “classiche”. Cioè i soggetti con malattie croniche o con più di 65 anni di età e gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo oltre alle categorie di lavoratori a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione. (cfr Tabella)

 

LE CATEGORIE PER LE QUALI LA VACCINAZIONE STAGIONALE E’ RACCOMANDATA

Categoria

Dettaglio

Soggetti di età pari o 
superiore a 65 anni 

 

Bambini di età 
superiore ai 6 mesi, 
ragazzi e adulti fino a 
65 anni di età affetti da 
 

a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma, la displasia 
broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO) 
b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite 
c) diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e 
gravi patologie concomitanti) 
d) malattie renali con insufficienza renale 
e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie 
f) tumori 
g) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, 
immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV 
h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali 
i) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici 
j) patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni 
respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) 

Bambini e adolescenti 
in trattamento a lungo 
termine con acido 
acetilsalicilico, a rischio 
di Sindrome di Reye in 
caso di infezione 
influenzale. 

 

Donne che all’inizio 
della stagione 
epidemica si trovino nel 
secondo e terzo 
trimestre di gravidanza. 

 

Individui di qualunque 
età ricoverati presso 
strutture per 
lungodegenti. 

 

Familiari e contatti di 
soggetti ad alto rischio. 

 

Soggetti addetti a 
servizi pubblici di 
primario interesse 
collettivo e categorie di 
lavoratori 
 

a) Forze di polizia 
b) Vigili del fuoco 
c) Altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione 
per specifici motivi o, comunque, per motivi vincolati allo svolgimento della 
loro attività lavorativa; tale riguardo, è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i 
principi e le modalità dell’offerta a tali categorie. 
d) Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della 
vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori 
particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative 
sulla produttività. 
 

Personale che, per 
motivi di lavoro, è a 
contatto con animali 
che potrebbero 
costituire fonte di 
infezione da virus 
influenzali non umani 

a) allevatori 
b) addetti all’attività di allevamento 
c) addetti al trasporto di animali vivi 
d) macellatori e vaccinatori 
e) veterinari pubblici e libero-professionisti 
 




 

 

 

26 agosto 2010
© Riproduzione riservata


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