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Associazione Coscioni. “Diritti negati su Pma, staminali e bioestamento. È ora di dire basta”


Il tema al centro del IX Convegno dell'associazione. Tra le iniziative per richiamare l’attenzione di cittadini e politici, lo spot sull'eutanasia “AAA malati terminali cercasi” e una petizione al Parlamento Ue su fine vita, finanziamenti alla ricerca sulle staminali e fecondazione in vitro. Annunciato un pacchetto di referendum.

08 OTT - Su temi come la procreazione medicalmente assistita, le staminali, il testamento biologico, l'eutanasia “c'é una sistematica violazione della Costituzione, una strage di legalità, un proibizionismo che ha portato alla perdita di tutele. E' venuto il momento di richiamare l'attenzione della politica e dei cittadini su questi temi”. E' questo l'invito lanciato da Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, nel corso del IX convegno dell'associazione svoltosi il 6 e 7 ottobre a Milano.

Da qui il lancio di diverse iniziative, come la campagna choc sull'eutanasia “AAA malati terminali cercasi”, per raccogliere le testimonianze di quanti, pazienti e familiari, hanno chiesto l'aiuto a morire in Italia, nonché la promozione di una petizione al Parlamento europeo sulle scelte di fine vita, sui finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali, anche embrionali, e sulla fecondazione in vitro. Inoltre, come ha annunciato la leader radicale, Emma Bonino, é in arrivo un pacchetto di referendum su libertà civili e temi bioetici, e non solo, perché "il degrado non è solo economico. Ritengo – ha spiegato - che vi sia anche uno spread dei diritti civili tra l'Italia e l'Europa, come ci viene ricordato quasi tutti i giorni dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e dalla giurisprudenza europea. Siamo la maglia nera in Europa da questo punto di vista. Bisogna riprendere i temi delle libertà, farli tornare all'attenzione della politica e dei cittadini. Ci stiamo preparando a lanciare un pacchetto di referendum sulle libertà individuali, la giustizia e l'economia".

Oltre alle iniziative di ambito politico e popolare, giuristi e scienziati, riunitisi per l'occasione, hanno evidenziato diversi problemi, in particolare quelli che riguardano le cure con le cellule staminali, soprattutto dopo i casi di Celeste e Smeralda, su cui è intervenuta la magistratura.

Amedeo Santosuosso, bioeticista e magistrato della Corte d'Appello di Milano, ha infatti rilevato come su molte cure fatte con le cellule staminali "non vi sia ancora la minima evidenza scientifica che funzionino. In situazioni come queste il problema principale è chi paga. Non è giusto infatti che il Ssn debba negare una seduta di fisioterapia a un disabile per mancanza di fondi, e poi rimborsi terapie costosissime, su base solidaristica, su cui non vi è il minimo riscontro né pubblicazione scientifica". Per far capire meglio usa una metafora: "posso anche sostenere che mangiare ostriche e champagne tre volte alla settimana - continua - faccia bene alla mia salute, ma visto che non è provato, non posso pretendere che sia lo Stato a pagarmelo. Soprattutto quando poi non bastano le risorse per pagare le cure normali ad altri malati".

Anche per Giulio Cossu, professore di biologia delle cellule staminali allo University College di Londra, i progressi nelle terapie con le cellule staminali, porteranno a dei problemi economici e bioetici. "E' opportuno iniziare a considerare questo problema da ora - osserva Cossu - e non tra cinque anni, quando ci saranno le prime prove di efficacia delle terapie geniche con staminali. Già oggi si sta arrivando a dei buoni risultati sulle immunodeficienze congenite e le ustioni della cornea. Ma in futuro, quando si saranno messe a punto terapie da 400mila euro a persona magari per la distrofia, chi pagherà? Come si potrà dire a un genitore che la cura per salvare suo figlio costa così tanto ma lo Stato non può rimborsargliela?".

Uno dei problemi principali, secondo lo scienziato, sta nella normativa europea, che impone di trattare le staminali "come farmaci - conclude - Tutto ciò fa lievitare in modo esponenziale i costi di preparazione, tanto che il numero dei trials sta calando per la mancanza di fondi. Servirebbe un tavolo tra pazienti, politici, enti regolatori e comunità europea per modificare le regole, mantenendo gli standard di sicurezza ma a costi più abbordabili".
 

08 ottobre 2012
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