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Spending review. Sihta: “Smettere di investire in servizi inappropriati od obsoleti”


In tempi di crisi, la Società Italiana di Health Technology Assessment sottolinea la necessità di un approccio “tecnologico”, che permetterà anche di “ridefinire i Lea senza senza incidere negativamente sul livello organizzativo né su quello delle prestazioni sanitarie rivolte ai cittadini”.

26 NOV - “Esistono grandi spazi di recupero utilizzando meglio le risorse a disposizione, considerato che, nei prossimi anni, il Paese si troverà per la prima volta a dover garantire gli stessi servizi con meno risorse”. Per questo la Sihta, Società Italiana di Health Technology Assessment, a conclusione del congresso svolto a Roma nel fine settimana scorso, ha elaborato uno Statement conclusivo per “esortare il Paese a far fronte al difficile momento economico-finanziario senza correre il rischio di smantellare un sistema sanitario universalistico che, da oltre trent’anni, nel bene e nel male, costituisce un traguardo assoluto di civiltà che ha pochi eguali nel mondo”.

“Il decreto sulla Spending Review e i successivi provvedimenti hanno affrontato la problematica agendo sostanzialmente con tagli lineari sui fattori produttivi del sistema (Personale, beni e servizi, tecnologia, infrastrutture)”, osserva la Società, secondo la quale “la potenziale conseguenza di questo tipo di approccio, probabilmente, si tradurrà in una maggiore efficienza nelle regioni più problematiche ma laddove i servizi sono già performanti, la conseguenza non potrà che essere una riduzione dei servizi stessi. Il che, in buona sostanza, non potrà che concretizzarsi in una sostanziale ridefinizione del perimetro dei Lea”.

Per evitare che le misure adottate incidano inevitabilmente sugli stessi Lea, la Sihta ritiene indispensabili due azioni:
1. stabilire dei principi espliciti e condivisi di giustizia distributiva per l’individuazione delle priorità da parte del governo centrale e delle regioni che preveda un sistematico coinvolgimento dei principali portatori di interesse del sistema (Cittadini, associazioni di pazienti, operatori e aziende sanitarie, industria).

2. Utilizzare l’approccio dell’Health Technology Assessment (HTA) sia nell’introduzione di innovazioni sia nella scelta di disinvestire su servizi inappropriati od obsoleti che non aggiungono valore alla tutela della salute dei cittadini. “In poche parole attraverso l’HTA è possibile, da subito, operare una ridefinizione dei LEA senza incidere negativamente né sul livello organizzativo della sanità, né tantomeno sul livello delle prestazioni sanitarie rivolte ai cittadini”, sostiene la Sihta. Che ritiene inoltre “improcrastinabile che la definizione del pacchetto dei LEA sia affidata ad un grande programma nazionale che definisca procedure e regole esplicite e condivise secondo un metodo di valutazione che oggi in Italia esiste, in parte, soltanto per il farmaco e non, per esempio, per le procedure, i programmi di sanità pubblica, i dispositivi medici e tutte le altre tecnologie”.

La Sihta auspica quindi “una franca collaborazione tra tutti i livelli istituzionali in grado di coinvolgere le migliori competenze disponibili a livello nazionale, regionale e locale. Tra queste le Società scientifiche, le università e i centri di ricerca con cui la Sihta già collabora da anni per gli aspetti relativi alle metodiche di valutazione e per i quali si propone come strumento catalizzatore in questoprocesso riformatore”. La Sihta “è pronta a collaborare con tutte le istituzioni che, operando nella prospettiva indicata, dimostreranno di avere a cuore la salvaguardia del patrimonio scientifico, umano, professionale e valoriale rappresentato dal Servizio sanitario nazionale”.
 

26 novembre 2012
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