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Malasanità: nuovo caso in sala parto, anche il Nord sotto i riflettori


Ha perso il suo bimbo al settimo mese di gravidanza ed ora è in coma farmacologico all’ospedale di Padova. Queste le condizioni di una donna di 27 anni a cui è stata negata l’ambulanza per il trasferimento, su consiglio dei medici, da una struttura sanitaria ad un’altra dove avrebbero potuto assisterla meglio.

13 SET - Non si placano le bufere nelle sale parto d’Italia. E non risparmiano il Nord. Dopo la vicenda del Policlinico di Messina, quella presunta dell’ospedale Casilino di Roma e dell’ospedale di Policoro in provincia di Matera, un altro episodio di malasanità tra donne in attesa di un figlio è accaduto a Padova, dove una donna di 27 anni, al settimo mese di gravidanza, ha perso il bambino ed è ora in come farmacologico.

Secondo la ricostruzione del marito, la donna si è recata all'ospedale di Piove di Sacco, la notte del 3 settembre, in preda a forti dolori. I medici l’hanno visitata e sottoposta ad ecografia. Al protrarsi dei disturbi, la coppia, su consiglio dei medici, decide di rivolgersi all’ospedale di Padova. Secondo quanto denunciato dal marito, però, l’ospedale di Piove di Sacco non ha concesso alla donna l’utilizzo dell’ambulanza per il trasferimento, invitando la coppia a spostarsi con la propria macchina. Così è stato. Ma appena arrivata a Padova, le condizioni della donna erano peggiorate e, portata d'urgenza in clinica ginecologica, è stata sottoposta a parto cesareo. Il bimbo è nato morto, mentre alla madre è stato asportato l’utero a causa di un’emorragia interna ed ora è in coma farmacologico.

Sulla vicenda la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e sia il ministero della Salute sia la Regione Veneto invieranno due gruppi di ispettori per accertare i fatti. “Qualora emergessero negligente, leggerezze, omissioni o peggio - ha affermato il presidente della Giunta, Luca Zaia – saremo inflessibili nel colpire duramente i responsabili”.
 

13 settembre 2010
© Riproduzione riservata

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